Per anni l'uomo si dibatte, si arrovella in mille domande e in mille tentativi di entrare nel mondo femminile.
Alla mia età vedo finalmente tutte le dinamiche, e mi dico che noi maschi siamo per lo più dei pirla obnubilati dall'ormone.
La verità la vedi quando uccidi l'ormone.
Che pena, ma son contento. Free at last.
Ormone!
Già, quelle tracce che lasciano i grossi piedoni, bigfoot direbbero i fan del mistero, sasquatch per i puristi nordamericani, comunque vetsigia di creature irreali, al più ombre serali di piante antichissime e contorte, che la fantasia deviata rende qualcosa di tangibile per l'anima più ancora di qualcosa di fruibile per i sensi.
Segni di piedi incatenati però, con strisciate evidenti di pesantissimi ceppi legati con un sottile filo di seta, un po' come immaginare un rinoceronte intrappolato in una tela di ragno grande poco più del palmo di una mano, ed altrettanto tragicomico.
Conseguenza prima ancora che causa della servitù della gleba, mostro che si nutre di sè stesso e gorgone che, invece di petrificarsi guardandosi allo specchio, si vede bellissima e fascinosa venere callipigia.
Infondo tutti ci sguazziamo dentro, dannate gonadi, e dilazioniamo la panspermia, che i saggi coralli e madrepore dell'atlantico concentrano in rare notti di plenilunio, in piccoli soffioni quotiani e quotidiani desideri.
Ma il mondo femminile è facile da disvelare, e già definirlo un mondo è onorarlo di privilegi e dimensione immeritati ed immotivati, sole che lo si osservi o da tanto lontano da non averne le narici copulinicamente irrorate o da tanto vicino da non riuscire a non averne le scatole piene.
Le femmine sono tanto interessanti per quanto possono offire e tanto interessate per quanto possono prendere a da te.
Un parassitismo insolente come quello dei pappataci e due volte più pruriginoso, bello come una costellazione di pomfi sulla tua pelle ed appagante come lenzuola di carta vetrata.
Una boccaccesca forma di illusione curabile solo con atteggiamenti da preadolescente.
Malefica pubertà!