Il cibo dell'anima

oro.blu

Never enough
Conclusione difficile da ammettere con la persona direttamente interessata,ma sicuramente alla propria coscienza " non si scappa "; presto o tardi raffiora tutto,le scelte sbagliate,gli errori commessi,il danno fatto più che a sè stessi agli altri, e forse solo allora non ci sarà più nessuno con cui condividere il "malessere/rimpianto " inevitabile di quei momenti. Ed il tutto peserà come un macigno.Per sempre.
sono d'accordo. Alla propria coscienza non si scappa....
 

brenin

Utente
Staff Forum
G. Garcia Marquez

A un bambino darei le ali, ma lascerei che da solo imparasse a volare.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con l'oblìo.
Tante cose ho imparato da voi uomini...
Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità risiede nella forza di risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta,
il dito del padre, lo racchiude per sempre.
Ho imparato che un uomo ha diritto a guardarne un altro dall'alto solo per aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto apprendere da voi,
ma in verità a molto non servirebbero, perchè quando
mi metterete dentro quella borsa, infelicemente starò morendo,
Dì sempre ciò che senti e fai ciò che pensi.
Se sapessi che oggi sarà l'ultimo giorno in cui ti vedrò dormire,
ti abbraccerei forte e pregherei il Signore affinchè possa essere il guardiano della tua anima.
Se sapessi che questa è l'ultima volta che ti vedo uscire dalla porta,
ti abbraccerei, ti bacerei, e ti richiamerei per dartene ancora.
Se sapessi che questa è l'ultima volta che ascolterò la tua voce,
registrerei ogni tua parola per poterla riascoltare una ad un'altra volta all'infinito.
Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti in cui ti vedo ti direi "ti amo"
senza assumere, scioccamente,che lo sai di già.
Sempre c'è un domani e la vita ci dà un'altra opportunità per fare bene le cose, ma se sbaglio,
e oggi è tutto ciò che mi resta,
mi piacerebbe dirti che ti voglio bene, e che mai ti dimenticherò.
Il domani non è assicurato a nessuno, giovane o vecchio.
Oggi può essere l'ultimo giorno che vedi coloro che ami.
Perciò non aspettare più, fallo oggi, perchè se il domani non dovesse mai arrivare,
sicuramente lamenterai il giorno che non hai preso tempo per un sorriso,
un abbraccio, un bacio, e che sarai stato troppo occupato per concederti un ultimo desiderio.
Mantieni coloro che ami vicini a te,
dì loro all'orecchio quanto ne hai bisogno,
amali e trattali bene, prenditi tempo per dirgli "mi dispiace", "perdonami",
"per piacere", "grazie" e tutte le parole d'amore che conosci.
Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti.
Chiedi al Signore la forza e la saggezza per saperli esprimere; e dimostra ai tuoi amici quanto t'importano."

 

brenin

Utente
Staff Forum
Osho - L'educazione

L’uomo nasce in quanto seme, è una potenzialità, non è una realtà. Questo è un fatto unico e straordinario, poiché in tutta l’esistenza solo l’uomo nasce come potenzialità. Tutti gli altri animali nascono completi.Un cane nasce come cane, e tale resterà per tutta la vita. Il leone nasce come leone. L’uomo non nasce come uomo, ma solo come seme: potrebbe diventare uomo, ma anche non diventarlo. L’uomo ha un futuro; nessun altro animale lo ha. Tutti gli animali nascono istintivamente perfetti. L’uomo è il solo animale imperfetto. Da qui la possibilità di crescere e di evolvere.L’educazione è un ponte tra potenzialità e realtà. L’educazione serve ad aiutarti a diventare ciò che già sei, anche se solo in forma di seme. Ciò che accade nelle scuole e nelle università non è educazione.E’ solo una preparazione a un buon lavoro e un discreto stipendio. Non ti dà la tua vita. Forse può darti un tenore di vita più elevato, ma questo non equivale a una vita migliore; le due cose non sono sinonimi.La cosiddetta educazione che esiste nel mondo ti prepara esclusivamente a guadagnarti il pane. Ma Gesù ha detto: “Non di solo pane vive l’uomo”E questo è precisamente ciò che le tue università stanno facendo. Per questo vedi in giro tanti robot. Sono perfetti come impiegati, capistazione ed esattori d’imposte. Sono bravi, ma se guardi in profondità dentro di loro non sono che mendicanti. Non hanno mai assaporato la vita. Non conoscono cosa siano l’amore e la luce. Non sanno nulla di Dio, non hanno mai assaporato l’esistenza, non sanno cantare, danzare e celebrare. Non conoscono la grammatica della vita: sono profondamente stupidi. Certo, guadagnano più degli altri, sono bravi e continuano a salire la scala del successo, ma in profondità rimangono poveri e vuoti.L’educazione ti deve dare ricchezza interiore.Non è altro che una preparazione a un mondo di tagliagole, dove tutti sono nemici di tutti.Per questo il mondo è diventato un manicomio. L’amore non può accadere.…La vita è intesa solo come una lotta.La mia visione dell’educazione è che la vita non andrebbe presa come lotta per la sopravvivenza, ma come una celebrazione. E l’educazione dovrebbe prepararti a essere te stesso.
 

