Ditemi se sono io a sbagliare

desire.vodafone

Utente di lunga data
Tempo fa accaduto dove abito, il vigile urbano del paese e la moglie impiegata dello stesso comune hanno preso casa in affitto.
Data subito , persone conosciute da tutto il paese rispettate ma dopo qualche anno non hanno più pagato le mensilità,la proprietaria disperata alla fine andata per vie legali, anche in quel caso rimasti dentro diversi anni.
Però i soldi è riuscita a recuperarli
Recuperi su un quinto dello stipendio gli affitti non pagati. Essendo che erano una coppia di fatto il contratto era co intestato.
Si sono lasciati, lei nullatenente. Quindi abbiamo recuperato solo su di lui il 50%. Che non ha coperto spese legali e spese condominiali arretrate.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non è rendere pane per focaccia.
Mica è possibile.

E' autorizzarsi a vivere senza avere carichi pendenti.
E vivere senza carichi pendenti significa poter stare in buona compagnia con se stessi.

Aver cura del proprio benessere.

Poi, oh, lo so.
Quello che sto dicendo è un tabù :D
Perché comportarsi con la madre come la madre si è comportata con lei non è rendere pan per focaccia?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Guarda che all'ultimo che ha propugnato una soluzione del genere su larga scala, gli hanno fatto un drink a base di cicuta :LOL:
:ROFLMAO::ROFLMAO:

hai ragione.

E onestamente penso che su larga scala, quello che sto dicendo, non sia semplicemente possibile.
E a dirla tutta, neppure auspicabile.

come mi diceva qualcuno, non tutto è per tutti.

Basta sapere se si è tutti oppure no ;)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Perché comportarsi con la madre come la madre si è comportata con lei non è rendere pan per focaccia?
Se tu hai un contratto, e l'altra parte lo disattende, tu mantieni quel contratto?
Tipo...vai a lavorare e nel contratto è previsto tot k di stipendio e te ne danno 1/4. Tu continui quel lavoro o ne cerchi un altro?

Per farla basica basica eh.
 

Gaia

Utente di lunga data
La cosa che maggiormente è tabù è ammettere che alcuni avrebbero dovuto rinunciare a essere genitori.
Questo si che eviterebbe tanti drammi.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Se tu hai un contratto, e l'altra parte lo disattende, tu mantieni quel contratto?
Tipo...vai a lavorare e nel contratto è previsto tot k di stipendio e te ne danno 1/4. Tu continui quel lavoro o ne cerchi un altro?

Per farla basica basica eh.
Un contratto solitamente è una libera scelta fra 2 parti, non ci si può scegliere i genitori e i parenti, però effettivamente ci si può comportare di conseguenza, specie con i parenti. Quindi tu intendi che un eventuale senso di colpa nei confronti di genitori bisognosi non aiutati al meglio, è una specie di sovrastruttura riconfigurabile? Non ha basi biologiche?
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
:ROFLMAO::ROFLMAO:

hai ragione.

E onestamente penso che su larga scala, quello che sto dicendo, non sia semplicemente possibile.
E a dirla tutta, neppure auspicabile.

come mi diceva qualcuno, non tutto è per tutti.

Basta sapere se si è tutti oppure no ;)
resta il fatto che a Caciotta adesso serve l'umiltà di accettare una guida. lei ha da mettere a posto tante cose dal punto di vista pratico. non so se sia in grado di accettarla, una guida
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
La cosa che maggiormente è tabù è ammettere che alcuni avrebbero dovuto rinunciare a essere genitori.
Questo si che eviterebbe tanti drammi.
Non penso potessero. Mi riferisco in particolare alle generazioni precedenti.
Lo penso davvero.

Non è una giustificazione, sia chiaro.
E' un fatto.
Hanno soltanto potuto riprodurre quello che loro stessi hanno vissuto in un tempo che ha iniziato a correre come non mai prima nella storia dell'uomo.

Personalmente mi spiace pure per loro.
Avere dei figli e non sapersi godere il bello di averli credo sia davvero molto, molto triste.

Ma il concetto di "figlio" è cambiato proprio in accelerazione del tempo.
Se per i figli di genitori disfunzionali quei genitori sono immagini interne dirette a mantenere intatto un sistema, vale anche il fatto che quei figli per quei genitori sono altrettanto immagini interne dirette a mantenere intatto un sistema.

