L'apparente contraddizione tra il riconoscimento di essere (naturalmente) violento ed il ripudio della violenza come comportamento (tipico) sta tutta, secondo me, nel fatto di tenere sotto controllo la violenza grazie alla propria mente.
E' come tenere al trotto il cavallo, usando le briglie, con la possibilità di mandarlo al galoppo quando ce ne fosse la necessità.
E la necessità sorge, direi quasi sempre, quando viene la paura di subire conseguenze spiacevoli senza poterlo impedire se non ricorrendo alla violenza.
Poi, c'è la possibilità che, di fronte a forti provocazioni, la rabbia non si riesca a controllarla ed allora la reazione alla (pretesa) ingiustizia subita finisce con il ricorso alla violenza. Anche qui, la mente non riesce più ad esercitare l'auto-controllo.
Non è una prerogativa solo del genere maschile, direi.
Non dimentichiamo di essere animali anche noi umani.