E' come un sortilegio ...

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Brunetta

Utente di lunga data
Sindrome di Stoccolma nel matrimonio.
 

Diletta

Utente di lunga data
Scusami Diletta, ma secondo me la frase di Kassia in neretto è da ribaltare su di te.

Se abbandoniamo il nostro ruolo di una vita - nel tuo caso moglie e madre - abbandoniamo anche tutto quello che abbiamo rappresentato di noi stessi per tanti anni.

Secondo me il problema risiede in questo.

Non hai un lavoro, una realizzazione professionale e anche un'identità professionale.
Tutto ciò che hai realizzato è stato investimento in rapporti affettivi, con tuo marito anzitutto.
Non è senza di lui che non sapresti stare; è che non sapresti più chi sei se ti pensassi fuori dal tuo ruolo di moglie (e madre), perché non hai mai avuto nessun altro ruolo che quello.

Fossi in te, comincerei a pensare di trovarmi un lavoretto qualunque o anche solo un'attività di volontariato seria e impegnativa che ti restituisca una visione di te come essere nel mondo svincolata dai tuoi ruoli canonici.
Penso che tante cose finora impensabili comincerebbero a prendere dimensione nella tua testa prima, e nella realtà poi.

Se ho scritto cazzate, fammelo pure notare senza problemi.
Se invece senti che c'è della verità, pensaci e poi fai.

P.S. Fanculo il Natale con annessi e connessi :D


Ciao e grazie per il tuo post!
Hai ragione, ma in parte, e ora mi spiego:
verissimo che ho investito sulla famiglia, ma non l'ho fatto da subito, ho lavorato per diversi anni, quindi non nasco come casalinga, ci sono diventata per scelta mia.
Questo cambia un po' le cose perché chi ha avuto un percorso professionale è comunque impostato in maniera diversa da chi non ha avuto altre gratificazioni che quelle relative al matrimonio, ai figli o alla casa.
Per me è così solo per metà.
Ho sempre avuto tanti progetti ed obiettivi che sentivo come miei personali e allo stesso tempo come progetti condivisi con lui, quelli comuni da condividere, e altri che erano e sono sempre stati solo miei perché riferiti alle mie inclinazioni e alle mie passioni.
Questo mio mondo interiore mi è stato di aiuto in questa fase, ho attinto di lì per ricavare un po' di energia positiva e me lo tengo stretto perché è il mio personalissimo rifugio, e decido io quando farci entrare qualcuno!
A volte penso che se lavorassi "anche" fuori non saprei come fare a trovare il tempo per fare tutto quello faccio...e che non ha niente a che fare con quelle "gratificanti" attività casalinghe.
Insomma, non mi ci vedo proprio a sentirmi realizzata passando l'aspirapolvere, anche se, ovviamente, "qualche volta" mi tocca...:eek:
 

Circe

Utente di lunga data
Al di là del singolo caso non è necessario trovarsi un altro per dare un'impronta individualista alla propria vita.
Comprendo il discorso di Circe, e fa parte di un percorso lungo di comprensione delle proprie esigenze e delle risposte che si ottengono in merito.
In pratica lei ha ridimensionato le aspettative che riponeva nella coppia e verosimilmente nei rapporti amorosi.
Da lì in poi puoi trovare soddisfazione per un sé anche, che ne so, intraprendendo una carriera artistica canora o diventando fotografo freelance in giro per il mondo (sto estremizzando), ovvero attività interessanti che monopolizzino il tuo tempo ovviamente a scapito della vita di coppia.
Poi può anche avere un altro, ma non è necessario.
E' una risposta a un problema, una delle tante.
Hai centrato benissimo tutto.
 

Diletta

Utente di lunga data
Ciao Circe, capisco e mi piace questo tipo di approccio salvifico per se stessi. Però si abdica all'amore. E questo è triste.


Rispondo io per Circe...
Sì, è vero, si abdica all'amore e non è il massimo, specie per chi ha vissuto amando.
Addirittura, io pensavo di non riuscire a vivere in altro modo, invece, vedo che, zoppicando qua e là, ci riesco anch'io.
E' una via di salvezza come un'altra e il fine è nobilissimo perché è la salvezza di NOI STESSE.
Per quanto mi riguarda, al momento è il massimo che riesco a fare e, spesso, con fatica.
 

Anonimo1523

Utente di lunga data
Brava Diletta

Rispondo io per Circe...
Sì, è vero, si abdica all'amore e non è il massimo, specie per chi ha vissuto amando.
Addirittura, io pensavo di non riuscire a vivere in altro modo, invece, vedo che, zoppicando qua e là, ci riesco anch'io.
E' una via di salvezza come un'altra e il fine è nobilissimo perché è la salvezza di NOI STESSE.
Per quanto mi riguarda, al momento è il massimo che riesco a fare e, spesso, con fatica.
E io ti QUOTO
 
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