E' un gioco di specchi.

Credo però che ad un certo punto, sia responsabilità anche dei figli chiudere il dramma.
@Arcistufo parla di coccolarsi il trauma. Ecco.
I genitori non sanno tranciare le catene. Quello è compito dei figli.
E se non lo fanno, beh. Il dramma è co-costruito.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Un contratto solitamente è una libera scelta fra 2 parti, non ci si può scegliere i genitori e i parenti, però effettivamente ci si può comportare di conseguenza, specie con i parenti. Quindi tu intendi che un eventuale senso di colpa nei confronti di genitori bisognosi non aiutati al meglio, è una specie di sovrastruttura riconfigurabile? Non ha basi biologiche?
La famiglia è un contratto. Legalmente riconosciuto.
Che implica responsabilità, diritti e doveri.

Eventuale senso di colpa?
Forse capisco dove stai ragionando.

Quel tranciare di cui parlo non può derivare dalla rabbia.
Se deriva dalla rabbia è ovvio che nasca la colpa.
E, fra l'altro, in questo modo, mica hai curato il tuo benessere. Anzi. Hai rafforzato la catena. E ben al di là della morte dei contraenti.
La colpa ha a che vedere coi fantasmi, quindi neanche con gli individui in carne ed ossa ma con le immagini, con la narrazione. In questo modo, hai ragione, si finisce in un baratro irrisolvibile.

MA io non sto parlando di rabbia.
Sto semplicemente dicendo che ad un certo punto si deve, per se stessi, è un dovere verso se stessi, scegliere fra la "bontà" a cui fa riferimento @Arcistufo e il proprio benessere, la propria libertà emotiva.

Serve saper dire addio al desiderio di ogni bambino: essere visto e amato per quello che è.
E trasformare quel desiderio bambino in un desiderio adulto: ossia che amare è uno scambio in cui c'è simmetria affettiva.

Così è più chiaro?
 

Gaia

Utente di lunga data
Avevo una zia che ho amato moltissimo. Era in realtà una prozia classe 1936.
Visse a Roma da sola andando via dal paesello da ragazza.
Si mantenne facendo le pulizie in casa di signori (come li chiamava lei) e visse a Roma fino a quando non la sfrattarono. Abitava a Roma in centro con l’equo canone.
Non si è mai sposata né ha avuto figli.
Presumo che abbia avuto qualche liason ma non erano tempi in cui si parlava di rapporti fuori dal matrimonio e onestamente io ero troppo piccola allora per ricordare.
Solo da ultimo, quando io ero già sposata ed andavo a prenderla la domenica perché mangiasse con noi, lei ha deciso dí confidarsi.
Mi disse che per lei la libertà era più importante di ogni altra cosa. Fu coerente con se stessa.
Io l’ho manta molto anche nella scelta di andare a scegliersi l’ospizio da cui usciva per venire da me a pranzo.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non penso potessero. Mi riferisco in particolare alle generazioni precedenti.
Lo penso davvero.

Non è una giustificazione, sia chiaro.
E' un fatto.
Hanno soltanto potuto riprodurre quello che loro stessi hanno vissuto in un tempo che ha iniziato a correre come non mai prima nella storia dell'uomo.

Personalmente mi spiace pure per loro.
Avere dei figli e non sapersi godere il bello di averli credo sia davvero molto, molto triste.

Ma il concetto di "figlio" è cambiato proprio in accelerazione del tempo.
Se per i figli di genitori disfunzionali quei genitori sono immagini interne dirette a mantenere intatto un sistema, vale anche il fatto che quei figli per quei genitori sono altrettanto immagini interne dirette a mantenere intatto un sistema.

E' un gioco di specchi.

Credo però che ad un certo punto, sia responsabilità anche dei figli chiudere il dramma.
@Arcistufo parla di coccolarsi il trauma. Ecco.
I genitori non sanno tranciare le catene. Quello è compito dei figli.
E se non lo fanno, beh. Il dramma è co-costruito.
Le generazioni precedenti non avevano nemmeno l'onere di eventualmente accudire dei vecchi, i quali si levavano dai coglioni prima di diventare dei pesi da gestire
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
La famiglia è un contratto. Legalmente riconosciuto.
Che implica responsabilità, diritti e doveri.

