la stagione dei matrimoni

Brunetta

Utente di lunga data
E’ quello che cercavo di dire.
Non è il fatto che il pupo frigni, ne tantomeno che non sia ancora preciso nel rispetto delle regole.
E’ invece il fatto che i genitori se li sbolognano come possono. Non tutti sia chiaro.
Ma un conto è stare in piscina per dire e vedere una famiglia che gioca e un altro è dire ai tuoi figli mettiti più in là che mi dai fastidio e poi consentire che qui fastidio lo subiscano gli altri.
ecco, perché dico che chi li fa li deve pascolare.
Io credo che non siano proprio capaci.
Ho visto persone sofferenti per la irrequietezza dei figli, ma incapaci di parlare. Non so perché.
Io ho potuto solo constatare la progressiva diminuzione della capacità di descrizione della realtà. Forse perché non legge più nessuno?
 

Gaia

Utente di lunga data
Io credo che non siano proprio capaci.
Ho visto persone sofferenti per la irrequietezza dei figli, ma incapaci di parlare. Non so perché.
Io ho potuto solo constatare la progressiva diminuzione della capacità di descrizione della realtà. Forse perché non legge più nessuno?
Ma guarda io credo che sia pure difficile coi ritmi odierni.
Se ci pensi sti ragazzini sono sempre altrove e mai in famiglia perché si deve lavorare e perché non sempre ci sono i nonni.
Quindi si perde proprio il contatto con i figli e poi si è stanchi e stressati.
Però resta che sarò stata sfortunata ma io quando prenoto chiedo un tavolo lontano dalle famiglie coi bimbi.
Una volta c’era una comunione dove dovevo andare a ho disdetto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma guarda io credo che sia pure difficile coi ritmi odierni.
Se ci pensi sti ragazzini sono sempre altrove e mai in famiglia perché si deve lavorare e perché non sempre ci sono i nonni.
Quindi si perde proprio il contatto con i figli e poi si è stanchi e stressati.
Però resta che sarò stata sfortunata ma io quando prenoto chiedo un tavolo lontano dalle famiglie coi bimbi.
Una volta c’era una comunione dove dovevo andare a ho disdetto.
Io ho lavorato, come tutti, e non è che non avessi stress, anzi semmai sarei dovuta tornare a casa senza tolleranza.
Ma parlare con i figli è un piacere, non è un dovere, ti fa ritornare le energie. Se sembra un lavoro non si coglie l’opportunità di ricostruire il senso con i figli.
 

Gaia

Utente di lunga data
Io ho lavorato, come tutti, e non è che non avessi stress, anzi semmai sarei dovuta tornare a casa senza tolleranza.
Ma parlare con i figli è un piacere, non è un dovere, ti fa ritornare le energie. Se sembra un lavoro non si coglie l’opportunità di ricostruire il senso con i figli.
Guarda io non ne ho perché probabilmente non avrei avuto piacere di avere altre sollecitazioni dopo il lavoro.
Però ecco sono coerente.
Nel dubbio ho evitato piuttosto di farne e non sopportare gli oneri e gli onori della genitorialita’
 

jack-jackson

Utente di lunga data
Io ho il patentino, sono 45 anni che vado
Su in montagna conosco un vecchietto che ogni volta tornava con le ceste strapiene, qualcuno ipotizzava che pur di fare il figurone li comprava... ma probabilmente conosceva bene i posti giusti, il massimo che io abbia mai portato a casa sono stati 3 porcini e 2 funghi anello, quelli che si cucinano in padella impanati.
 

Nicky

Utente di lunga data
🥹🥹 allora perché ti sei sposata? 😞
Ero convinta della persona con cui stavo scegliendo di sposarmi, sapevo di voler provare a costruire con lui un rapporto solido, forte, duraturo e univoco.
Lui teneva anche all'impegno formale, da celebrare con una festa e, dunque, ho acconsentito con gratitudine.
A me bastava la parola tra noi.
Poi c'è un altro aspetto, secondario, le nostre famiglie sono molto tradizionalista e, senza il matrimonio, avrebbero considerato il nostro rapporto poco serio e mi sarebbe dispiaciuto.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Io non sono madre per scelta. Forse perché ho visto i miei essere presenti sempre. Non mi hanno mai lasciata e non si sono presi scampoli di libertà da me.
Erano felici di avermi e di essere genitori. Lo fanno ancora adesso.
Per cui sapendo che io non sarei stata mai come loro perché mi piace stare per fatti miei ho deciso che non ero tagliata per educare l’ameno non nel modo in cui io sono stata educata (a parer mio molto bene con la giusta serverita’
Leggendo questa tua risposta ho analizzato i miei pensieri da genitore, quindi non da marito, non da amante e non da figlio.
Fino a prima di avere figli, la pensavo esattamente così, poche menate, solo divertimento, pochi impegni di tempo da dedicare ad altri, pur non avendo avuto genitori presenti come probabilmente i tuoi.
Poi abbiamo schedulato la nascita del primo in funzione dei reciproci impegni di lavoro, considerati prioritari su tutto fino al giorno prima del parto, avvenuto un mese prima e scombussolando in parte il percorso di carriera, poiché avevamo programmato anche il giorno della nascita in funzione di impegni lavorativi.

