Questa mattina mi sono svegliato, ho aperto l’imposta della mia camera... abbacinante! Ho acceso la radio sul comodino e mi sono ficcato di nuovo nel letto. Stanno trasmettendo le prime note cristalline di –Prendila così – di Battisti. E’ giugno, è domenica e c’è il sole, sento in lontananza il motore dell’aereo del campo di volo. Oggi è il compleanno di mio fratello, usciremo per pranzo, lui, sua moglie, mamma papà, io e Lei.
Non ho ancora trent’anni, il lavoro finalmente va molto bene, sono riuscito nell’ impresa di integrare il nuovo sistema di progettazione, sembrava impossibile, mi sono speso del tutto, con un briciolo di inventiva e molto impegno. Ho sorpreso tutti, anche me stesso. Ora ho una nuova consapevolezza, non me ne rendo ancora conto appieno, ma c'è.
La casa è nuova, finita da poco, accanto a quella di mio fratello, ero partito a costruirla con quattro spicci, ora è una solida realtà, tutta mia. Dentro ci sono solo la mia nuova cameretta, un tavolo, una vecchia credenza e quattro sedie in cucina, il resto è vuoto. Le pareti profumano di fresco, di intonaco e di tinta appena stesa.
Lei arriverà tra poco, aprirà con la chiave che le ho dato, come la volta scorsa entrerà in camera e senza dire una parola, con la sua solita studiata malizia, si spoglierà lentamente osservandomi e si infilerà nel letto accanto a me. Ogni volta la guardo come un dono del cielo, la sua bellezza è quasi inquietante e non ci sarà al mondo mai nessuno che riuscirà a spiegarmi cosa trovi in me. Ma sta con me.
Stasera in tv, quando rientreremo, vedrò per la prima volta –Chinatown- di Roman Polansky. Ne sarò completamente assorbito, condotto altrove, nel vero divertere. Quanto grande, vasta e spiazzante può essere la vita ed un atto di intelligenza che la descrive...
Mi sento in pace, nel passato sembravo un clandestino della vita. Mi cullo nei miei piccoli progetti realizzati, per ora per me sono abbastanza.
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La serata è stata dolcissima, abbiamo chiacchierato sotto il porticato, in compagnia, fino a tardi, tra poco accompagnerò a casa Lei. Vivremo insieme? Chi può saperlo.
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La giornata è finita, è tardi, sono rientrato, mi sono steso sul divano, in tv stanno dando uno speciale sul muro di Berlino che è crollato da poco. La ruota della mia vita gira, senza intoppi e senza troppa fatica, la sottile vena di inquietudine che mi ha sempre accompagnato questa sera è sopita. Lo spleen è sospeso.
Mi addormento, sono felice. ................................................................... (Un giorno, tanti anni fa)