Piperita
Sognatrice
Intanto di quale dolore stiamo parlando? Psichico o fisico?E uno dei nodi del terrore è esattamente qui.
Voler definire in termini di risultati umani un qualcosa di trascendente come il dolore.
Il dolore è dolore. Manda fuori di testa. Fa perdere il senso del tempo e dello spazio. Lacera. Morde. E non da tregua.
Un rumore sordo di sottofondo che annebbia la Vista.
Non è un mezzo. Non è uno strumento.
E' un Essere dell'Essere.
Una soglia che porta in posti dove fa paura andare.
Un portale...ed è potere per certi versi.
Potere talmente potente allo stato puro da essere inebriante il saperlo dominare...che altro non è che renderlo parte vitale e energica del vivere.
E' un Sapere. E non casualmente nei secoli la sua Conoscenza è stata per pochi eletti. Volerlo relegare a mezzo per ottenere altro...è snaturarlo.
Togliergli l'essenza profonda e potere di svelamento...Il dolore è un Dono, del tempo e dello spazio...uno di quei rari momenti in una Vita in cui si ha l'opportunità di veder scendere il velo che separa la Vita dalla Morte...La paura che ne consegue riguarda il cadere di là, nell'annullamento apparente...il corpo è semmai un mezzo per il dolore.
E non a caso il dolore psichico destabilizza...perchè non si sa collocarlo. Perchè è pervasivo e invisibile...perchè è aria che si respira...
Uno dei rovesci del collocare il dolore nel corpo è la credenza, assurda, di poterlo governare attraverso il corpo, e da qui i farmaci che attraverso il corpo provano a fare ciò che soltanto l'anima può fare...assumere il dolore profondo dell'esistenza. Come un dono. E non come una condanna. E la Morte si lega qui...l'impossibilità della partecipazione di chi assiste all'attraversamento di una soglia che soltanto chi sta soffrendo può vedere.
E l'egoismo umano è proiettare la paura di ciò che non si può vedere su chi sta vedendo e non può che attraversare...l'egoismo è trattenere. Che sia emotivamente che sia fisicamente, aggrappandosi al corpo...
Dico soltanto che la percezione varia a seconda delle situazioni. Ancora mi ritrovo a pensare che tutto sia relativo. Ho fatto un esempio sopra di dolore fisico che lacera ma che si accetta di buon grado e di dolore che non si accetta perchè viene identificato con il male, con la morte.
Nella vita esiste il dolore e la non accettazione che crea squilibri nell'uomo. Vorremmo solo le cose che ci fanno stare bene, scartando quelle che ci fanno stare male. L'obiettivo di tutti gli essere umani è stare bene mentalmente e fisicamente. C'è chi ha la consapevolezza che il dolore sia fondamentale perché avvenga un cambiamento e se ne fa una ragione e lo accetta meglio, c'è invece chi non ci riesce e allora vorrebbe evitarlo