Labirinti

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Nobody

Utente di lunga data
mi viene spontanea una domanda: avete mai pensato veramente che l'altra persona NON vi "meritasse" ??? Teoricamente parlando,sottolineo teoricamente,si potrebbe partire dall'autostima e partire da li.....
Si, è capitato.
 

Sbriciolata

Escluso
mi viene spontanea una domanda: avete mai pensato veramente che l'altra persona NON vi "meritasse" ??? Teoricamente parlando,sottolineo teoricamente,si potrebbe partire dall'autostima e partire da li.....
no. A volte ho pensato che ero io a meritare di meglio; che ne so io di cosa si meritano gli altri? Magari io ero per loro quanto di peggio potesse capitare.
 

brenin

Utente
Staff Forum
no. A volte ho pensato che ero io a meritare di meglio; che ne so io di cosa si meritano gli altri? Magari io ero per loro quanto di peggio potesse capitare.
Penso che sostanzialmente abbiamo detto la stessa cosa,quando scrivi che a volte hai pensato che ti meritassi qualcosa di meglio.....
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
mi viene spontanea una domanda: avete mai pensato veramente che l'altra persona NON vi "meritasse" ??? Teoricamente parlando,sottolineo teoricamente,si potrebbe partire dall'autostima e partire da li.....
Si, una volta
 

Tessa

Escluso
mi viene spontanea una domanda: avete mai pensato veramente che l'altra persona NON vi "meritasse" ??? Teoricamente parlando,sottolineo teoricamente,si potrebbe partire dall'autostima e partire da li.....
Se intendi 'non mi merita perché io sono molto meglio', no mai.
 

isabel

Utente di lunga data
Però bisogna ( o si deve ) comunque "uscirne"..... presto o tardi.
Forse tu vorresti uscirne, ma non sempre è così.
Un labirinto e più in generale "una gabbia" possono diventare estremamente rassicuranti.
Chi si dibatte periodicamente tra le mura di un labirinto, forse di quel labirinto ha bisogno; allora, secondo me, invece che arrovellarsi per uscirne, farebbe meglio a capire come ci sia finito e succesivamente scegliere se rimanerci o meno.
 

isabel

Utente di lunga data
mi viene spontanea una domanda: avete mai pensato veramente che l'altra persona NON vi "meritasse" ??? Teoricamente parlando,sottolineo teoricamente,si potrebbe partire dall'autostima e partire da li.....
Nei rapporti amicali è capitato (nel senso che mi è sembrato di spendermi a senso unico) nelle relazioni amorose MAI (anche essendomi spesa assai di più); però, l'autostima, dovrebbe essere la stessa in tutti e due i casi. :rolleyes:
 

