Il cibo dell'anima

Palladiano

utente d'altri tempi
Certo, Grande Nazione, la Città Migliore dell'Universo (conosciuto e non), rinomata per mettere i rom ai ferri.
cmq c'è gente perbene anche qui. e ti parla uno che da bambino e da ragazzino ha subìto discriminazione in quanto "terrone".

vicenza è una cittadina di provincia, quasi tranquilla, sonnolenta e poco vivace. ordinata (in peggioramento) con tanto verde e bellissime montagne ad un tiro di schioppo.
un clima infelicissimo (umida e fredda d'inverno e calda e afosa d'estate) non la rende di certo la città ideale in cui vivere.
Però vedi, noto la ripresa di un fervore culturale prima sopito e le nuove generazioni sono di gran lunga migliori dei loro padri e nonni (quelli che ancora mi dicono: ah, te sì teròn! :rolleyes:)
 

spleen

utente ?
cmq c'è gente perbene anche qui. e ti parla uno che da bambino e da ragazzino ha subìto discriminazione in quanto "terrone".

vicenza è una cittadina di provincia, quasi tranquilla, sonnolenta e poco vivace. ordinata (in peggioramento) con tanto verde e bellissime montagne ad un tiro di schioppo.
un clima infelicissimo (umida e fredda d'inverno e calda e afosa d'estate) non la rende di certo la città ideale in cui vivere.
Però vedi, noto la ripresa di un fervore culturale prima sopito e le nuove generazioni sono di gran lunga migliori dei loro padri e nonni (quelli che ancora mi dicono: ah, te sì teròn! :rolleyes:)
Sono la regola, non l'eccezione.
Poi si sà, di imbecilli ce ne sono dappertutto.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di vïaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.

E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.

Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!
Lui, prima così bello, com'è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!

Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare.


Charles Baudelaire
 

spleen

utente ?
Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m'interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. E' un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare. Non c'è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l'altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l'oceano.

Incipit - Moby Dick - Melville
 

drusilla

Drama Queen
He no longer dreamed of storms, nor of women, nor of great occurrences, nor of great fish, nor fights, nor contests of strength, nor of his wife. He only dreamed of places now and the lions on the beach. They played like young cats in the dusk and he loved them as he loved the boy. He never dreamed about the boy. He simply woke, looked out the open door at the moon and unrolled his trousers and put them on.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
dissertazione

Per Harry invece le cose stavano diversamente: in lui l'uomo e il lupo non erano appaiati e meno ancora si aiutavano a vicenda; al contrario, vivevano in continua inimicizia mortale, e l'uno viveva a dispetto dell'altro, e quando in un sangue e in un'anima ci sono due nemici mortali, la vita è un guaio. Certo, ciascuno ha il suo destino e nessuno ha la vita facile…

......


Anche chi non ha il lupo dentro di sé, non per questo dev'essere felice…Tutti infatti coloro che prendevano a volergli bene vedevano soltanto uno dei suoi lati…e rimanevano atterriti e delusi quando scoprivano in lui improvvisamente il lupo. E non potevano fare a meno di scoprirlo, perché Harry, come tutti gli esseri, voleva essere amato tutto intero e non poteva quindi nascondere o negare il lupo di fronte a coloro al cui affetto teneva particolarmente…Ma ce n'erano altri che amavano in lui precisamente il lupo, quella sua libertà selvatica e indomita, il pericolo e la forza…Ma chi credesse di conoscere ora il lupo della steppa e di poter immaginare la sua vita misera e straziata sarebbe in errore: egli non sa ancora tutto, neanche lontanamente.

Non sa che (come non c'è regola senza eccezione, e come in date circostanze il buon Dio preferisce un unico peccatore a novantanove giusti), non sa che a Harry capitavano anche eccezioni e casi fortunati, che egli sentiva talvolta il lupo, tal'altra l'uomo respirare e pensare dentro di sé indisturbato e puro, che entrambi, qualche rara volta, facevano persino la pace e vivevano l'uno per l'altro…di modo che l'uno dormiva mentre l'altro vegliava, non solo, ma diventavano più forti tutti e due sicché l'uno raddoppiava l'altro…

Se queste brevi e rare ore di felicità pareggiassero e mitigassero la triste sorte del lupo della steppa in modo da formare un equilibrio tra felicità e dolore, o se addirittura la felicità breve ma intensa di quei pochi momenti assorbisse tutto il dolore e risultasse positiva, questa è un'altra questione sulla quale possono ponzare a piacimento coloro che non hanno niente da fare…


Il lupo della steppa.
H.H.
 

Flavia

utente che medita
Botta di salvezza

Ho bisogno d’inventare una rima

tra quello che sta succedendo

e qualcosa di altro.

Ho bisogno di accoppiare un vicolo cieco

in cui mi sono cacciato

a qualche sconfinata prateria.

