grazie, anche io a tee quindi te auguro de trova' sempre gli alcuni innocui...
ahahahahahah
guai se cambia
grazie, anche io a tee quindi te auguro de trova' sempre gli alcuni innocui...
ahahahahahah
E infatti quelli che non la usano sono inculati vita natural durante...
Bari Bari pero' Roma ce l'ho nel cu....ore...er topp mondiale...Stermy... ma tu sei di Bari o di Roma???
I romani?Bari Bari pero' Roma ce l'ho nel cu....ore...er topp mondiale...
ho fatto il militare a L'Aquila anziche' a Cuneo per un disguido, ma ero praticamente sempre a Roma....
me sento romano dentro visto che apprezzo il loro essere ferrei... simil teutonico....mezzi asburgici...
uguali...
ahahahahah
non l'ho capita.....mi pare tanto una presa per il cu...ore....Bari Bari pero' Roma ce l'ho nel cu....ore...er topp mondiale...
ho fatto il militare a L'Aquila anziche' a Cuneo per un disguido, ma ero praticamente sempre a Roma....
me sento romano dentro visto che apprezzo il loro essere ferrei... simil teutonico....mezzi asburgici...
uguali...
ahahahahah
dici?non l'ho capita.....mi pare tanto una presa per il cu...ore....![]()
Che bel post, Konrad... quante se ne vedono ultimamente di persone in difficoltà, che se avessero un'occasione... non è giusto, sembra infantile come commento, ma è umanamente contrario all'idea di giustizia.E' successa una cosa ieri sera che mi ha fatto ripensare a questo thread, nel suo significato iniziale.
Premessa: non sono ricco, non ho debiti. Persona media che soffre per la crisi come tutti ma senza patemi tali da non dormirci la notte e che paga il dazio di vivere in una città dove un affitto si porta via buona parte dello stipendio.
Come credo molti ovviamente mi sono fatto una scorza di fronte a chi ti chiede soldi per strada pur sapendo che ci sono persone che hanno davvero bisogno e che di calci in faccia dalla vita ne hanno presi tanti, spesso senza altra colpa che quella di esseri nati nel posto e nella famiglia sbagliati. L'unico aiuto che dò, ed è in fondo un aiuto piccolo, è ad un ragazzo senegalese che sulla via dove abito passa il sabato a vendere calzini per strada. Non ricordo come è successo, semplicemente una volta mi servivano dei calzini e li presi da lui, parlammo un attimo, mi raccontò qualcosina della sua vita. Da allora se il sabato ci incontriamo non compro nulla da lui ma se ho qualche soldo glielo dò. A volte qualche euro, a volte 5, una volta 10. So che non gli posso cambiare la vita e di certo non uso la cosa per "placarmi" la coscienza di fronte ai problemi del mondo (e non lo faccio perchè non mi sento in colpa per quelli) né per credermi buono, bravo e fantastico. Del resto il rovescio della medaglia è proprio la scorza con chiunque altro per strada. A volte vorrei ma semplicemente e banalmente non posso.
Beh... ieri sera stavo scendendo lungo una via vicina, mi si è avvicinato un uomo, non so se indiano, pakistano, bengalese. Bassino, con una giacca di colore chiaro. Non puzzava di alcol, di certo non era fatto. Mi ha chiesto dei soldi con molto imbarazzo. Ho detto di no (in effetti non avevo monetine con me) ma nell'allontanarmi, con la coda dell'occhio, ho visto il suo volto distorcersi nell'espressione di un pianto trattenuto a stento, un istante di vulnerabilità totale seguito da alcune lacrime.
Sono riuscito a fare ancora una trentina di metri senza riuscire a togliermi dalla mente quel volto intravisto in quell'istante. E non c'è stato niente da fare. Ho aperto il portafogli, ho preso 5 euro (purtroppo l'unico taglio piccolo che avevo con me) e sono tornato indietro.