E la natura ha fatto il suo corso, da figlio sono diventato padre.

Di punto in bianco tutto quello che per me prima era prioritario, assunse toni non sbiaditi ma quantomeno più ordinari.
E così i fatti miei come li chiami tu, sono diventati fatti nostri, senza nemmeno rendercene conto, come se dentro di noi ci sia un meccanismo automatico che rende capaci e disponibili a restituire un po’ del tempo che ci siamo presi prima agli individui che abbiamo creato.
Credo si chiami in altri contesti, catena della vita.
Facendo un bilancio oggi, posso affermare pur avendo vissuto tante esperienze che le emozioni più intense e più ascrivibili alla sensazione del vale la pena vivere solo per questo, siano scaturite non tanto alla nascita ma durante la crescita (Non senza problemi).
Oggi sono uomini, normali, con i loro pregi e i loro difetti come tutti gli uomini del mondo, e pensando alla tua frase relativa agli scampoli di libertà, io mi sono sentito libero e non privato di esercitare la mia libertà facendo il genitore.
Sono sicuro che qualunque genitore qui, abbia il mio medesimo pensiero perché ci sono alcune esperienze di vita che le si comprendono solo vivendole.

L’altro giorno, non so chi ti ha scritto che non comprendi certe dinamiche perche sei rimasta figlia.
Ecco, la grande privazione che ti sei donata per la paura di non essere capace, ti ha privato anche di tutto questo.
E’ simile alla paura di volare alto per paura di farsi male se si cade.
 
Ultima modifica:

ivanl

Utente di lunga data
Leggendo questa tua risposta ho analizzato i miei pensieri da genitore, quindi non da marito, non da amante e non da figlio.
Fino a prima di avere figli, la pensavo esattamente così, poche menate, solo divertimento, pochi impegni di tempo da dedicare ad altri, pur non avendo avuto genitori presenti come probabilmente i tuoi.
Poi abbiamo schedulato la nascita del primo in funzione dei reciproci impegni di lavoro, considerati prioritari su tutto fino al giorno prima del parto, avvenuto un mese prima e scombussolando in parte il percorso di carriera, poiché avevamo programmato anche il giorno della nascita in funzione di impegni lavorativi.
E la natura ha fatto il suo corso, da figlio sono diventato padre.
Di punto in bianco tutto quello che per me prima era prioritario, assunse toni non sbiaditi ma quantomeno più ordinari.
E così i fatti miei come li chiami tu, sono diventati fatti nostri, senza nemmeno rendercene conto, come se dentro di noi ci sia un meccanismo automatico che rende capaci e disponibili a restituire un po’ del tempo che ci siamo presi prima agli individui che abbiamo creato.
Credo si chiami in altri contesti, catena della vita.
Facendo un bilancio oggi, posso affermare pur avendo vissuto tante esperienze che le emozioni più intense e più ascrivibili alla sensazione del vale la pena vivere solo per questo, siano scaturite non tanto alla nascita ma durante la crescita (Non senza problemi).
Oggi sono uomini, normali, con i loro pregi e i loro difetti come tutti gli uomini del mondo, e pensando alla tua frase relativa agli scampoli di libertà, io mi sono sentito libero e non privato di esercitare la mia libertà facendo il genitore.
Sono sicuro che qualunque genitore qui, abbia il mio medesimo pensiero perché ci sono alcune esperienze di vita che le si comprendono solo vivendole.
L’altro giorno, non so chi ti ha scritto che non comprendi certe dinamiche perche sei rimasta figlia.
Ecco, la grande privazione che ti sei donata per la paura di non essere capace, ti ha privato anche di tutto questo.
E’ simile alla paura di volare alto per paura di farsi male se si cade.
Io ho avuto un percorso simile, all'inizio: sempre detto che non avrei voluti figli, impicci, limitazioni, non abbiamo schedulato nulla, ma è capitato; anzi, diciamo che sono certo che mia moglie lo abbia fatto capitare di proposito. L'ho odiata per questo, per avermi sottratto il controllo sul futuro della mia vita da quel momento e, credo inconsciamente, ho tentato di riappropriarmi di quel controllo impostando la vita successiva alla notizia "avremo un bambino" con una programmazione rigida e dettagliata per noi e per chi ci stava attorno in termini educativi, di condivisione e presenze esterne al noi tre. Ad un certo punto, guardando quel cosetto che girava per casa, mi sono detto che non aveva lui scelto di essere lì e non avevo alcuna ragione per far pagare anche a lui cose di cui non aveva colpa; per cui, ho dedicato il resto del tempo a fare le cose in modo che crescesse sereno e felice, ritrovandomi in quello che ho evidenziato nel messaggio di @Pincopallino che, a margine, ringrazio per questo spunto di autoanalisi 🙂
 