Mi fa da ormeggio per non naufragare.

Sono predisposto al soccorso della poesia,

che non è un’arte di arrangiare fiori,

ma urgenza di afferrarsi a un bordo nella tempesta.

Per me è pronto soccorso, la poesia,

non una sviolinata al chiaro di luna.

È botta di salvezza.

(Erri De Luca)

 

spleen

utente ?
Per Harry invece le cose stavano diversamente: in lui l'uomo e il lupo non erano appaiati e meno ancora si aiutavano a vicenda; al contrario, vivevano in continua inimicizia mortale, e l'uno viveva a dispetto dell'altro, e quando in un sangue e in un'anima ci sono due nemici mortali, la vita è un guaio. Certo, ciascuno ha il suo destino e nessuno ha la vita facile…

......


Anche chi non ha il lupo dentro di sé, non per questo dev'essere felice…Tutti infatti coloro che prendevano a volergli bene vedevano soltanto uno dei suoi lati…e rimanevano atterriti e delusi quando scoprivano in lui improvvisamente il lupo. E non potevano fare a meno di scoprirlo, perché Harry, come tutti gli esseri, voleva essere amato tutto intero e non poteva quindi nascondere o negare il lupo di fronte a coloro al cui affetto teneva particolarmente…Ma ce n'erano altri che amavano in lui precisamente il lupo, quella sua libertà selvatica e indomita, il pericolo e la forza…Ma chi credesse di conoscere ora il lupo della steppa e di poter immaginare la sua vita misera e straziata sarebbe in errore: egli non sa ancora tutto, neanche lontanamente.

Non sa che (come non c'è regola senza eccezione, e come in date circostanze il buon Dio preferisce un unico peccatore a novantanove giusti), non sa che a Harry capitavano anche eccezioni e casi fortunati, che egli sentiva talvolta il lupo, tal'altra l'uomo respirare e pensare dentro di sé indisturbato e puro, che entrambi, qualche rara volta, facevano persino la pace e vivevano l'uno per l'altro…di modo che l'uno dormiva mentre l'altro vegliava, non solo, ma diventavano più forti tutti e due sicché l'uno raddoppiava l'altro…

Se queste brevi e rare ore di felicità pareggiassero e mitigassero la triste sorte del lupo della steppa in modo da formare un equilibrio tra felicità e dolore, o se addirittura la felicità breve ma intensa di quei pochi momenti assorbisse tutto il dolore e risultasse positiva, questa è un'altra questione sulla quale possono ponzare a piacimento coloro che non hanno niente da fare…


Il lupo della steppa.
H.H.
Sembra la metafora della violenza quando parli della sua presenza dentro ciascuno di noi.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sembra la metafora della violenza quando parli della sua presenza dentro ciascuno di noi.
Sì. Hai ragione. Sai che non ci avevo fatto caso?

Del lupo della steppa mi è sempre piaciuta la rappresentazione della scissione. In questa parte la descrive benissimo. Come descrive benissimo la parzialità del guardare. Del dare interezza all'altro.
E Harry mi piace. Molto.
 

Nausicaa

sfdcef
He no longer dreamed of storms, nor of women, nor of great occurrences, nor of great fish, nor fights, nor contests of strength, nor of his wife. He only dreamed of places now and the lions on the beach. They played like young cats in the dusk and he loved them as he loved the boy. He never dreamed about the boy. He simply woke, looked out the open door at the moon and unrolled his trousers and put them on.


Il Vecchio e il mare... letto e riletto, tante e tante volte :)
 

Nausicaa

sfdcef
La notte d'estate è grumolata di stelle
non so come mai, ma mi sembrano più belle.

C'è un girotondo nel cielo, io lo so, c'ero davvero.
C'è un nascondino nel cielo, chiudo gli occhi e li riapro.
Ci sono geometrie nel cielo
ma è passato un bambino
e le torri son cadute giù.

E non so che rumore facciano
le stelle
mentre rotolano via
ma io le seguo - tlank! tlank! - in salti di olio e di aria compressa,
aggrappata alla Via Lattea
a raccogliere galassie.

E' fredda la notte d'estate
e ha ragione Tibor, amore mio,
il vero calore non viene dalle stelle
ma dalla carezza della tua pelle.
 

FataIgnorante

Utente di lunga data
L'occhio si muove davanti allo specchio
di cose nuove si nutre il tuo orecchio
La lingua rimane sempre piccina
mentre il naso annusa la cucina
 

Palladiano

utente d'altri tempi
Dubiti forse di essere la donna più dolce del mondo?E la donna più importante del mondo?
Dubiti forse che, da quando ti ho incontrata,

sia entrato in possesso delle chiavi del mondo?

Dubiti forse che, quando ho toccato la tua mano,

Sia mutata la conformazione del mondo?