bettypage

Utente acrobata
Non assomigli più a nessuna da quando ti amo.
Pablo Neruda
 

Falcor

Escluso
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Foglia

utente viva e vegeta
Caro, qualcuno te la tradurrà. e naturalmente mi dispiace che per conoscerne il contenuto tu debba ricorrere a un interprete cioè a un testimone, anzi un giudice, della nostra storia. Se potessi, la scriverei in francese: lingua che so alla perfezione. Ma non posso. Non voglio, non devo, e non è colpa mia se il caos del signor Boltzmann include la babele delle lingue: il disordine che meglio di qualsiasi altro esprime l'esattezza del suo S=K ln W. L'ho impresso nella memoria, vedi, ti ascoltai bene la notte in cui me ne parlasti. Registrai tutto: dall'angoscia che ti incutono i latrati dei cani randagi e i chicchirichì dei galli impazziti all'incubo della testa decapitata dentro l'elmetto e della bambina schizzata a capofitto nel water; dalla crisi nella quale ti rotoli col timore di essere stato ridotto ad un albero nano al sogno di riprender lo studio della matematica e trovarvi la ricetta per vivere, capire l'incomprensibile, spiegare l'inspiegabile, insomma la risposta all'S= K ln W. La formula della vita. Quel lungo discorso fa parte di me, ormai, e dirò di più: ingelosita dal fascino che il signor Boltzmann esercita sulla tua mente, ho cercato di scoprire chi fosse costui. Sono stata in biblioteca e tra le notizie biografiche, nato a Vienna nel 1844, docente di fisica e matematica all'università di Graz poi di Monaco eccetera, ho trovato un particolare sconcertante: non morì di vecchiaia o di malattia. Morì suicida. (In Italia, guarda che coincidenza. Nel castello di Duino, presso Trieste.) Povero Boltzmann.Forse non resse alla sconforto d'aver dimostrato ciò che anche i neonati intuiscono, l'invincibilità dell Morte, e con coerenza le si consegnò prima del necessario. oppure concluse che oltre a costituire il traguardo inevitabile di qualsiasi cosa o creatura la Morte è un sollievo, un riposo, e le andò incontro per impazienza. Stanchezza. Mi chiedo se potrei imitarlo. E sebbene non escluda che in alcuni casi la Morte sia in grado di offrire riposo e sollievo, sebbene ciò che si pensa o si desidera oggi non corrisponda spesso a ciò che si pensa o si desidera domani e ogni domani sia una trappola di cattive sorprese, Mi rispondo di no. Non credo che potrei imitarlo, andare incontro alla Morte per impazienza e stanchezza. Ammenochè... No, no. io non mi arrenderò mai, non mi piegherò mai, alla sua invincibilità. Sono troppo sicura che la Vita sia il metro di tutto, la molla di tutto, lo scopo di tutto, e odio troppo la Morte. La odio nella misura in cui odio la solitudine, la sofferenza, il dolore, il vocabolo addio... Sì, il vocabolo addio. V'è qualcosa di perfido nel vocabolo addio, qualcosa di sinistro, di irreparabile. Non per nulla lo dice chi muore, si dice a chi muore. Ecco perchè non voglio udire l'addio-Ninette che pronunceresti se salissi nella camera con le finestre aperte sulla Pineta. Ecco perchè ti lascio questa lettera e non salgo in quella camera. Ecco perchè rinuncio a passare un'ultima notte con te e con le illusioni, gli equivoci, che l'amore fisico si porta in grembo.
"L'amore fisico mi piace, te ne sarai accorto. Ma il motivo per cui mi piace non sta nel brivido con cui ci inebria e ci consegna all'oblio. Sta nella compagnia che ci regala e con la quale ci rincuora, nel conforto che proviamo a possedere un corpo da cui si è attratti: unire il nostro corpo a quel corpo, sentircelo dentro e addosso. Alcuni sostengono che l'amore fisico non è che un mezzo per procreare, continuare la specie, ma si sbaglian di grosso. Se non fosse che questo, gli esseri umani si accoppierebbero soltanto quando hanno un uovo da fecondare cioè come gli animali. (Ammesso che gli animali si accoppino veramente per fecondar l'uovo e basta.) No, l'amore fisico è assai più di un mezzo per continuare la specie. E' un mezzo per parlare, comunicare , farsi compagnia. E' un discorso fatto con la pelle anzichè con le parole. E, finchè dura, niente strappa alla solitudine quanto la sua materialità. Niente riempie e arricchisce quanto la sua tangibilità. Però è anche la più potente droga che esista, la più grossa fabbrica di illusioni e di equivoci che la natura ci abbia fornito. La droga, appunto, dell'oblio. L'illusione che l'oblio duri per sempre. L'equivoco di venir amati con l'anima da chi ci ama esclusivamente col corpo, da chi per egoismo o paura rifiuta le assolutezze dell'amore, preferisce il falso succedaneo dell'amicizia. Il tuo caso. In che modo me ne sono accorta?
