Il fatto è che quando cominci a tirare le fila sulla proprietà dei mobili, sulle spese di casa (molto probabilmente lei qualcosa a casa farà), sul fatto che percepisce un canone di affitto che si tiene per sé, insomma, su queste cose, e prevedi che se e quando deciderai, la lascerai "nella merda", stai già facendo un discorso di un certo tipo. E non è il discorso di due che hanno raggiunto per così dire la pace dei sensi (con lui che soddisfatto del resto va a cercar fuori, e lei magari idem). Lui immagina di "lasciare lei nella merda" se incontra un'altra persona. Nemmeno a me pare affetto fraterno. Affetto (almeno per me) sarebbe parlare alla compagna e dirle che per come stanno le cose non è contento. Che non è la relazione che vuole. E significa pigliarsi la responsabilità anche nel dirlo. Rischiare che si inizi a parlare di separazione. Trovo piuttosto inquietante che in tutto questo lui si immagini l'intervento di una terza persona che sblocchi, per così dire, l'impasse. Dice che la separazione è "complicata", non è che mettendo una terza persona diventi più semplice, di norma

. Il suo discorso attuale assomiglia un pò al detto "in mancanza dei cavalli, trottano anche gli asini", solo che non ha ancora capito quali sono gli asini e quali i cavalli, o per meglio dire li alterna a seconda che parli di scopare fuori, oppure di trovare una persona per cui "perdere la testa". Impressione mia.