Dubiti forse che quando hai varcato il mio cuore

Sia stato il giorno più straordinario della storia

E la notizia più bella del mondo?

Dubiti forse di chi tu sia?

O colei che con i suoi occhi si è insediata nelle sezioni del tempo

O donna che abbatte, solo passando, il muro della voce

Non so cosa mi succeda

è come se fossi la mia prima donna

Come se, prima di te, non avessi amato

Come se non avessi mai professato amore

Tu sei la mia genesi.. prima di te non ricordo di essere stato

Tu sei la mia protezione… prima della tua tenerezza non ricordo di essere vissuto

Come se, o regina, dal tuo ventre come un uccello sia fuoriuscito

Dubiti forse di essere parte della mia essenza,

che abbia rubato il fuoco dai tuoi occhi

e che abbia compiuto la più profonda delle mie rivoluzioni

O fior di rosa, rubino, basilico

Sultana

Ragazza del popolo

L’unica legittima tra tutte le regine

Pesce che nuota nelle acque della mia vita

Luna che sorge ogni sera sulla soglia delle parole

la più grandiosa delle mie conquiste

l’ultima patria in cui nasco,

in cui vengo seppellito,

e in cui pubblico i miei scritti.

O donna meravigliosa, o donna mia,

non so come fu che l’onda mi gettò ai tuoi piedi

Proprio non so come tu sia giunta a me

né come io sia giunto a te

O colei sulla quale si affollano tutti gli uccelli del mare

Per prendere dimora sul tuo seno

Quanto fu grande la mia fortuna quando ti incontrai

O donna che entri nella composizione della poesia

Calda sei come la sabbia del mare

Splendida come la notte del destino

Dal giorno in cui hai bussato alla mia porta, è iniziata la vita

Quanto è diventata bella la mia poesia,

da quando si è ingentilita tra le tue mani.

Quanto sono diventato ricco…e forte

Da quando Dio ti ha donato a me

Dubiti forse di essere la fiamma che vive nei miei occhi

E che le tue mani siano una luminosa continuazione delle mie?

Dubiti forse

Che le tue parole escano dalle mie labbra?

Dubiti forse

che io sia dentro te

e tu dentro me ?

O fuoco che necessita del mio essere

Frutta che ricopre i miei rami,

Corpo che taglia come spada

E percuote come vulcano

O seno odoroso come una piantagione di tabacco

Che corre verso di me, come un destriero

Dimmi

Come mi salverò dalle onde del diluvio universale

Cosa farò di te? sono in uno stato di assuefazione

Dimmi, qual è la soluzione? Ormai la passione

È giunta ai confini dell’alienazione
 

Palladiano

utente d'altri tempi
Allor che i miei buoni fratelli m'avevan due volte sepolto,
disse una voce: (io non so come e dove)
"Assolto. Mancanza assoluta di prove".
Si apersero tutte le porte, si apersero tutti i cancelli.
"Assolto!" Io sono "l'assolto" miei cari signori, e ora che sono fuori guardatemi bene in viso: ho ucciso?
"Assolto!"
È la mia professione, che intendo bene di sfruttare dal suo lato migliore.
"Assolto!"
Appena uscito mi accorsi subito qual era il miglior partito.
Fuggire? Nascondersi agli occhi della gente? Macché!
Sottrarsi alla sconcezza del dubbio ch'io rivesto? Macché!
Rivestirlo dignitosamente o con disinvoltura? Macché! Niente, niente!
Esibirsi, senza misura, generosamente.
Gli è perciò ch'io frequento le strade, il passeggio, i teatri, il caffè, come ogn'altr'uom non assolto: certe volte mi diverto poco... certe altre molto... né più né meno di lui o di te.
Si sa che color che incontrandomi intrecciavan col mio bei sorrisi, vedeste ora che visi...
che visi mi fanno!
E che voci sorprendo dai crocchi! Vedeste che occhi!
- Un innocente si scolpa.
- E un farabutto lo stesso.
- Ha taciuto, ecco tutto.
- Ha taciuto come un innocente.
- Ha taciuto come un farabutto!
- E gli errori?
- Questi sono gli errori, i delinquenti sono tutti fuori!
Entro per tempo in teatro, prendo possesso della mia poltrona con molto sussiego.
Mi volgo, mi chino, mi spiego; mi lascio ammirar giro giro con aria da Dio.
E se certi visi si spostano resta inflessibile il mio.
Per i primi venti minuti lo spettacolo lo do io. "Bella che stai puntandomi attraverso la lente dell'occhialino, dimmi, mio bel musino, mi desideri innocente, o mi desideri assassino?"
Un signore là indietro, dai posti distinti, macina lesto fra i denti: "sul trono, sul trono i briganti!"
E un altro: "guardate che ghigna stasera, facciaccia da galera!"
Quando s'alza il sipario divento anch'io un umile spettatore, come lui, negli antratti ritorno un poco attore, eppoi ancora spettatore come te, come tutti gli altri.
E se dopo all'uscita qualcuno mi aspetta, io esco pian pianino senza nessuna fretta.
Poi vado al caffè. Finché c'è gente sveglia nella città resto a sua disposizione, nessuno dev'essere defraudato nella legittima curiosità, sono un galantuomo nella mia professione.
E non crediate ch'io sia tardivo ad escir fuori al mattino, macché! bisogna pensare che il mattiniero ha gli stessi diritti del nottambulo cittadino.
"Assolto!" Può sembrar poco... e può sembrar di molto.
Guardatemi bene in viso: ho ucciso?
Aldo Palazzeschi
 