Caro, eccettuata la notte in cui mi spiegasti che l'universo finirà con l'autodistruggersi perchè l'entropia è uguale alla costante di Boltzmann moltiplicata per il logaritmo naturale delle probabilità di distribuzione,. Con le parole ci siamo detti assai poco io e te. Col corpo invece ci siamo detti molto, ed io non ho perso una sillba di ciò che dicevi. Il nostro non è che un contatto epidermico, dicevi, un esercizio di sesso, un'appagante ginnastica, un dialogo fra sordomuti. Non mi basta, dicevi, preferisco l'amicizia. Peccato che tu non abbia udito neanche una sillaba di ciò che dicevo io. L'amicizia non può rimpiazzare l'amore, dicevo. L'amicizia è un ripiego effimero, artificioso, e spesso una menzogna. Non aspettarti mai dall'amicizia i miracoli che l'amore produce: gli amici non possono sostituire l'amore. Non possono strappare alla solitudine, riempire il vuoto, offrire quel tipo di compagnia. Hanno la propria vita, gli amici, i propri amori. Sono un'entità indipendente, estranea, una presenza transitoria e soprattutto priva di obblighi. Riescono ad essere amici dei tuoi nemici, gli amici. Vanno e vengono quando gli pare o gli serve, e si dimenticano facilmente di te: non te ne sei accorto? Oh, andando promettono montagne. Magari in buona fede. Conta-su-di-me, rivolgiti-a-me, chiama-me. Però, se li chiami, nella maggior parte dei casi non li trovi. Se li trovi, hanno qualche impegno inderogabile e non vengono. Se vengono, al posto delle montagne ti portano una manciata di ghiaia: gli avanzi, le briciole di sè stessi. E tu fai la medesima cosa con loro. No, a me non basta l'amicizia. Io ho bisogno d'amore. Ho bisogno di amare e d'essere amata con gli obblighi dell'amore, le scomodità dell'amore, le assolutezze e le tirannie dell'amore: l'amore del corpo e dell'anima. Ne e ho bisogno come si ha bisogno di mangiare e di bere, dicevo, ne ho bisogno per sopravvivere. E poi dicevo: amami e lasciati amare, caro. Non sono un'incantevole statua di carne e nient'altro, non sono una stupida che apre bocca solo per gorgogliare let-us-make-love. Sono...
"Chi sono? All'inizio volevi saperlo. Lo volevi con tale forza che, per saperlo,a Junieh frugasti nella mia borsetta. (Vidi, caro, vidi) E la notte in cui mi parlasti di Boltzmann ti accontentai. Ti raccontai chi era mio padre e perchè non posso non voglio non devo parlare francese. ti rivelai chi era l'uomo che amavo e che mi amava col corpo e coll'anima. Ti confessai le ragioni per cui nascondo la mia identità e negli alberghi sostituisco i documenti con laute mance. Poi mi scoppiò un'atroce emicrania,a toccare certi argomenti mi scoppia un'atroce emicrania, e troncai il discorso. Non ricordo se lo troncai con una risata o con un singhiozzo, ma ricordo che lo troncai rifugiandomi nelle tue braccia e che il gesto ti dette fastidio. Ti offese. Bè, se tu volessi ancora sapere, lo riprenderei quel discorso. Ti lascerei addirittura copia delle carte che cercavi nella mia borsetta. Carte che forniscono il mio vero nome e il mio cognome, la mia data di nascita, il mio indirizzo, e che in certo senso riflettono la storia di questa città: passato felice, presente disperato, futuro assai incerto. Aggiungerei che nel passato felice avevo tutto ciò che una donna privilegiata può desiderare, che nel presente disperato non ho nulla eccetto un'assurda àncora a croce e le troppe cose che posseggo ma disprezzo. (Ingratitudine dei ricchi, lo riconosco... So bene che piangere a stomaco pieno e in una bella cosa è meglio che piangere a stomaco vuoto e in una stamberga... Però e a costo di suonar banale ti rammento che essere ricchi non significa essere fortunati. Tantomeno felici). Ma la tua curiosità per me s'è