Eventuale senso di colpa?
Forse capisco dove stai ragionando.

Quel tranciare di cui parlo non può derivare dalla rabbia.
Se deriva dalla rabbia è ovvio che nasca la colpa.
E, fra l'altro, in questo modo, mica hai curato il tuo benessere. Anzi. Hai rafforzato la catena. E ben al di là della morte dei contraenti.
La colpa ha a che vedere coi fantasmi, quindi neanche con gli individui in carne ed ossa ma con le immagini, con la narrazione. In questo modo, hai ragione, si finisce in un baratro irrisolvibile.

MA io non sto parlando di rabbia.
Sto semplicemente dicendo che ad un certo punto si deve, per se stessi, è un dovere verso se stessi, scegliere fra la "bontà" a cui fa riferimento @Arcistufo e il proprio benessere, la propria libertà emotiva.

Serve saper dire addio al desiderio di ogni bambino: essere visto e amato per quello che è.
E trasformare quel desiderio bambino in un desiderio adulto: ossia che amare è uno scambio in cui c'è simmetria affettiva.

Così è più chiaro?
è il matrimonio il contratto, non la famiglia. la famiglia è un progetto
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Le generazioni precedenti non avevano nemmeno l'onere di eventualmente accudire dei vecchi, i quali si levavano dai coglioni prima di diventare dei pesi da gestire
Lo avevano. A cambiare è soltanto la durata e il contesto.

Anzi, a dirtela tutta, le vecchie generazioni mi dispiacciono pure da questo punto di vista. Quell'onere era oltre l'onere.
Era che il grande occhio ti avrebbe punito anche se soltanto avessi pensato di non farlo.
Manco il pensiero di non farlo era concesso.
A prescindere da ciò che potevano aver subito.

Noi abbiamo in carico una maggior durata, ma abbiamo anche maggiore libertà decisionale. Volendo.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
è il matrimonio il contratto, non la famiglia. la famiglia è un progetto
Pure la famiglia è regolamentata.
Con precise indicazioni. Diritti e doveri dei genitori e diritti e doveri dei figli.

cosa succede se come figlio, non subentro, potendo farlo e in proporzione, al mantenimento economico di un genitore impossibilito a farlo?
 

Nicky

Utente di lunga data
resta il fatto che a Caciotta adesso serve l'umiltà di accettare una guida. lei ha da mettere a posto tante cose dal punto di vista pratico. non so se sia in grado di accettarla, una guida
Più che una guida, un appoggio pratico, per quanto scadente, fino a che non c'è di meglio.
Purtroppo a volte bisogna solo resistere.
Poi, viene il tempo in cui potersi organizzare liberamente.
Avere bisogno degli altri è già di per sé insopportabile, figuriamoci se questi altri sono pure inadeguati. Ma può accadere e l'unica cosa da fare è stringere i denti, fino a che non si riesce a recuperare autonomia.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La famiglia è un contratto. Legalmente riconosciuto.
Che implica responsabilità, diritti e doveri.

Eventuale senso di colpa?
Forse capisco dove stai ragionando.

Quel tranciare di cui parlo non può derivare dalla rabbia.
Se deriva dalla rabbia è ovvio che nasca la colpa.
E, fra l'altro, in questo modo, mica hai curato il tuo benessere. Anzi. Hai rafforzato la catena. E ben al di là della morte dei contraenti.
La colpa ha a che vedere coi fantasmi, quindi neanche con gli individui in carne ed ossa ma con le immagini, con la narrazione. In questo modo, hai ragione, si finisce in un baratro irrisolvibile.

MA io non sto parlando di rabbia.
Sto semplicemente dicendo che ad un certo punto si deve, per se stessi, è un dovere verso se stessi, scegliere fra la "bontà" a cui fa riferimento @Arcistufo e il proprio benessere, la propria libertà emotiva.

Serve saper dire addio al desiderio di ogni bambino: essere visto e amato per quello che è.
E trasformare quel desiderio bambino in un desiderio adulto: ossia che amare è uno scambio in cui c'è simmetria affettiva.

