Fantastica
Utente di lunga data
In Europa soltanto in Italia, Polonia, Malta ed Irlanda del Nord esiste ancora la fase della separazione. Le insopportabili attese dei nostri compatrioti per ottenere lo stato libero in Italia stanno alimentando l'escamotage di chiedere giustizia in Francia, Inghilterra, Spagna, Romania ed ottenere un divorzio immediato (in media circa 6 mesi) e con spese legali ridotte all'osso. La scorciatoia per porre fine ad un matrimonio sbagliato è data dal regolamento del Consiglio Europeo che disciplina il diritto commerciale ma anche quello privato europeo: esso lascia dedurre la possibilità di pronunciare una sentenza di divorzio da parte di un qualunque tribunale dell'Unione a patto che i coniugi siano stabilmente residenti in quel Paese: la prassi richiede almeno da 6 mesi ma non c'è una norma transitoria che lo specifichi in modo più chiaro.
L'iter è questo: si prende in affitto un appartamento all'estero, ci si fa intestare il contratto di affitto incluse le bollette ed infine si chiede la residenza. Sei mesi dopo si fa istanza di divorzio e in pochi mesi si torna in Italia con una copia conforme della sentenza di divorzio, che l'ufficiale di stato civile italiano dovrà semplicemente trascrivere. Tali documenti debbono essere solo apostillati, cioè tradotti in italiano con dichiarazione dell'interprete sulla fedeltà del testo all'originale. Questi divorzi non entrano nel calderone del censimento Istat la cui scheda dev'essere compilata soltanto presso i Tribunali italiani all'interno dei quali si celebrano le separazioni ed i divorzi.
I numeri cominciano ad esere notevoli. Stime di settore - spiega l'avvocato Gassani - calcolano che, negli ultimi 5 anni almeno ottomila coppie italiane hanno divorziato all'estero.
L'iter è questo: si prende in affitto un appartamento all'estero, ci si fa intestare il contratto di affitto incluse le bollette ed infine si chiede la residenza. Sei mesi dopo si fa istanza di divorzio e in pochi mesi si torna in Italia con una copia conforme della sentenza di divorzio, che l'ufficiale di stato civile italiano dovrà semplicemente trascrivere. Tali documenti debbono essere solo apostillati, cioè tradotti in italiano con dichiarazione dell'interprete sulla fedeltà del testo all'originale. Questi divorzi non entrano nel calderone del censimento Istat la cui scheda dev'essere compilata soltanto presso i Tribunali italiani all'interno dei quali si celebrano le separazioni ed i divorzi.
I numeri cominciano ad esere notevoli. Stime di settore - spiega l'avvocato Gassani - calcolano che, negli ultimi 5 anni almeno ottomila coppie italiane hanno divorziato all'estero.