esaurita, lunedì sera ne ho avuto la prova definitiva, e questo m'autorizza a riassumere il mio ritratto in una battuta: io sono Beirut. Sono una sconfitta che rifiuta di arrendersi, una moribonda che rifiuta di morire, sono un gallo impazzito che canta alle ore sbagliate, un cane randagio che abbaia nella notte. Nè me ne vergogno. C'è tanta infelicità nei chicchirichì di quei galli, c'è tanta vitalità nei latrati di quei cani, e credi: non abbaiano solo per sbranarsi, per conquistare il marciapiede colmo di spazzatura. A volte abbaiano per procurarsi un compagno da amare e da cui essere amati, e se ci riescono diventano i cani più mansueti del mondo. Se non ci riescono e si vedono respingere, invece, rientrano nella loro tana e ci restano. Se non ci restano, è per tornare indietro un'istante: rivolgere a chi non li ha voluti una scodinzolata di blando rimprovero. Infatti si rendono ben conto che il bisogno di amare è un bisogno da lenire in due ma che la sua quantità o qualità non è quasi mai bilanciata, nei due, da simmetria e sincronismo: quando è disponibile lui, non è disponibile lei; quando è disponibile lei, non è disponibile lui... Oppure sono disponibili insieme però a lenire il bisogno di lui basta una sorsata, a lenire il bisogno di lei non basta un fiume, e viceversa. Secondo me l'anatema che Dio scagliò contro Adamo ed Eva cacciandoli dal paradiso terrestre non fu tu-partorirai-con-dolore, tu-lavorerai-con-sudore. Fu: quando-lui-ti-vorrà,tu-non-lo-vorrai; quando-lei-ti-vorrà-tu-non-la-vorrai.
"Dulcis in fundo. ti sarai chiesto perchè scelsi te, ospite ignoto, straniero incontrato a causa di una spinta accidentale, per lenire il mio bisogno d'amore. E la risposta ti ferirà. No, caro, non ti scelsi perchè hai grandi occhi azzurri e un bel viso pensoso e un corpo che attrae: ti scelsi perchè quegli occhi e quel viso e quel corpo resuscitarono in me gli occhi e il viso e il corpo di qualcuno che è morto e che ho molto amato. ti chiederai anche perchè, a dispetto del tuo caparbio respingermi, invece di riamarlo attraverso di te ho amato te. E la risposta ti consolerà. Perchè non si può amare un morto in eterno, la vita lo impedisce anzi lo proibisce, e perchè nella tua cerebrale freddezza tutto in te è così vivo. E' viva la tua crisi, sono vive le tue rivolte, le tue disubbidienze. Sono vivi i tuoi dubbi, i tuoi laceranti sforzi di capire l'incomprensibile, spiegare l'inspiegabile, è vivo il tuo sforzo di negare l'S=K ln W che ti ossessiona. Ma allo stesso modo in cui non si può amare un morto in eterno, non si può amare in eterno chi non ci ama. E da oggi non ti amo più, non ti voglio più. Non ti vorrei nemmeno se tu mi amassi, se tu fossi venuto all'appuntamento per dirmi che hai scoperto di amarmi. Cosa che mi sorprenderebbe, intendiamoci: il signor Boltzmann ti ha influenzato a tal punto che per essere veramente amata da te dovrei morire come... Anni fa lessi un libro che mi infuriò: il romanzo di un uomo non amato che una notte di maggio muore ucciso su un'autostrada. Muore e, pentita di non averlo amato, l'intera città corre al suo funerale. Piangendo dietro la sua bara di cristallo grida: "Vive! Non è morto, vive! Vive vive vive!" Allora lui sorride uno strano sorriso, e sai che cosa vuol dire il suo strano sorriso? Vuol dire che per essere amati a volte di deve morire. No, grazie. Nonostante questo sterminato bisogno d'amore io non sono disposta a morire per essere amata da te.
Soltanto se anelassi al sollievo e al riposo che in alcuni casi la Morte è in grado di offrire potrei imitare il signor Boltzmann, andarle incontro, consegnarmi a lei. Ma in tal caso sarei pazza. Più pazza della pazza che a Chatila canta e balla intorno alla fossa comune...
Ti saluto mio bell'Italiano, mio ex compagno di solitudine. Ti volto le spalle e ti auguro di trovare la formula che cerchi. La formula della Vita. Esiste, caro, esiste. Io la conosco. E non sta in un termine matematico, non è una sigla o una ricetta da laboratorio: è una parola. Una semplice parola che qui si pronuncia ad ogni pretesto. Non promette nulla, t'avverto. in compenso spiega tutto ed aiuta. Tua, anzi non più tua, Ninette."