Così è più chiaro?
Io capisco che da genitori disfunzionali è bene allontanarsi e restare a debita distanza. Capisco anche che la disfunzionalità non guarisce spontaneamente, anzi. Faccio più fatica a immaginare di dovermi comportare in un certo modo in reazione a ciò una volta che questi diventassero eventualmente bisognosi, ma perché me li immagino inoffensivi, tipo mia nonna quando è arrivato Alzheimer
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Significherebbe per lei ricostruirsi totalmente. Non la conosco e posso solo dire che in ogni suo intervento ho visto tanta incoerenza e fragilità’.
La conseguenza è una serie di macerie.anche la causa però è una serie di macerie emotive dei genitori.
La prima cosa da fare se vuoi riordinare, non è decidere o meno se partire dalle macerie. La prima cosa è eliminare tutte le persone che interferiscono nei tuoi processi decisionali. Poi scegli una volta per tutte con la consapevolezza che la responsabilità delle scelte è soltanto tua. Quello è l'unico punto di partenza
Le età non sono compartimenti.

Se la madre le offre merda...certo può prenderla a raccontarsi che è cioccolata.

Ma merda resta.

E proprio in un momento in cui è piena di merda fin sopra la testa, saper distinguere la merda dalla cioccolata è una buon punto di partenza. :)

Il punto non è dove si mettono i genitori.
Il punto è, quando sono così disfunzionali, non portarseli appresso nelle proprie scelte.

I genitori vivono "dentro" i figli.
E, se non si fa una bella pulizia, il genitore interno continuerà a parlare col bambino, anche quando quel bambino avrà 80 anni.

Riordinare l'armadio significa esattamente questo: buttare quello che non serve e occupa soltanto spazio non permettendo al nuovo di entrare.
Assolutamente d'accordo, è pur vero che i bambini sono molto piccoli. Anch'io ho traslato un sacco di schemi dei miei genitori nel mio fare il padre. Poi crescendo sono i ragazzini che ti aggiustano il tiro. Il rapporto da un monologo diventa dialogico.
:ROFLMAO::ROFLMAO:

hai ragione.

E onestamente penso che su larga scala, quello che sto dicendo, non sia semplicemente possibile.
E a dirla tutta, neppure auspicabile.

come mi diceva qualcuno, non tutto è per tutti.

Basta sapere se si è tutti oppure no ;)
Stai parlando con l'incarnazione stessa dell'odio per la popolazione generale e lo sai benissimo, però credo invece che su larga scala la cura dell'altro verrà delegata presto a sistemi di intelligenza artificiale. Tutti noi sotto sotto vogliamo essere autonomi. Quando la tecnologia avrà eliminato la convenienza dell'equazione, avrà eliminato anche il ricatto affettivo
Tu sei padre.
Se la tua ex moglie maltrattasse tua figlia, cosa faresti?
Quello che ho fatto, per molto meno. Spesso e volentieri un padre separato ha le mani legate, ti fai presente, offri una scelta, ti poni come polo di un dialogo possibile e vedi se viene accettato, senza mai togliere gli occhi da dosso a tuo figlio o a tua figlia ritarando tutto il giorno per giorno in base alla persona che hai davanti. Mettendoti giustamente sempre in secondo piano rispetto ai figli, ma mai in secondo piano rispetto a nessun altro. Perché poi alla fine queste cose sono molto animali. Meno le razionalizzazi meglio fai.
La cosa che maggiormente è tabù è ammettere che alcuni avrebbero dovuto rinunciare a essere genitori.
Questo si che eviterebbe tanti drammi.
Che tabù? Ma dove? Figurati. Se ne parla tranquillamente. Io metterei i test obbligatori ogni 2 anni per poter figliare.
resta il fatto che a Caciotta adesso serve l'umiltà di accettare una guida. lei ha da mettere a posto tante cose dal punto di vista pratico. non so se sia in grado di accettarla, una guida
No Perply. A nessuno serve una guida. Quando hai dei figli prima ascolti loro, poi ti ascolti. Ma finché non accetti la solitudine che ti schiaccia contro il muro e ti obbliga ad agire, passerai sempre da un padrone all'altro.
@poppy deve trovare le palle di stare da sola.
 
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