Mi riservo di ascoltare con calma però a occhio e croce dipende dalla sicurezza che abbiamo nelle nostre capacità e/o da quanto ci accettiamoUn altra conferenza, questa volta in francese, per la gioia di Sbriciolata, querida
[video]http://www.ted.com/talks/yann_dall_aglio_love_you_re_doing_it_wro ng[/video]
A me ha fatto pensare molto, secondo me ha molti spunti di riflessione veramente interessanti.
Ti meriti un verde per questa segnalazione. Deliziosa, davveroUn altra conferenza, questa volta in francese, per la gioia di Sbriciolata, querida
[video]http://www.ted.com/talks/yann_dall_aglio_love_you_re_doing_it_wro ng[/video]
A me ha fatto pensare molto, secondo me ha molti spunti di riflessione veramente interessanti.
:inlove: Adoro Peter Gabriel![video=youtube;-4AWOAww8Jw]http://www.youtube.com/watch?v=-4AWOAww8Jw[/video]
Su questo non concordo tanto.la signification est aussi corréler avec l'époque.
Su questo non concordo tanto.
L'essere accettati e amati è un bisogno innato dell'uomo. Le epoche hanno cambiato i modi in cui questo bisogno è espresso. Ma in sé l'amore, e il suo significato non dipende dalla cultura dell'epoca, ma è intrinseco all'uomo di tutte le epoche e non è mai cambiato. Se non, appunto, nel suo modo di esprimersi.
È una forza enorme e potenzialmente fuori controllo. Da sempre le società di tutte le epoche hanno tentato di imbrigliarlo e controllarlo. Come tutte le altre pulsioni dell'uomo.
Ma il suo significato è sempre rimasto lo stesso.
Ancora oggi in India e nelle comunità indiane in giro per il mondo. Il mio collega si è sposato così. E ne conosco molti altri che hanno fatto altrettanto. Non è una cosa del passato. E non sono neanche i matrimoni più infelici.E non dimentichiamo, come ancora poco tempo fa,
le unioni erano combinate / organizzate dai famigliari.
CiaoAncora oggi in India e nelle comunità indiane in giro per il mondo. Il mio collega si è sposato così. E ne conosco molti altri che hanno fatto altrettanto. Non è una cosa del passato. E non sono neanche i matrimoni più infelici.
Su questo non concordo tanto.
L'essere accettati e amati è un bisogno innato dell'uomo. Le epoche hanno cambiato i modi in cui questo bisogno è espresso. Ma in sé l'amore, e il suo significato non dipende dalla cultura dell'epoca, ma è intrinseco all'uomo di tutte le epoche e non è mai cambiato. Se non, appunto, nel suo modo di esprimersi.
È una forza enorme e potenzialmente fuori controllo. Da sempre le società di tutte le epoche hanno tentato di imbrigliarlo e controllarlo. Come tutte le altre pulsioni dell'uomo.
Ma il suo significato è sempre rimasto lo stesso.
E poi c'è anche da considerare il bisogno fortissimo, specie per una donna, di sentirsi appunto desiderati.sienne ha detto:Ricercare il desiderio nella perfezione decorato dal consumismo,
è un amore mascherato ... posto a crollare ...
E poi c'è anche da considerare il bisogno fortissimo, specie per una donna, di sentirsi appunto desiderati.
Ho appena finito la mia lezione di mediazione e ci riflettevo mentre guardavo le mutandine di quella di fronte a me. Il bisogno di sentirsi desiderati è fortissimo e spesso si maschera in moltissimi modi. Hai la moglie a casa che ti ama ma...
Vuoi sentirti ancora di valere. Che lei non è un caso unico, che anche altre donne ti possono desiderare, in modo molto forte. E hai bisogno di saperlo, di sentirlo.
Anche questo gioca la sua parte, e meno ne sei consapevole e più ne sei schiavo. E per seguire questo bisogno puoi rovinare tutto.
Quoto e approvo.Se mi permetti stavolta non sono d'accordo. Ma la mia riflessione vale adesso, per la persona che sono adesso, per il forum che frequento e che mi ha aiutato tantissimo nell'introspezione e nel discutere e mettermi in gioco. Quindi è come se ti dessi ragione e condividessi il tuo discorso se al posto di discutere e leggerti adesso ti avrei letto anni fa.
Mi spiego, io adesso non do al sesso quell'importanza che davo una volta, come se il sesso cercato in altre donne avesse e mi desse la conferma di essere un uomo, di essere ancora desiderabile, di sentirmi forte attraverso la conquista e altro ancora no?
Adesso io sto bene con me stesso, l'importanza del sesso c'è sempre ma do la giusta connotazione a questo, lo metto in contesti importanti come tante altre cose sono importanti. E non voglio elencarti quali siano, sarebbero importanti per me, magari non per te, o simili ecc ecc ....
Ognuno di noi deve trovare la propria dimensione in qualsiasi maniera anche facendosi l'amante se questo serve o servirà. E' l'esperienza del ritrovarsi bene in determinati contesti che forma le persone se sanno ritrovarsi in quello che li fa stare bene. Purtroppo a volte anche a discapito di terze persone, ma ormai sarebbe retorico scrivere cosa è giusto o sbagliato quando oltre la soggettività la realtà è fatta di un po tutto.
