Come accade di regola, ecco che dopo l'ardua decisione accade che ci si incontra per caso.
Il caso ha voluto che oggi uscissi 10 minuti prima del solito da lavoro, ha voluto poi che cambiassi rotta (ero diretta all'università, ma qualcosa mi ha detto di non andarci), ha voluto che parcheggiassi infondo ad una stradina piuttosto che cercare parcheggio nella strada principale, ha voluto che impiegassi un tot di tempo per fare quel che dovevo fare, uscita poi, diretta verso la mia auto, la razionalità mi diceva di fare la strada più breve ma qualcosa mi ha spinta a fare la strada più lunga e, mentre camminavo accanto alle auto alla ricerca della mia, una macchina si è accostata, pensavo al solito mongolino che volesse fare apprezzamenti e invece... accanto al conducente, c'era lui, che scende dalla macchina lanciando come un cazzone l'amico.
Ho visto in lui entusiasmo di vedermi. Gli tremavano le mani in modo molto evidente e gli tremava il labbro. Io molto distaccata, continuo il mio tragitto verso la macchina, lui mi segue, vuol parlare. Entriamo nella mia auto, lo porto dove doveva andare, accosto ed ero pronta a ripartire. Ma lui mi chiede se avessi tempo ed io gli dico che ero uscita in anticipo e quindi avevo del tempo. Lui parla, soliti discorsi, poi mi espone la sua tristezza infinita per il mio allontanamento, mi dice che tutti i giorni passa sotto casa per vedere se c'è o meno la mia auto. E guarda il telefono indeciso se chiamarmi o meno. Io ancor più distaccata, gli dico che non hanno più motivo di esserci quei discorsi, che per me la cosa si era giù conclusa, non perché fosse venuto meno il sentimento che, anzi, è ancora forte, ma semplicemente perché mi ero resa conto che lui non faceva niente in concreto per cambiare la situazione contingente.
Uhm. Perché il caso ha voluto questo?