Stava per avvicinarsi, ha visto che ero io e si è bloccato, poi sul viso c'è stato un attimo di speranza quando ha visto che sì, andavo davvero verso di lui. Gli ho dato quei soldi, un niente, nulla che potesse cambiare la sua vita o risolvere i suoi problemi... nemmeno ha guardato la banconota da quanto fosse o non fosse, mi ha abbracciato piangendo. Gli ho detto "Su, vedrai che si sistemerà tutto..." pur sapendo che era una cosa stupida e banale da dire. Con voce rotta ed un italiano approssimativo mi ha fatto capire che ha dormito in un parco, poi si è staccato da me, mi ha toccato le scarpe chinandosi e si è portato la mano alla fronte, ha mormorato una preghiera.
E mi è rimasto qualcosa dentro di questo incontro. Non so nulla di lui, tornando più tardi a casa (dopo aver cambiato i soldi strada facendo) l'ho cercato ma non c'era più. Non so come si chiama, da dove viene, cosa gli è successo e cosa lo abbia portato a piangere davanti ad uno sconosciuto per un istante di umanità condivisa. Probabilmente nemmeno lo vedrò mai più né mai saprò nulla, se starà bene, se starà male, se la vita tornerà a dargli delle possibilità.
So che quelle lacrime mi hanno toccato dentro e mi sento in colpa per non aver potuto fare molto di più o forse per non aver avuto il coraggio di buttare via remore finanziarie e dargli quello che avevo con me in quel momento. Magari anche solo fermarmi a parlare (e purtroppo non potevo) per non fargli sentire tutta quella solitudine.
Ha pianto e noi uomini non sappiamo fingere una cosa del genere.
Lo ha fatto davanti ad uno sconosciuto e mi chiedo quanto ci si debba sentire soli per farlo anche se vediamo indifferenza nell'altro (perchè è quello che vide sul mio volto all'inizio quando dissi di no).
Sì. Vedi e pensi che in fondo sarebbe bastato un niente e magari saresti al loro posto. E mi fa tanta tristezza anche il pensare che molti le guardano senza vedere, eppure sono storie di una vita, storie importanti, storie che sarebbe bello conoscere, raccontare, tramandare.Che bel post, Konrad... quante se ne vedono ultimamente di persone in difficoltà, che se avessero un'occasione... non è giusto, sembra infantile come commento, ma è umanamente contrario all'idea di giustizia.
hai mai pensato al volontariato? se ne hai il tempoSì. Vedi e pensi che in fondo sarebbe bastato un niente e magari saresti al loro posto. E mi fa tanta tristezza anche il pensare che molti le guardano senza vedere, eppure sono storie di una vita, storie importanti, storie che sarebbe bello conoscere, raccontare, tramandare.
E' proprio il tempo il problema.hai mai pensato al volontariato? se ne hai il tempo
e diventato una parte importante della mia vita, fa bene a tutti![]()
bellissimo post... :up:E' successa una cosa ieri sera che mi ha fatto ripensare a questo thread, nel suo significato iniziale.
Premessa: non sono ricco, non ho debiti. Persona media che soffre per la crisi come tutti ma senza patemi tali da non dormirci la notte e che paga il dazio di vivere in una città dove un affitto si porta via buona parte dello stipendio.
Come credo molti ovviamente mi sono fatto una scorza di fronte a chi ti chiede soldi per strada pur sapendo che ci sono persone che hanno davvero bisogno e che di calci in faccia dalla vita ne hanno presi tanti, spesso senza altra colpa che quella di esseri nati nel posto e nella famiglia sbagliati. L'unico aiuto che dò, ed è in fondo un aiuto piccolo, è ad un ragazzo senegalese che sulla via dove abito passa il sabato a vendere calzini per strada. Non ricordo come è successo, semplicemente una volta mi servivano dei calzini e li presi da lui, parlammo un attimo, mi raccontò qualcosina della sua vita. Da allora se il sabato ci incontriamo non compro nulla da lui ma se ho qualche soldo glielo dò. A volte qualche euro, a volte 5, una volta 10. So che non gli posso cambiare la vita e di certo non uso la cosa per "placarmi" la coscienza di fronte ai problemi del mondo (e non lo faccio perchè non mi sento in colpa per quelli) né per credermi buono, bravo e fantastico. Del resto il rovescio della medaglia è proprio la scorza con chiunque altro per strada. A volte vorrei ma semplicemente e banalmente non posso.
