Sbriciolata
Escluso
LDS la dipendenza non è un tasto on/off
e per quanto si cerchi di definirla pure scientificamente
le definizioni sono fluide perché si cerca di stabilire il limite oltre il quale la dipendenza è dannosa e influisce troppo negativamente nella vita dell'individuo.
Di fatto siamo tutti dipendenti, se adottiamo dei criteri larghi
Dalla forma fisica, dal cibo, dalla dieta, dal successo, dalle sigarette, dalle ideologie: tutti schemi di vita che servono all'individuo a darsi una struttura per darsi valore.
Quanto poi si riesca a perseverare nella convinzione di avere valore quando per un motivo o per l'altro la struttura scricchiola... Questo è per me il campanello d'allarme, il limite entro cui deve essere confinata la dipendenza.
Non penso che tu abbia un problema di dipendenza dalla sostanza
Quello è il problema classico, la dipendenza per antonomasia, la vera dipendenza che è veramente on\off.
Ogni dipendenza da sostanza ha un background di cultura o di sottocultura, se preferisci.
Possiamo trovare illustri esempi che hanno nobilitato la morfina, l'eroina, la cocaina, la vinaccia, l'LSD, gli spinelli, le sigarette, la mescalina e il kath.
Molto di quanto una sostanza sia suscettibile di dare dipendenza dipende dal rapporto tra la relativa subcultura e la cultura dominante. Non a caso quando le droghe sono rituali e quindi socialmente regolate, pur non essendo un toccasana non creano i danni e l'isolamento sociale che derivano invece dai fiori del male.
La fortuna tua è che la cultura del vino pregiato non è una subcultura; la tua ricerca della perfezione è zelantemente sprezzante della debolezza verso chi non ci arriva -ma soprattutto verso chi non ci arriva ma vorrebbe essere arrivato- e questo non mi fa pensare che sia una ricerca serena.
Comunque
tra le tante cose un po'sopra le righe
hai detto anche delle gran brutte verità
Sono assolutamente d'accordo in tutto.