brenin

Utente
Staff Forum
Forse tu vorresti uscirne, ma non sempre è così.
Un labirinto e più in generale "una gabbia" possono diventare estremamente rassicuranti.
Chi si dibatte periodicamente tra le mura di un labirinto, forse di quel labirinto ha bisogno; allora, secondo me, invece che arrovellarsi per uscirne, farebbe meglio a capire come ci sia finito e succesivamente scegliere se rimanerci o meno.
Il labirinto più allettante e più pericoloso per l’uomo è la sua stessa psiche, non l’anima tradizionalmente intesa, ma la mente, luogo delle illusioni e degli inganni. La natura labirintica della psiche è descritta molto efficacemente da Jung nella sua teoria dei complessi; ricordiamo che, etimologicamente, il termine com-plesso indica soltanto un insieme di elementi collegati fra di loro e, a differenza di quanto comunemente si pensa, non rimanda a nulla di patologico. Nel modello junghiano il complesso è una sorta di campo energetico, un insieme di contenuti psichici cognitivi e affettivi simili, coagulato attorno a un nucleo centrale che funge da calamita attirando esperienze analoghe. La psiche non è una realtà monolitica ma composita e dinamica, un complesso di complessi in relazione fra di loro; possiamo raffigurarla come una struttura radiale al cui centro è il complesso dell’Io circondato da complessi a tonalità affettiva. Ogni singolo complesso è a sua volta disposto secondo una struttura radiale simile a quella della psiche in generale e ha al suo centro un nucleo di valenza archetipica, ossia comune a tutta la psichicità umana, attorno al quale si aggregano i vissuti personali di ogni singolo essere umano relativi al tema di quel nucleo. Il complesso dell’Io è l’insieme relativamente stabile e coeso di tutto ciò che riguarda noi stessi e la nostra storia, e ha la funzione di centro della personalità cosciente, pur presentando degli aspetti inconsci. Gli altri complessi sono insiemi di contenuti psichici raggruppati attorno a un nucleo carico di valenza affettiva (sentimenti, emozioni, figure significative come padre, madre, etc.), e sono in parte consci e in parte inconsci.La psiche può essere quindi rappresentata come un grande labirinto a sua volta composto da tanti piccoli labirinti che sono i complessi. Al suo interno, come all’interno di ogni singolo complesso e nelle vie di relazione fra di loro, si trovano percorsi più o meno tortuosi e ingannevoli.Un primo inganno è nell’errare in un labirinto senza saperlo, oppure immaginarlo dove non c’è, il che corrisponde a una visione dilatata oppure condensata di sé stessi e delle situazioni nelle quali ci si trova: un vicolo cieco può essere scambiato per un’autostrada, oppure un’autostrada può essere scambiata per un vicolo cieco. Un ulteriore inganno è nel credere che il labirinto sia al di fuori di noi e che gli intrichi nei quali ci troviamo provengano dall’esterno - dagli altri, dalle circostanze, etc. - mentre, in realtà, lo portiamo dentro; il labirinto psichico è sempre interiore, e gli intrichi apparentemente esteriori non fanno che riflettere, simmetricamente e come in uno specchio, quelli interiori.Un labirinto è un luogo in cui è molto facile entrare, da cui è molto difficile uscire, e in cui è ancora più difficile stare. Ricordiamo però che il labirinto stesso offre indicazioni su come affrontarlo:
◊ in ogni labirinto si può inserire una struttura a croce che rappresenta le quattro direzioni del piano: ciò indica in primo luogo fermarsi per orientarsi, poi scegliere una direzione oppure, se non si riesce a sceglierla, sopportare di restare fermi;
◊ i labirinti contengono spesso delle parti simmetriche: ciò suggerisce di mantenere giusta misura e giuste proporzioni;
◊ alcuni labirinti sono raffigurati come torri spiraliformi oppure con una torre al centro: l’indicazione è di porsi su di un piano più elevato che permetta di guardare gli intrichi dall’alto, con distacco.
La vita come labirinto
Una riflessione conclusiva: ognuno di noi è un labirinto ambulante che si muove nel labirinto del suo spazio-tempo esistenziale. Noi esseri umani siamo piccoli e piccolo è il nostro spazio-tempo poiché siamo forme limitate e transitorie della Possibilità Infinita, un altro modo di concepire Dio. Tuttavia, nel nostro piccolo, tutti noi facciamo parte di una grande rete cosmica nella quale l’intrecciarsi delle esistenze crea un grande labirinto che è poi la Vita stessa.
Ecco il sogno avuto da una donna, psicologa analista, che ha percorso labirinti psichici, esistenziali e onirici fino ad approdare a questo sogno appunto :

" Entro in casa mia e vedo che alcuni oggetti, piccoli mobili, piante etc. sono stati spostati e messi in un ordine diverso dal mio; qualcuno è entrato e mi chiedo chi sia, forse la sig.ra C. Poi vado in cucina e vedo acqua in terra, alla fine mi accorgo che c’è un piccolo buco circolare sul soffitto, vicino alla caldaia, e che da lì scorre giù dal piano di sopra un getto incessante di acqua. Sono costernata, nel frattempo arriva una paziente per la sua seduta, e sono costretta a mandarla via dopo averle mostrato il guasto per convincerla che non è una scusa. Cerco Maria, l’amministratrice, e finalmente la trovo in compagnia di una ragazza fragile e sofferente che non può abbandonare. Tutte e tre usciamo per trovare qualcuno che ripari il guasto, ma ci perdiamo, facciamo deviazioni inutili, la ragazza è lenta e Maria si attarda con lei, intanto si fanno le 19 e io ho un altro paziente che mi aspetta; mi arrabbio molto con Maria, la casa ormai sarà allagata e il paziente mi sta aspettando invano; minaccio di chiamare i Vigili del Fuoco. Continuiamo a girare a vuoto, ora siamo in campagna sulla sponda del fiume opposta a casa mia, non so quando abbiamo passato il fiume ma adesso non c’è modo di tornare sull’altra sponda. Alla fine scopriamo un grande edificio e vi entriamo: è uno strano palazzo pieno di meandri, sale, corridoi, terrazze, e ci sono molte persone. Giriamo a lungo anche qui, ma non troviamo mai una via per uscirne; il palazzo diventa sempre più grande e labirintico, giunge fino al mare dove vedo grossi scogli di roccia scura che - dice Maria - sono stati frammentati da qualche cataclisma. Torniamo indietro sempre cercando un’uscita, ma più giriamo e più ci perdiamo, il palazzo sembra non avere uscite. Mi rendo conto di quanto sono ormai lontana da casa mia, e che non uscirò più da questo labirinto. Qualcuno dice che in effetti è così, è impossibile uscirne, e infatti stanno tutti lì tranquilli facendo qualcosa o chiacchierando fra loro; la persona aggiunge che solo a pochi è stato concesso di uscirne, grazie a qualche circostanza fortunata che ha fatto loro incontrare qualcuno che li ha condotti fuori. A questo punto finalmente comprendo, quel luogo labirintico è la vita stessa. Si può uscire dalla sua prigione - nel sogno penso alla maya, alla ruota delle esistenze, al karma - soltanto grazie a un incontro fortunato che ci indichi una via di liberazione. "
 