Beh... ieri sera stavo scendendo lungo una via vicina, mi si è avvicinato un uomo, non so se indiano, pakistano, bengalese. Bassino, con una giacca di colore chiaro. Non puzzava di alcol, di certo non era fatto. Mi ha chiesto dei soldi con molto imbarazzo. Ho detto di no (in effetti non avevo monetine con me) ma nell'allontanarmi, con la coda dell'occhio, ho visto il suo volto distorcersi nell'espressione di un pianto trattenuto a stento, un istante di vulnerabilità totale seguito da alcune lacrime.
Sono riuscito a fare ancora una trentina di metri senza riuscire a togliermi dalla mente quel volto intravisto in quell'istante. E non c'è stato niente da fare. Ho aperto il portafogli, ho preso 5 euro (purtroppo l'unico taglio piccolo che avevo con me) e sono tornato indietro.
Stava per avvicinarsi, ha visto che ero io e si è bloccato, poi sul viso c'è stato un attimo di speranza quando ha visto che sì, andavo davvero verso di lui. Gli ho dato quei soldi, un niente, nulla che potesse cambiare la sua vita o risolvere i suoi problemi... nemmeno ha guardato la banconota da quanto fosse o non fosse, mi ha abbracciato piangendo. Gli ho detto "Su, vedrai che si sistemerà tutto..." pur sapendo che era una cosa stupida e banale da dire. Con voce rotta ed un italiano approssimativo mi ha fatto capire che ha dormito in un parco, poi si è staccato da me, mi ha toccato le scarpe chinandosi e si è portato la mano alla fronte, ha mormorato una preghiera.
E mi è rimasto qualcosa dentro di questo incontro. Non so nulla di lui, tornando più tardi a casa (dopo aver cambiato i soldi strada facendo) l'ho cercato ma non c'era più. Non so come si chiama, da dove viene, cosa gli è successo e cosa lo abbia portato a piangere davanti ad uno sconosciuto per un istante di umanità condivisa. Probabilmente nemmeno lo vedrò mai più né mai saprò nulla, se starà bene, se starà male, se la vita tornerà a dargli delle possibilità.
So che quelle lacrime mi hanno toccato dentro e mi sento in colpa per non aver potuto fare molto di più o forse per non aver avuto il coraggio di buttare via remore finanziarie e dargli quello che avevo con me in quel momento. Magari anche solo fermarmi a parlare (e purtroppo non potevo) per non fargli sentire tutta quella solitudine.
Ha pianto e noi uomini non sappiamo fingere una cosa del genere.
Lo ha fatto davanti ad uno sconosciuto e mi chiedo quanto ci si debba sentire soli per farlo anche se vediamo indifferenza nell'altro (perchè è quello che vide sul mio volto all'inizio quando dissi di no).
perché non cominciare con un blogE' proprio il tempo il problema.
Anche se in realtà quello che avrei voluto fare, ce ne fosse il tempo, sarebbe stato partire da quel ragazzo senegalese per iniziare a conoscere le storie di queste persone, prendere appunti, scrivere. Far conoscere tutto ciò che c'è dietro. Lo sai come funziona, vedi al telegiornale gli sfollati, senti la storia di una famiglia che ha perso qualcuno... ma in realtà non conosci quelle vite. Sai l'evento ma non come lo sentono dentro. E questo rende tutto lontano e distante. Non so quando sarei capace di scrivere e descrivere, con le parole magari me la cavo ma non so se possa bastare... però credo che oltre ad un letto, oltre a del cibo... servano anche chi ti ascolta interessato e chi possa essere la tua voce.
L'ho pensato infatti. E ti ringrazio delle belle parole...perché non cominciare con un blog
anche qui c'è
e ti puoi bloggare no?
se hai il tempo di frequentare questo forum
hai anche il tempo per poterlo fare
semplicemente iniziando a raccontare quello che vedi
sarebbe bello leggerti...
E' successa una cosa ieri sera che mi ha fatto ripensare a questo thread, nel suo significato iniziale.
