Figlio frutto del tradimento: disconoscimento o riconoscimento, una decisione difficile

Alphonse02

Utente di lunga data
Io parto dal presupposto che le persone siano ignoranti
Non buone a prescindere
Concordo in termini generali, nelle relazioni sociali le persone sono ignoranti e, spesso, superficiali. Perché ci si conosce poco, se non si ha interesse ad approfondire la relazione.

Ma crescere insieme e formare negli anni una coppia che vive conoscendosi significa che ciascun partner conosce i caratteri di fondo dell'altro.

Poi ci sta che si cambi nel tempo e si facciano scelte che superano gli assetti di coppia, ma il tradimento è sempre consapevole come scelta, violato il tabù della fedeltà si procede a strutturare l'insieme dei propri valori in modo diverso.

Il solo fatto di accettare di essere sleali e falsi nei confronti del partner, organizzando incontri con l'amante in modo da non essere scoperti, fornendo motivazioni fasulle per coltivare la relazione extra, significa perdere la fiducia del tradito quando si viene scoperti. Istantaneamente, direi. Spesso non ci si pensa abbastanza, si preferisce vivere le emozioni del momento e ... al diavolo le possibilità di venire scoperti.

Tradendo si privilegia la propria convenienza, nel ricevere appagamento dall'ambiente familiare e dal partner esterno (anche solo per sesso, ammesso che sia così). Acquisisci un vantaggio rispetto al tradito, che non ha la stessa possibilità e ciò è frutto di una decisione unilaterale del traditore.
Mi sembrano conclusioni poco discutibili. O c'è qualcuno che sostiene il contrario ?

Poi, il disagio interno che si vuole tacitare, presunti o reali torti subiti, l'innamoramento per l'amante (quando c'è), l'utilità di mantenere relazione e status con il tradito (magari per non farlo soffrire ...), la volontà di spostare in avanti nel tempo un'eventuale scelta (magari di formare coppia con l'amante o scegliere semplicemente la libertà) possono incidere nel giustificare a se stessi la scelta (convincimento egoistico del partner traditore) di procrastinare cambiamenti di vita.
Ma non conferiscono mai, a mio modo di vedere, una legittimità morale al traditore.
Siamo d'accordo: nella realtà, ognuno se la suona e se la canta come vuole ... è così la vita.

Come lessi in un articolo di psicologi, il tradimento è la disdetta del rapporto di coppia che esisteva prima, solo che non viene portata a conoscenza del partner tradito.

Se ci metti nel tradimento anche un figlio concepito con l'amante la situazione si aggrava notevolmente. Sta al tradito, se e quando lo scopre, compiere la scelta più difficile: tacere o dichiarare la verità.

Talvolta, la penosità della scelta è accresciuta moltissimo dalla previsione delle conseguenze del disvelamento (anche per il figlio). E può capitare quasi per caso, come nel caso di trasfusioni di sangue, quando i gruppi sanguigni sono oggetto di attenzione all'interno delle famiglie. Piuttosto frequente.
 

Brunetta

Utente di lunga data

spleen

utente ?
Però avviene anche il contrario.
Poi non è solo questione di trattare male o bene. Ci sono aspettative e proiezioni oltre il nostro controllo.
Rimane il fatto che scoprire di aver allevato un figlio non tuo è sempre comunque un trauma e delle porcate che può combinare una donna al proprio compagno, questa le batte tutte di gran lunga.
E per questo che affettivamente uno può allevare un figlio non suo, accettando il fatto della paternità culturale.
Ma poi, per parafrasare l'espressione di un mio amico, la donna dovrà fare i conti con me.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Rimane il fatto che scoprire di aver allevato un figlio non tuo è sempre comunque un trauma e delle porcate che può combinare una donna al proprio compagno, questa le batte tutte di gran lunga.
E per questo che affettivamente uno può allevare un figlio non suo, accettando il fatto della paternità culturale.
Ma poi, per parafrasare l'espressione di un mio amico, la donna dovrà fare i conti con me.
Io pensavo a scelte.
Quello che dici è incontestabile.
 

spleen

utente ?
Io pensavo a scelte.
Quello che dici è incontestabile.
Ci sono casi con scelte, che comunque sono censurabili o rispettabili, ci sono situazioni dove non puoi scegliere. Se non erro, trascorso un certo periodo di tempo, nemmeno tanto lungo, un figlio non lo puoi più disconoscere. Credo, e giustamente, a tutela del figlio stesso.
Diciamo che oggigiorno tramite i test genetici, è stato tolto alla donna una parte del potere sulla possibilità di nascondere le sue scelte riproduttive.
Però, personalmente, visto che alla donna si giustificano scelte come l'abbandono del minore in ospedale o persino l'aborto, che checchè se ne dica è la sopressione di una possibile vita, ci andrei molto cauto a considerare una merdaccia chi non se la sente di allevare un figlio non suo.
Che poi, voglio dire, quanti di quelli che lo hanno allevato, poi alla fine si tirano indietro?
 

