Nausicaa
sfdcef
Udienza.
La sera prima, ancora nel panico più totale.
Ho sempre avuto un grosso problema con la paura. Tanto grosso che ho dovuto imparare a conviverci, imparare a fare anche tutte le cose che mi spaventavano a morte, e dalle quali avrei voluto fuggire a gambe levate.
Altrimenti passavo la mia vita nascosta in casa.
Cmq.
Sul lavoro, la mia paura l'ho sempre controllata benissimo. Ovvero, nessuno si è mai accorto di nulla.
Con mio marito, la mia paura ha raggiunto vette vergini.
Non mi ha mai picchiato, ma ogni tanto penso che se l'avesse fatto, forse non sarei riuscita a reagire, e mi sarei unita alla schiera silenziosa delle donne maltrattate. Con mio marito, sono sempre stata una ameba.
E di questo ne ha approfittato (no, io ho lasciato che se ne approfittasse) durante tutto questo calvario di udienze avvocati memorie...
Io tutta gentile, abbozzante, remissiva, educata, e lui a dipingermi come una vacca che se ne frega di sua figlia. Sapete, credo, come si fa... si parte da una piccola verità, la si distorce, la si addobba, et voilà.
E io... zitta... non trovavo mai il modo o il tempo per ribattere...
"aspettiamo... proviamo invece... proponiamo... no non so se questo sono in grado di dirlo..."
La sera prima dell'udienza, panico.
Stomaco pazzo, nausea, sudori freddi e caldi, tutto il circo. Paura. Paura. Paura. E di nuovo, ripetendomi quello che avrei voluto dire al giudice, mi guardavo, guardavo il mio atteggiamento e... in pratica mi stavo scusando.
Mi scusavo di chiedere il meglio per mia figlia. Mi vergognavo, mi sentivo in debito.
In realtà, proprio recentemente, in un paio di occasioni sono riuscita a rispondere davvero per le rime a mio marito. Talmente incavolata per il danno che sta causando a Fra, per la sua faccia tosta a vivere sopra le mie spalle, per il suo sputare in faccia a chi della mia famiglia lo ha accolto e amato.. Vabbè.
Ma erano due episodi isolati.
Quella sera, al sera prima dell'udienza, ho ricevuto una mail, da un amico.
La più bella lettera "d'amore" che io abbia mai ricevuto.
Una mail che mi ha parlato al cuore, o allo stomaco, non lo so.
Una mail che semplicemente mi diceva che io sapevo che quello che chiedevo era buono e giusto.
Diceva tante altre cose, ma non ho la minima intenzione di pubblicarla, e riassumerla è come dire che la Divina commedia è il racconto del viaggio di un tizio in inferno purgatorio e paradiso.
E' stato il mio "click".
Ogni tanto mi succede... sono in una situazione ultraincasinata, ma sento che tra poco qualcosa farà "click", come un ingranaggio che rientra a posto, e io saprò come comportarmi, e sarò lucida e razionale e in grado di affrontare ogni cosa.
E all'udienza... mio marito si è trovato una Nausicaa che non aveva mai visto. E non ha potuto aprire bocca. Si è messo in un angolo, e non ha potuto rispondermi o dirmi nulla. Non ha avuto il coraggio di guardarmi.
Risultati? Pochi, purtroppo.
Il mio avvocato non è fiducioso. Mi sono messa in una posizione di debolezza troppo marcata fin dall'inizio (e che Fra mi perdoni... perchè io non ci riuscirò mai...), perchè le cose si possano modificare troppo ora.
Ma, almeno per una volta, non ho NULLA da rimproverarmi, perchè SO di avere fatto tutto, tutto quello che potevo.
Senza tradire onestà, sincerità, educazione.
Per una volta, mi guardo allo specchio senza pensare di essere una madre schifosa che non ha saputo proteggere sua figlia.
La sera prima, ancora nel panico più totale.
Ho sempre avuto un grosso problema con la paura. Tanto grosso che ho dovuto imparare a conviverci, imparare a fare anche tutte le cose che mi spaventavano a morte, e dalle quali avrei voluto fuggire a gambe levate.
Altrimenti passavo la mia vita nascosta in casa.
Cmq.
Sul lavoro, la mia paura l'ho sempre controllata benissimo. Ovvero, nessuno si è mai accorto di nulla.
Con mio marito, la mia paura ha raggiunto vette vergini.
Non mi ha mai picchiato, ma ogni tanto penso che se l'avesse fatto, forse non sarei riuscita a reagire, e mi sarei unita alla schiera silenziosa delle donne maltrattate. Con mio marito, sono sempre stata una ameba.
E di questo ne ha approfittato (no, io ho lasciato che se ne approfittasse) durante tutto questo calvario di udienze avvocati memorie...
Io tutta gentile, abbozzante, remissiva, educata, e lui a dipingermi come una vacca che se ne frega di sua figlia. Sapete, credo, come si fa... si parte da una piccola verità, la si distorce, la si addobba, et voilà.
E io... zitta... non trovavo mai il modo o il tempo per ribattere...
"aspettiamo... proviamo invece... proponiamo... no non so se questo sono in grado di dirlo..."
La sera prima dell'udienza, panico.
Stomaco pazzo, nausea, sudori freddi e caldi, tutto il circo. Paura. Paura. Paura. E di nuovo, ripetendomi quello che avrei voluto dire al giudice, mi guardavo, guardavo il mio atteggiamento e... in pratica mi stavo scusando.
Mi scusavo di chiedere il meglio per mia figlia. Mi vergognavo, mi sentivo in debito.
In realtà, proprio recentemente, in un paio di occasioni sono riuscita a rispondere davvero per le rime a mio marito. Talmente incavolata per il danno che sta causando a Fra, per la sua faccia tosta a vivere sopra le mie spalle, per il suo sputare in faccia a chi della mia famiglia lo ha accolto e amato.. Vabbè.
Ma erano due episodi isolati.
Quella sera, al sera prima dell'udienza, ho ricevuto una mail, da un amico.
La più bella lettera "d'amore" che io abbia mai ricevuto.
Una mail che mi ha parlato al cuore, o allo stomaco, non lo so.
Una mail che semplicemente mi diceva che io sapevo che quello che chiedevo era buono e giusto.
Diceva tante altre cose, ma non ho la minima intenzione di pubblicarla, e riassumerla è come dire che la Divina commedia è il racconto del viaggio di un tizio in inferno purgatorio e paradiso.
E' stato il mio "click".
Ogni tanto mi succede... sono in una situazione ultraincasinata, ma sento che tra poco qualcosa farà "click", come un ingranaggio che rientra a posto, e io saprò come comportarmi, e sarò lucida e razionale e in grado di affrontare ogni cosa.
E all'udienza... mio marito si è trovato una Nausicaa che non aveva mai visto. E non ha potuto aprire bocca. Si è messo in un angolo, e non ha potuto rispondermi o dirmi nulla. Non ha avuto il coraggio di guardarmi.
Risultati? Pochi, purtroppo.
Il mio avvocato non è fiducioso. Mi sono messa in una posizione di debolezza troppo marcata fin dall'inizio (e che Fra mi perdoni... perchè io non ci riuscirò mai...), perchè le cose si possano modificare troppo ora.
Ma, almeno per una volta, non ho NULLA da rimproverarmi, perchè SO di avere fatto tutto, tutto quello che potevo.
Senza tradire onestà, sincerità, educazione.
Per una volta, mi guardo allo specchio senza pensare di essere una madre schifosa che non ha saputo proteggere sua figlia.