Tradito?

Utente di lunga data
Poco prima di sposarmi, feci un sogno strano:
dopo vari giri con il motorino mi trovai davanti ad un palazzo, un piccolo cane tipo buldog con una una gemma rossa nel mezzo della fronte, una specie di terzo occhio, mi abbaiava rabbiosamente e faceva la guardia, entrai lo stesso nel portone, poi attraverso una porticina nascosta mi trovai in un appartamento che riconobbi essere il mio, lì all'interno di un armadio era celata una porticina con una chiave in bella mostra, dopo aver salutato mio padre mi avventurai in questa porticina per ritrovarmi in un corridoio stretto e lungo chiuso da una porta anch'essa dotata di chiavi, la aprii e mi ritrovai a casa di un mio zio cui volevo molto bene, ora purtroppo deceduto. Saluti, convenevoli e poi entrai nel ripostiglio dove c'era una una porticina piccolissima con una piccola chiave, la aprii e riuscii, non so come, a passare. Poi si susseguirono corridoi e porticine porte e portoni, tutti dotati di chiave. Io ero felice, di come trovassi sempre la chiave e con essa la possibilità di passare. Ad un tratto però mi venne un pensiero, ok le chiavi ci sono sempre e riesco a passare, ma cosa succederebbe se decidessi di tornare indietro? non c'era nessuna chiave dall'altra parte!
Fu così che mi svegliai in preda all'angoscia ed ora un decennio dopo constato che brutto labirinto è diventata la mia vita ed il mio matrimonio.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Poco prima di sposarmi, feci un sogno strano:
dopo vari giri con il motorino mi trovai davanti ad un palazzo, un piccolo cane tipo buldog con una una gemma rossa nel mezzo della fronte, una specie di terzo occhio, mi abbaiava rabbiosamente e faceva la guardia, entrai lo stesso nel portone, poi attraverso una porticina nascosta mi trovai in un appartamento che riconobbi essere il mio, lì all'interno di un armadio era celata una porticina con una chiave in bella mostra, dopo aver salutato mio padre mi avventurai in questa porticina per ritrovarmi in un corridoio stretto e lungo chiuso da una porta anch'essa dotata di chiavi, la aprii e mi ritrovai a casa di un mio zio cui volevo molto bene, ora purtroppo deceduto. Saluti, convenevoli e poi entrai nel ripostiglio dove c'era una una porticina piccolissima con una piccola chiave, la aprii e riuscii, non so come, a passare. Poi si susseguirono corridoi e porticine porte e portoni, tutti dotati di chiave. Io ero felice, di come trovassi sempre la chiave e con essa la possibilità di passare. Ad un tratto però mi venne un pensiero, ok le chiavi ci sono sempre e riesco a passare, ma cosa succederebbe se decidessi di tornare indietro? non c'era nessuna chiave dall'altra parte!
Fu così che mi svegliai in preda all'angoscia ed ora un decennio dopo constato che brutto labirinto è diventata la mia vita ed il mio matrimonio.
L'inizio ricorda una fiaba di Andersen
 

Brunetta

Utente di lunga data
quello che non riuscivo a spiegarmi era l'occhio rosso in testa, mi dava però l'impressione di qualcosa di negativo
Sarà una reminiscenza della fiaba. Se la trovo ti mando il link.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Hai ragione: l'acciarino
:up:

È estremamente inquietante come fiaba, come tutte quelle di Andersen.
Però hai ricordato nel sogno la parte più labirintica.
 

Tradito?

Utente di lunga data
Anche il sogno era inquietante e, con il senno di poi, premonitore
 

Brunetta

Utente di lunga data
Stato
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