Nicky

Utente di lunga data
Non voglio commentare la vicenda, ma penso che una mamma tenda a mettere l'interesse del suo bambino sopra ogni cosa.
Solo che, per me, l'interesse del bambino è sapere la verità.
 

Nicky

Utente di lunga data
Però, personalmente, visto che alla donna si giustificano scelte come l'abbandono del minore in ospedale o persino l'aborto, che checchè se ne dica è la sopressione di una possibile vita, ci andrei molto cauto a considerare una merdaccia chi non se la sente di allevare un figlio non suo.
Che poi, voglio dire, quanti di quelli che lo hanno allevato, poi alla fine si tirano indietro?
Spleen, non siamo uguali. Il bambino è parte della donna i primi nove mesi. Capisco che possa dare fastidio che la donna possa disconoscerlo lasciandolo in ospedale (anche se, di fatto, in quel caso c'è anche un padre che lo disconosce), ma è giusto così, è nell'interesse del bambino, che non è stato abortito e non cresce con una persona che non può prendersene cura.
 

spleen

utente ?
Spleen, non siamo uguali. Il bambino è parte della donna i primi nove mesi. Capisco che possa dare fastidio che la donna possa disconoscerlo lasciandolo in ospedale (anche se, di fatto, in quel caso c'è anche un padre che lo disconosce), ma è giusto così, è nell'interesse del bambino, che non è stato abortito e non cresce con una persona che non può prendersene cura.
Sei certa di aver capito quello che ho scritto?
Ti faccio un esempio così mi spiego meglio.
In un reparto maternità dell' ospedale di una città vicina a dove abito, dopo una settimana dalle dimisioni, una madre ha riportato indietro il suo bambino con la sindrome di Down, non gli ha lasciato nemmeno la tutina che aveva addosso. Una settimana lo ha allattato, lo ha curato, poi lo ha dato indietro. (La cosa è finita bene per il bimbo che comunque è stato adottato da un'altra coppia).
Tutte le donne di cui ho parlato di questa cosa la hanno giustificata, perchè non se l'è sentita, per le pressioni che ha presumibilmente subito, per tutta una serie di motivi. E io concordo, condanno dentro di me il gesto ma penso anche a cosa le sia costato, e va bene così, si condanna il peccato e non il peccatore si direbbe.
Però qui scriviamo che uno che disconosce una paternità è una merdaccia, non so se mi spiego.
Allora, direi che se le cose valgono, valgono per tutte e per tutti.
Questo è il senso.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ci sono casi con scelte, che comunque sono censurabili o rispettabili, ci sono situazioni dove non puoi scegliere. Se non erro, trascorso un certo periodo di tempo, nemmeno tanto lungo, un figlio non lo puoi più disconoscere. Credo, e giustamente, a tutela del figlio stesso.
Diciamo che oggigiorno tramite i test genetici, è stato tolto alla donna una parte del potere sulla possibilità di nascondere le sue scelte riproduttive.
Però, personalmente, visto che alla donna si giustificano scelte come l'abbandono del minore in ospedale o persino l'aborto, che checchè se ne dica è la sopressione di una possibile vita, ci andrei molto cauto a considerare una merdaccia chi non se la sente di allevare un figlio non suo.
Che poi, voglio dire, quanti di quelli che lo hanno allevato, poi alla fine si tirano indietro?
Io dicevo merdacce quelli che disconoscono figli cresciuti.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Ci sono casi con scelte, che comunque sono censurabili o rispettabili, ci sono situazioni dove non puoi scegliere. Se non erro, trascorso un certo periodo di tempo, nemmeno tanto lungo, un figlio non lo puoi più disconoscere. Credo, e giustamente, a tutela del figlio stesso.
Esattamente un anno è il termine e decorrenza dalla nascita se il padre si trovava nello stesso luogo. Altrimenti dalla conoscenza. Ma sempre entro il limite di 5 anni dalla nascita del bimbo.
Per la madre il termine è di 6 mesi dalla nascita per disconoscere la paternità.

Diciamo che oggigiorno tramite i test genetici, è stato tolto alla donna una parte del potere sulla possibilità di nascondere le sue scelte riproduttive.
Però, personalmente, visto che alla donna si giustificano scelte come l'abbandono del minore in ospedale o persino l'aborto, che checchè se ne dica è la sopressione di una possibile vita, ci andrei molto cauto a considerare una merdaccia chi non se la sente di allevare un figlio non suo.
Che poi, voglio dire, quanti di quelli che lo hanno allevato, poi alla fine si tirano indietro?
Pochi, veramente pochi. Per questo il caso del Prof. Maira fece scalpore (oltre al fatto che fosse citato come il chirurgo del Papa). Dopo 38 anni cambi decisione ... vergognoso, solamente vergognoso.