(Oriana Fallaci Insciallah)
 

MariLea

Utente di lunga data
"Devo molto a quelli che non amo"

Devo molto...
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo. Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.
È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
«Non devo loro nulla» -
direbbe l'amore
su questa questione aperta.

Wislawa Szymborska
 

bettypage

Utente acrobata
 E lei: Tu credi che l'amore sia dedizione assoluta, rinuncia di sé
Era lì sul prato, bella come mai, e la freddezza che induriva appena i suoi lineamenti e l'altero portamento della persona sarebbe bastato un niente a scioglierli, e riaverla tra le braccia… Poteva dire qualcosa, Cosimo, una qualsiasi cosa per venirle incontro, poteva dirle: “Dimmi che cosa vuoi che faccia, sono pronto.” e sarebbe stata di nuovo felicità per lui, la felicità insieme senza ombre. Invece disse: “Non ci può essere amore se non si è sé stessi con tutte le proprie forze.” 

Italo Calvino - Il barone rampante 
 

MariLea

Utente di lunga data
"..Una donna che passa basta a sconvolgere l'ipotesi della mia vita, prospettandomene un'altra. Una casa che avrei voluto abitare, un paese dove avrei voluto nascere, e uno dove vorrei morire.."
-"Diario degli errori" -

[video=youtube;V6KeVVATwCs]https://www.youtube.com/watch?v=V6KeVVATwCs&feature=share[/video]
 

Falcor

Escluso
Dedicata a Skorpio e Ipazia, loro capiranno il perché :)

"La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia." (Gibran)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Dedicata a Skorpio e Ipazia, loro capiranno il perché :)

"La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia." (Gibran)
Grazie. :)

..questa la trovo magnifica....