Premessa: non sono ricco, non ho debiti. Persona media che soffre per la crisi come tutti ma senza patemi tali da non dormirci la notte e che paga il dazio di vivere in una città dove un affitto si porta via buona parte dello stipendio.
Come credo molti ovviamente mi sono fatto una scorza di fronte a chi ti chiede soldi per strada pur sapendo che ci sono persone che hanno davvero bisogno e che di calci in faccia dalla vita ne hanno presi tanti, spesso senza altra colpa che quella di esseri nati nel posto e nella famiglia sbagliati. L'unico aiuto che dò, ed è in fondo un aiuto piccolo, è ad un ragazzo senegalese che sulla via dove abito passa il sabato a vendere calzini per strada. Non ricordo come è successo, semplicemente una volta mi servivano dei calzini e li presi da lui, parlammo un attimo, mi raccontò qualcosina della sua vita. Da allora se il sabato ci incontriamo non compro nulla da lui ma se ho qualche soldo glielo dò. A volte qualche euro, a volte 5, una volta 10. So che non gli posso cambiare la vita e di certo non uso la cosa per "placarmi" la coscienza di fronte ai problemi del mondo (e non lo faccio perchè non mi sento in colpa per quelli) né per credermi buono, bravo e fantastico. Del resto il rovescio della medaglia è proprio la scorza con chiunque altro per strada. A volte vorrei ma semplicemente e banalmente non posso.
Beh... ieri sera stavo scendendo lungo una via vicina, mi si è avvicinato un uomo, non so se indiano, pakistano, bengalese. Bassino, con una giacca di colore chiaro. Non puzzava di alcol, di certo non era fatto. Mi ha chiesto dei soldi con molto imbarazzo. Ho detto di no (in effetti non avevo monetine con me) ma nell'allontanarmi, con la coda dell'occhio, ho visto il suo volto distorcersi nell'espressione di un pianto trattenuto a stento, un istante di vulnerabilità totale seguito da alcune lacrime.
Sono riuscito a fare ancora una trentina di metri senza riuscire a togliermi dalla mente quel volto intravisto in quell'istante. E non c'è stato niente da fare. Ho aperto il portafogli, ho preso 5 euro (purtroppo l'unico taglio piccolo che avevo con me) e sono tornato indietro.
Stava per avvicinarsi, ha visto che ero io e si è bloccato, poi sul viso c'è stato un attimo di speranza quando ha visto che sì, andavo davvero verso di lui. Gli ho dato quei soldi, un niente, nulla che potesse cambiare la sua vita o risolvere i suoi problemi... nemmeno ha guardato la banconota da quanto fosse o non fosse, mi ha abbracciato piangendo. Gli ho detto "Su, vedrai che si sistemerà tutto..." pur sapendo che era una cosa stupida e banale da dire. Con voce rotta ed un italiano approssimativo mi ha fatto capire che ha dormito in un parco, poi si è staccato da me, mi ha toccato le scarpe chinandosi e si è portato la mano alla fronte, ha mormorato una preghiera.
E mi è rimasto qualcosa dentro di questo incontro. Non so nulla di lui, tornando più tardi a casa (dopo aver cambiato i soldi strada facendo) l'ho cercato ma non c'era più. Non so come si chiama, da dove viene, cosa gli è successo e cosa lo abbia portato a piangere davanti ad uno sconosciuto per un istante di umanità condivisa. Probabilmente nemmeno lo vedrò mai più né mai saprò nulla, se starà bene, se starà male, se la vita tornerà a dargli delle possibilità.
So che quelle lacrime mi hanno toccato dentro e mi sento in colpa per non aver potuto fare molto di più o forse per non aver avuto il coraggio di buttare via remore finanziarie e dargli quello che avevo con me in quel momento. Magari anche solo fermarmi a parlare (e purtroppo non potevo) per non fargli sentire tutta quella solitudine.
Ha pianto e noi uomini non sappiamo fingere una cosa del genere.
Lo ha fatto davanti ad uno sconosciuto e mi chiedo quanto ci si debba sentire soli per farlo anche se vediamo indifferenza nell'altro (perchè è quello che vide sul mio volto all'inizio quando dissi di no).