I fatti del G8 hanno stroncato non solo il contrasto alla globalizzazione delle grandi potenze, ma proprio l’idea di manifestazione.
La presenza dei Black bloc, questi sì prevalentemente manovrati, ha reso odiosa alla popolazione ogni manifestazione. Perché si possono picchiare vecchiette e ragazzini, come avvenne a Genova, ma creare danni economici è considerato inaccettabile, anche alle banche verso le quali lanciamo insulti tutti i giorni.
C’è stata la grande manifestazione per la Pace (contro la guerra all’Iraq con le armi di distruzione di massa, propagandata dal Blair che adesso viene proposto come garante dei venti punti

) ma la guerra è stata fatta lo stesso.
Si è perso lo spirito di manifestare.
Ma sono passati 24 anni dai fatti di Genova.
Bisogna avere più di trent’anni per averne un vago ricordo.
La mobilitazione attuale sconcerta tanti per le motivazioni ed esalta i giovani (definisco giovani: sotto i 35) e fa pensare a molti che sia nata una nuova coscienza civile. Io non ci credo.
Non ci credo perché bisogna essere ignoranti per non capire cosa c’è in gioco ora. Ho visto anche adulti o vecchi (definisco vecchi: sopra i 60) entusiasti per antica affezione o per sentirsi parte di un movimento.
Sentirsi parte di una comunità dà sempre un senso, anche se un senso non ce l’ha.
Non credo che da ciò si ricostruirà quello che era il movimento operaio.
Perché tutte le riforme del lavoro sono state finalizzate a parcellizzare i dipendenti e a far loro credere di essere diversi e superiori agli operai, perché stanno seduti e non puzzano di officina. E così sono sfruttati, ma credono che il problema siano gli immigrati.