Brunetta

Utente di lunga data
Leggendo questa tua risposta ho analizzato i miei pensieri da genitore, quindi non da marito, non da amante e non da figlio.
Fino a prima di avere figli, la pensavo esattamente così, poche menate, solo divertimento, pochi impegni di tempo da dedicare ad altri, pur non avendo avuto genitori presenti come probabilmente i tuoi.
Poi abbiamo schedulato la nascita del primo in funzione dei reciproci impegni di lavoro, considerati prioritari su tutto fino al giorno prima del parto, avvenuto un mese prima e scombussolando in parte il percorso di carriera, poiché avevamo programmato anche il giorno della nascita in funzione di impegni lavorativi.

E la natura ha fatto il suo corso, da figlio sono diventato padre.

Di punto in bianco tutto quello che per me prima era prioritario, assunse toni non sbiaditi ma quantomeno più ordinari.
E così i fatti miei come li chiami tu, sono diventati fatti nostri, senza nemmeno rendercene conto, come se dentro di noi ci sia un meccanismo automatico che rende capaci e disponibili a restituire un po’ del tempo che ci siamo presi prima agli individui che abbiamo creato.
Credo si chiami in altri contesti, catena della vita.
Facendo un bilancio oggi, posso affermare pur avendo vissuto tante esperienze che le emozioni più intense e più ascrivibili alla sensazione del vale la pena vivere solo per questo, siano scaturite non tanto alla nascita ma durante la crescita (Non senza problemi).
Oggi sono uomini, normali, con i loro pregi e i loro difetti come tutti gli uomini del mondo, e pensando alla tua frase relativa agli scampoli di libertà, io mi sono sentito libero e non privato di esercitare la mia libertà facendo il genitore.
Sono sicuro che qualunque genitore qui, abbia il mio medesimo pensiero perché ci sono alcune esperienze di vita che le si comprendono solo vivendole.

L’altro giorno, non so chi ti ha scritto che non comprendi certe dinamiche perche sei rimasta figlia.
Ecco, la grande privazione che ti sei donata per la paura di non essere capace, ti ha privato anche di tutto questo.
E’ simile alla paura di volare alto per paura di farsi male se si cade.
Sottoscrivo tutto, a parte la condizione necessaria di viverla.
 

The Reverend

Utente di lunga data
Il mio unico erede non ne voleva sapere di nascere. Non ero proprio voglioso di procreare visto la vita che allora conducevo e Ahimè io non ho gli spermini esattamente dei fulmini di guerra penetra ovuli (anche se in quanto a penetrazioni mi ritenevo ((e ritengo tutt'ora anche se ho deposto l'arma 😅)) secondo a nessuno.
Quindi?
Quindi giù di cure analisi controlli cure terapie controlli medicazioni cure e tutto quello che può essere fatto dalla scienza su dei spermi moribondi.
Alla fine delle tribolazioni fisiche, psicologiche, monetarie (a palate) e spirituali e grazie alla scienza, il pargolo è arrivato.
E mi sono irrimediabilmente e irrevocabilmente innamorato di quel pantalòn che ora mi sovrasta perfino in altezza, dimenticando tutto il resto della vita.
Sottoscrivo in pieno @Pincopallino @ivanl e specialmente l'osservazione finale della @Brunetta