Ho avuto un amico che, scoperto il tradimento della moglie, mentre chiedeva la separazione con addebito aveva avuto il feroce dubbio che il terzo figlio (16 anni) non fosse suo ma dell'amante. Ci ha pensato tante volte (di fare l'analisi del DNA) ma poi non se l'è sentita.
Poiché si confidava con me conosco lo strazio interiore che ha trascorso. Io stesso l'ho consigliato nel senso di non pensarci affatto, entrambi (padre e figlio) erano attaccatissimi e, in sede di separazione, il figlio è voluto andare con il padre.
 

spleen

utente ?
Io dicevo merdacce quelli che disconoscono figli cresciuti.
Non lo puoi fare, per legge il termine è un anno. Se poi uno vuole trovare delle scuse per diseredarlo, chiaro che può trovare delle scuse. Però credo ci siano più persone che diseredano figli geneticamente propri.
Se poi vogliamo inaugurare una discussione sulla inadeguatezza della paternità e maternità, guarda, com me sfondi una porta aperta.
 

Nicky

Utente di lunga data
Però qui scriviamo che uno che disconosce una paternità è una merdaccia, non so se mi spiego.
Allora, direi che se le cose valgono, valgono per tutte e per tutti.
Questo è il senso.
Pensavo di riferissi al fatto che un uomo non può evitare di riconoscere un figlio, se viene fatta una causa per il riconoscimento di paternità.
Io non ho un'opinione di nessun genere verso chi disconosce un figlio adulto, penso però che si privi di un rapporto costruito negli anni, punendo sé stesso e il figlio per errori altrui. E' una situazione che mi suscita pena.
 

Nicky

Utente di lunga data
Non lo puoi fare, per legge il termine è un anno. Se poi uno vuole trovare delle scuse per diseredarlo, chiaro che può trovare delle scuse. Però credo ci siano più persone che diseredano figli geneticamente propri.
Alphonse ha detto che il termine è di un anno da quando scopri che non è tuo. Perciò, lo puoi fare anche quando il figlio ha vent'anni, se dimostri che la scoperta è posteriore.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non lo puoi fare, per legge il termine è un anno. Se poi uno vuole trovare delle scuse per diseredarlo, chiaro che può trovare delle scuse. Però credo ci siano più persone che diseredano figli geneticamente propri.
Se poi vogliamo inaugurare una discussione sulla inadeguatezza della paternità e maternità, guarda, com me sfondi una porta aperta.
È citato nel post e di apertura e ancora qui che è avvenuto.
Esattamente un anno è il termine e decorrenza dalla nascita se il padre si trovava nello stesso luogo. Altrimenti dalla conoscenza. Ma sempre entro il limite di 5 anni dalla nascita del bimbo.
Per la madre il termine è di 6 mesi dalla nascita per disconoscere la paternità.


Pochi, veramente pochi. Per questo il caso del Prof. Maira fece scalpore (oltre al fatto che fosse citato come il chirurgo del Papa). Dopo 38 anni cambi decisione ... vergognoso, solamente vergognoso.

Ho avuto un amico che, scoperto il tradimento della moglie, mentre chiedeva la separazione con addebito aveva avuto il feroce dubbio che il terzo figlio (16 anni) non fosse suo ma dell'amante. Ci ha pensato tante volte (di fare l'analisi del DNA) ma poi non se l'è sentita.
Poiché si confidava con me conosco lo strazio interiore che ha trascorso. Io stesso l'ho consigliato nel senso di non pensarci affatto, entrambi (padre e figlio) erano attaccatissimi e, in sede di separazione, il figlio è voluto andare con il padre.
Poi si può smettere di avere rapporti, lasciando l’eredità.
 

spleen

utente ?
Pensavo di riferissi al fatto che un uomo non può evitare di riconoscere un figlio, se viene fatta una causa per il riconoscimento di paternità.
Io non ho un'opinione di nessun genere verso chi disconosce un figlio adulto, penso però che si privi di un rapporto costruito negli anni, punendo sé stesso e il figlio per errori altrui. E' una situazione che mi suscita pena.
Anche a me.
 

spleen

utente ?
Alphonse ha detto che il termine è di un anno da quando scopri che non è tuo. Perciò, lo puoi fare anche quando il figlio ha vent'anni, se dimostri che la scoperta è posteriore.
No, non credo, max 5 anni.
 

spleen

utente ?
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