Facciamo così?

Brunetta

Utente di lunga data
Facciamo così?

http://tlon.it/fenomenologia-del-pastore/#.WYgjVeSKdWg.facebook

Di tutta l'analisi mi interessa questo:"Ti fanno rabbia tutte quelle persone che hanno qualcosa da difendere, e vivi il disperato tentativo di svergognare tutto, di mostrare che niente conta, che non si possano davvero cambiare le cose. Questa ridicolizzazione – o shaming, ossia umiliazione, avvilimento – serve ad annullare l’impatto del mondo e ad appiattire tutto sullo stesso livello. La usi per soffrire meno, e magari per non soffrire affatto. E non come Kafka, Bulgakov, Beckett – che facevano sul serio black humor – per soffrire meglio. Per imparare a sopportare il peso del mondo.".

Ovvero mi sembra che a volte cadiamo nel cinismo di non credere in niente e nessuno.
Pensiamo che le scelte degli altri siano sempre meschine, determinate da istinti bestiali o interessi egoistici.
Non esageriamo?
È vero che viviamo un'epoca in cui vediamo adulti seguire il principio del piacere, rivendicandolo come diritto, come adolescenti ribelli, anziché il principio di realtà, come adulti responsabili, però nessuno ci obbliga a stare qui. Se ci sembrano tutti esseri insopportabili possiamo evitare di leggerli.
Se non proviamo empatia e umana solidarietà possiamo andare per altri lidi.
Perché restare per accanirsi sulle scelte altrui, anche se sbagliate, soprattutto se assomigliano alle nostre?
 

Kid

Utente un corno
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Di tutta l'analisi mi interessa questo:"Ti fanno rabbia tutte quelle persone che hanno qualcosa da difendere, e vivi il disperato tentativo di svergognare tutto, di mostrare che niente conta, che non si possano davvero cambiare le cose. Questa ridicolizzazione – o shaming, ossia umiliazione, avvilimento – serve ad annullare l’impatto del mondo e ad appiattire tutto sullo stesso livello. La usi per soffrire meno, e magari per non soffrire affatto. E non come Kafka, Bulgakov, Beckett – che facevano sul serio black humor – per soffrire meglio. Per imparare a sopportare il peso del mondo.".

Ovvero mi sembra che a volte cadiamo nel cinismo di non credere in niente e nessuno.
Pensiamo che le scelte degli altri siano sempre meschine, determinate da istinti bestiali o interessi egoistici.
Non esageriamo?
È vero che viviamo un'epoca in cui vediamo adulti seguire il principio del piacere, rivendicandolo come diritto, come adolescenti ribelli, anziché il principio di realtà, come adulti responsabili, però nessuno ci obbliga a stare qui. Se ci sembrano tutti esseri insopportabili possiamo evitare di leggerli.
Se non proviamo empatia e umana solidarietà possiamo andare per altri lidi.
Perché restare per accanirsi sulle scelte altrui, anche se sbagliate, soprattutto se assomigliano alle nostre?
Io ho applicato lo shaming sull'amore per superare il mio tradimento.

Il problema è che sono entrato talmente tanto nel ruolo del disilluso, che oggi non ci credo per davvero.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io ho applicato lo shaming sull'amore per superare il mio tradimento.

Il problema è che sono entrato talmente tanto nel ruolo del disilluso, che oggi non ci credo per davvero.
Se ne sei consapevole ne puoi uscire.
 

spleen

utente ?
Non si dovrebbe confondere l'umorismo nero con il qualunquismo, la capacità di vedere il lato nero della vita con la sciatteria semplificatrice. Per fare dell' umorismo nero non è sufficiente l' omologazione, serve uno sguardo consapevole e smaliziato, originale, nel quale i valori possono persino centrare poco. Io non sono bravo nell' umorismo nero, è al di fuori della mia portata ma mi divertirei da matti a sentire ad esempio il commento di un Flaiano o di un Zeri su una affermazione che cito testualmente dall'articolo linkato: - Quando invece mai come oggi sarebbe possibile costruire un nuovo modo di essere umani, inedito e straordinario, che sappia rispondere con forza all’impoverimento di senso del mondo, recuperando davvero l’incontro con l’Altro.- :)) Detto ciò è vero che ci accaniamo inutilmente contro le scelte altrui, l'umanità non cambierà.... probabilmente.
 
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Skorpio

Utente di lunga data
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Di tutta l'analisi mi interessa questo:"Ti fanno rabbia tutte quelle persone che hanno qualcosa da difendere, e vivi il disperato tentativo di svergognare tutto, di mostrare che niente conta, che non si possano davvero cambiare le cose. Questa ridicolizzazione – o shaming, ossia umiliazione, avvilimento – serve ad annullare l’impatto del mondo e ad appiattire tutto sullo stesso livello. La usi per soffrire meno, e magari per non soffrire affatto. E non come Kafka, Bulgakov, Beckett – che facevano sul serio black humor – per soffrire meglio. Per imparare a sopportare il peso del mondo.".

Ovvero mi sembra che a volte cadiamo nel cinismo di non credere in niente e nessuno.
Pensiamo che le scelte degli altri siano sempre meschine, determinate da istinti bestiali o interessi egoistici.
Non esageriamo?
È vero che viviamo un'epoca in cui vediamo adulti seguire il principio del piacere, rivendicandolo come diritto, come adolescenti ribelli, anziché il principio di realtà, come adulti responsabili, però nessuno ci obbliga a stare qui. Se ci sembrano tutti esseri insopportabili possiamo evitare di leggerli.
Se non proviamo empatia e umana solidarietà possiamo andare per altri lidi.
Perché restare per accanirsi sulle scelte altrui, anche se sbagliate, soprattutto se assomigliano alle nostre?
L'articolo è effettivamente interessante.

Diciamo che i ragionamenti da fare, collegato al focus che poni, per me sono diversi.

Mi concentro sul "difendere" qualcosa da parte di certe persone, di cui all'inizio del post tuo

Intanto.. anche "difendere" può essere aggressivo, volendo, se nel modo di difendere
1 non lo metti in gioco
2 lo erigi a bandiera

E le bandiere confondono le acque, per tanti motivi, secondo me

Dal "io sono laureato" al "io non ho mai tradito" per rifinire al "io ho la terza media e a 15 anni portavo il pane a casa"

Sono tutte bandiere, se usate in certa modalità, è una bandiera chiama a sé Delle teste che ci si possano mettere sotto, per sua stessa funzione meccanica (anche nei cortei si fa così)

E se x "difendere" si alza una bandiera io sento puzza più di scontro che di confronto, e anche quel "difendere" mi puzza e non poco..

Per dire...
 
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