Dicono che ogni scarafone è bello a mamma sua ma miei occhi non possono evitare di sfuocarsi quando li poso sulla mia creatura e anche se ho sempre lasciato campo largo alle sue decisioni di vita , il poco buono di cuore che ho batte forte per lui
😍
 

Gaia

Utente di lunga data
Leggendo questa tua risposta ho analizzato i miei pensieri da genitore, quindi non da marito, non da amante e non da figlio.
Fino a prima di avere figli, la pensavo esattamente così, poche menate, solo divertimento, pochi impegni di tempo da dedicare ad altri, pur non avendo avuto genitori presenti come probabilmente i tuoi.
Poi abbiamo schedulato la nascita del primo in funzione dei reciproci impegni di lavoro, considerati prioritari su tutto fino al giorno prima del parto, avvenuto un mese prima e scombussolando in parte il percorso di carriera, poiché avevamo programmato anche il giorno della nascita in funzione di impegni lavorativi.

E la natura ha fatto il suo corso, da figlio sono diventato padre.

Di punto in bianco tutto quello che per me prima era prioritario, assunse toni non sbiaditi ma quantomeno più ordinari.
E così i fatti miei come li chiami tu, sono diventati fatti nostri, senza nemmeno rendercene conto, come se dentro di noi ci sia un meccanismo automatico che rende capaci e disponibili a restituire un po’ del tempo che ci siamo presi prima agli individui che abbiamo creato.
Credo si chiami in altri contesti, catena della vita.
Facendo un bilancio oggi, posso affermare pur avendo vissuto tante esperienze che le emozioni più intense e più ascrivibili alla sensazione del vale la pena vivere solo per questo, siano scaturite non tanto alla nascita ma durante la crescita (Non senza problemi).
Oggi sono uomini, normali, con i loro pregi e i loro difetti come tutti gli uomini del mondo, e pensando alla tua frase relativa agli scampoli di libertà, io mi sono sentito libero e non privato di esercitare la mia libertà facendo il genitore.
Sono sicuro che qualunque genitore qui, abbia il mio medesimo pensiero perché ci sono alcune esperienze di vita che le si comprendono solo vivendole.

L’altro giorno, non so chi ti ha scritto che non comprendi certe dinamiche perche sei rimasta figlia.
Ecco, la grande privazione che ti sei donata per la paura di non essere capace, ti ha privato anche di tutto questo.
E’ simile alla paura di volare alto per paura di farsi male se si cade.
Accetto il tuo pensiero, ma io ti benissimo cosi.
Credo che uno debba sentirlo di voler diventare genitore e io non lo sento.
C’è chi nasce con una certa predisposizione e chi no.
E giocare alla roulette con la vita degli altri non mi pare cosa buona.
Perché per me sarebbe stata una roulette.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Accetto il tuo pensiero, ma io ti benissimo cosi.
Credo che uno debba sentirlo di voler diventare genitore e io non lo sento.
C’è chi nasce con una certa predisposizione e chi no.
E giocare alla roulette con la vita degli altri non mi pare cosa buona.
Perché per me sarebbe stata una roulette.
Ma va
Nessuno crede o sa niente
Un considerevole numero di bambini semplicemente capita e nessuno sa cosa deve fare e come sarà finché non ce l’ha in mano
E non ci sono neanche ricette perché i bambini hanno il loro carattere e mano a mano che crescono si impara a conoscerlo e ad adattarsi ad esso
Io ho amiche che mai avrei immaginato mamme che invece sono mamme fantastiche senza fatica
E mamme che hanno sempre desiderato esserlo che fanno quello che possono
Su una cosa hai ragione, è una roulette, non sai cosa uscirà e non sai cosa è come sarà, finché non esce
 

The Reverend

Utente di lunga data
Ma va
Nessuno crede o sa niente
Un considerevole numero di bambini semplicemente capita e nessuno sa cosa deve fare e come sarà finché non ce l’ha in mano
E non ci sono neanche ricette perché i bambini hanno il loro carattere e mano a mano che crescono si impara a conoscerlo e ad adattarsi ad esso
Io ho amiche che mai avrei immaginato mamme che invece sono mamme fantastiche senza fatica
E mamme che hanno sempre desiderato esserlo che fanno quello che possono
Su una cosa hai ragione, è una roulette, non sai cosa uscirà e non sai cosa è come sarà, finché non esce
E poi, diciamolo, ci sono pure genitori di merda
 
Top