Se mi permetti stavolta non sono d'accordo. Ma la mia riflessione vale adesso, per la persona che sono adesso, per il forum che frequento e che mi ha aiutato tantissimo nell'introspezione e nel discutere e mettermi in gioco. Quindi è come se ti dessi ragione e condividessi il tuo discorso se al posto di discutere e leggerti adesso ti avrei letto anni fa.
Mi spiego, io adesso non do al sesso quell'importanza che davo una volta, come se il sesso cercato in altre donne avesse e mi desse la conferma di essere un uomo, di essere ancora desiderabile, di sentirmi forte attraverso la conquista e altro ancora no?
Adesso io sto bene con me stesso, l'importanza del sesso c'è sempre ma do la giusta connotazione a questo, lo metto in contesti importanti come tante altre cose sono importanti. E non voglio elencarti quali siano, sarebbero importanti per me, magari non per te, o simili ecc ecc ....
Ognuno di noi deve trovare la propria dimensione in qualsiasi maniera anche facendosi l'amante se questo serve o servirà. E' l'esperienza del ritrovarsi bene in determinati contesti che forma le persone se sanno ritrovarsi in quello che li fa stare bene. Purtroppo a volte anche a discapito di terze persone, ma ormai sarebbe retorico scrivere cosa è giusto o sbagliato quando oltre la soggettività la realtà è fatta di un po tutto.
che bei pensieri!!! GrazieQuoto e approvo.
A volte la propria dimensione la si scopre, o meglio ancora la si edifica, su errori o comunque su percorsi che trovano una giustificazione temporale limitata, e che ciononostante ci sono necessari per evolvere.
C'è chi non sente mai il bisogno di deviare dalla via maestra e chi invece lo avverte; in quest'ultimo caso obbligarsi all'immobilismo è forse persino più deleterio che commettere degli sbagli. La valutazione però spetta al singolo, che è l'unico a sapere quali costi è disposto a pagare per stare bene.
Esatto, parlavo comunque di azione a tutti i livelli (anche perché a cosa servirebbe un'azione pratica non rielaborata intimamente?), e quella interiore in qualche modo ci allontana forse dalle azioni nel mondo che ci si aspetta da noi, per ruolo o convenienza, ma ci riporta in asse con noi stessi :up:che bei pensieri!!! Grazie
Però, Leda, a volte rimanere fermi, andare sulla propria montagna o nel proprio deserto interiore aiuta a sentirsi e lascia tempo e spazio di ascoltarsi...ma forse questo non è l'immobilismo di cui parli...a ben pensarci in quel deserto c'è un sacco di movimento, anche se visto da fuori sembra tutto immobile...boh..![]()
Sono d'accordo... direi però che il singolo oltre ai costi da pagare personalmente, deve anche essere cosciente dei costi che farà pagare agli altri. Poi c'è la scelta davvero consapevole.Quoto e approvo.
A volte la propria dimensione la si scopre, o meglio ancora la si edifica, su errori o comunque su percorsi che trovano una giustificazione temporale limitata, e che ciononostante ci sono necessari per evolvere.
C'è chi non sente mai il bisogno di deviare dalla via maestra e chi invece lo avverte; in quest'ultimo caso obbligarsi all'immobilismo è forse persino più deleterio che commettere degli sbagli. La valutazione però spetta al singolo, che è l'unico a sapere quali costi è disposto a pagare per stare bene.
Si, è verissimo:up:Esatto, parlavo comunque di azione a tutti i livelli (anche perché a cosa servirebbe un'azione pratica non rielaborata intimamente?), e quella interiore in qualche modo ci allontana forse dalle azioni nel mondo che ci si aspetta da noi, per ruolo o convenienza, ma ci riporta in asse con noi stessi :up:
Vero anche questo...ma i costi che si faranno pagare agli altri non sono prevedibili in realtà...li potrà sapere solo l'altro, no? E li potrà sapere solo nel momento in cui li dovrà pagare.Sono d'accordo... direi però che il singolo oltre ai costi da pagare personalmente, deve anche essere cosciente dei costi che farà pagare agli altri. Poi c'è la scelta davvero consapevole.
vero... ma nemmeno i costi da pagare personalmente, se per questo. Li valuterai davvero solo dopo la scelta, e potresti scoprire cose che davvero non immaginavi.Vero anche questo...ma i costi che si faranno pagare agli altri non sono prevedibili in realtà...li potrà sapere solo l'altro, no? E li potrà sapere solo nel momento in cui li dovrà pagare.
Può essere che noi li immaginiamo esorbitanti, e non è così...ma è un pensiero terribile. Perchè è un pensiero e solo avendo il coraggio di passare ad un'azione concreta può essere verificato. E'un pensiero gabbia..per me lo è stato.
Può essere che li sottovalutiamo, e ci si muove come carriarmati senza dare orecchio e occhio all'altro.
In entrambi i casi io credo che la chiarezza dentro, che poi può essere portata fuori, più con la "postura" e la punteggiatura delle azioni che con le parole, faccia la differenza.
Credo eh..ci sto ragionando molto![]()