[h=1]Itaca[/h]Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

C. Kavafis
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Dedicata a Skorpio e Ipazia, loro capiranno il perché :)

"La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia." (Gibran)
scarpe di gomma per non scivolare.. e ombrello "bono" per non prendere troppa acqua... :)
 

bettypage

Utente acrobata
Nei momenti in cui il regno dell'umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell'irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro.
I. Calvino
 

Flavia

utente che medita
Io come voi
(Alda Merini)

Io come voi sono stata sorpresa
mentre rubavo la vita,
buttata fuori dal mio desiderio d’amore.
Io come voi non sono stata ascoltata
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.
Io come voi ho pianto,
ho riso e ho sperato.
Io come voi mi sono sentita togliere
i vestiti di dosso
e quando mi hanno dato in mano
la mia vergogna
ho mangiato vergogna ogni giorno.
Io come voi ho soccorso il nemico,
ho avuto fede nei miei poveri panni
e ho domandato che cosa sia il Signore,
poi dall’idea della sua esistenza
ho tratto forza per sentire il martirio
voltarmi intorno come colomba viva.
Io come voi ho consumato l’amore da sola
lontana persino dal Cristo risorto.
Ma io come voi sono tornata alla scienza
del dolore dell’uomo, che è la scienza mia.
 

Flavia

utente che medita
La più bella storia d'amore

L’ultimo suono del tuo addio,

mi disse che non sapevo nulla

e che era giunto

il tempo necessario

di imparare i perché della materia.

Così, tra pietra e pietra

seppi che sommare è unire

e che sottrarre ci lascia

soli e vuoti.

Che i colori riflettono

l’ingenua volontà dell’occhio.

Che i solfeggi e i sol

implorano la fame dell’udito.

Che le strade e la polvere

sono la ragione dei passi.

Che la strada più breve

fra due punti

è il cerchio che li unisce

in un abbraccio sorpreso.

Che due più due

può essere un brano di Vivaldi.

Che i geni amabili

abitano le bottiglie del buon vino.

Con tutto questo già appreso

tornai a disfare l’eco del tuo addio

e al suo posto palpitante a scrivere

La Più Bella Storia d’Amore

ma, come dice l’adagio

non si finisce mai

di imparare e di dubitare.

E così, ancora una volta

tanto facilmente come nasce una rosa

o si morde la coda una stella fugace,

seppi che la mia opera era stata scritta

perché La Più Bella Storia d’Amore

è possibile solo

nella serena e inquietante

calligrafia dei tuoi occhi.

(Luis Sepulveda)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Grazie per regalarci poesia con le poesie.
 

Flavia

utente che medita
Vorrei il segreto
del dimenticare
far sparire quell’apparire
improvviso
dove sempre sono
il ladro, il traditore, il menzognero
non c’è riscatto né dio
ma solo un peso
che ritorna
e una vita
che non convince.
(Antonio Nazzarro)
 

Frithurik

utente deluso
Ti auguro il tempo che ancora non hai,
un dono che vivrai,
che gli altri non avranno,
che gli altri non sapranno,
perché unica sei.
Ti auguro il tempo per il sorriso,
il tempo per te,
per i tuoi pensieri,
per riposar le membra,
per sognare oggi
e nei giorni che speri.
Ti auguro il tempo per non affrettarti,
per essere contenta,
perché te ne resti,
per stupirti e fidarti,
per osservare i tuoi sguardi,
Ti auguro il tempo per toccare i sogni,
per sperare,
per esser certa,
per esser te stessa,
per vivere ogni giorno
e ogni ora come un dono.
Ti auguro il tempo per perdonare,
di avere tempo per la tua vita,
il tempo per amare come tu fai,
con intensità,
come fosse l'ultimo giorno che sarà.​
 

drusilla

Drama Queen
Grazie. :)

..questa la trovo magnifica....

[h=1]Itaca[/h]Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

C. Kavafis
Meravigliosa. Ne avevo un pezzeto nella mia firma.
 
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