Palladiano

utente d'altri tempi
Se ammirerò di notte la tormenta,
m'infiammerò senza potermi spegnere.
A me l'azzurra notte ha bisbigliato,
ciò che è negli occhi tuoi, ragazza bella.

Una fiaba vellosa ha bisbigliato
ed un prato incantanto mi ha predetto
sul tuo conto parecchi sogni alati
sul tuo conto, mia amica misteriosa.

M' intreccerò come una ragnatela
di neve, i baci sono lunghi sogni
Sento il tuo cuore di cigno,
discerno l'ardente cuore della primavera.

L'Orsa Maggiore mi ha profetizzato,
e anche una strega, creatura del gelo,
che dentro agli occhi tuoi, ragazza bella,
sulla tua fronte c'è l'azzurra notte.

Aleksandr Blok
 

Palladiano

utente d'altri tempi
L'amore, amore mio,
è una graziosa poesia scritta sulla luna,
l'amore è disegnato
su tutte le foglie degli alberi,
l'amore è inciso
sulle piume dei passeri
e sulle gocce di pioggia.


nizar qabbani
 

Palladiano

utente d'altri tempi
Sii come il fumo: sali,
pensa che evitandoti
nessuno dirà "ti ho avuta
e ho potuto misurarti".

Sii come il sogno: canta,
incanta all'addormentato.
Ci apre la tua gola
il cuore fiorito.

Sii il vino che ubriaca
e per vizio si ama;
non il sandalo che la scure
profuma, che lo ferisce.

Anima che luccica e rimane
risuonando nell'uomo.
Ma che nessuno possa
indovinare il suo nome.
Josè hierro



Sé como el homo: sube,
piensa que al evadirte
nadie dirá "te tuve
y he podido medirte".

Sé como el sueño: canta,
encanta al ser dormido.
Nos pone tu garganta
el corazón florido.

Sé el vino que enborracha
y por vicio se quiere;
no el sándalo que el hacha
perfuma, que lo hiere.

Alma que brilla y queda
resonando en el hombre.
Pero que nadie pueda
adivinar su nombre.
 
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Palladiano

utente d'altri tempi
Io la regina del luogo
torno senza corona
sovrana senza scettro
schiava con un diadema di gelsomini di Damasco

danzo e canto

io il corpo del sole

calda
come le lacrime di chi ha perso il regno
come il sangue della nascita
calda io
come il primo desiderio

canto e danzo

io la regina del luogo
nel palmo destro
porto il sole
nel palmo sinistro
porto il profumo

uscita da te
piangendo
trascino i fili della delusione
e i bambini delle viole
torno da te
come l’alba dopo una notte d’amore
fresca come le dita di un neonato
felice come un cuore semplice

sono colei che senza casa abita casa tua
sono colei che uscita da te
vaga nei vicoli della memoria
erra come un pastore smarrito il gregge

sono colei che ha per sola patria
i fogli e le parole
sono colei che ha per solo letto
i marciapiedi della speranza
torno da te per trovare consolazione
per rinascere dall’apice
dell’afflizione

donna di tutti gli uomini
nessun uomo è mio
donna di tutti i paesi
nessun paese è mio

donna di lettere e di parole
donna di mari e di monti
donna di piacere e di dolore
torno alle tue braccia
al tuo presente
per risvegliare il tuo ricordo
e risveglio il mio ricordo.

(Maram Al Masri)
 

brenin

Utente
Staff Forum
Poesia di Yeats, tratta dal film 84,Charing Cross Road

He Wishes For The Cloths Of Heaven

HAD I the heavens' embroidered cloths,
Enwrought with golden and silver light,
The blue and the dim and the dark cloths
Of night and light and the half-light,
I would spread the cloths under your feet:
But I, being poor, have only my dreams;
I have spread my dreams under your feet;
Tread softly because you tread on my dreams.

Se avessi del Cielo i ricamati drappi,
intessuti dell'oro e dell'argento della luce,
i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
dai mezzi colori dell'alba e del tramonto,
stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
ma io, essendo povero, ho soltanto i miei sogni;
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.













 
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