Lanzichenecchi... a proposito di giovani

Brunetta

Utente di lunga data
Vero, hai ragione in generale.
Però ... Se Sinatra era nato e cresciuto a N.Y. frequentando scuole americane però viveva a Little Italy. Era americano di seconda generazione (padre siciliano, madre ligure).
Parlava malissimo l'italiano, anzi l'italo-cafonico brooccoliniano, che era un dialetto vagamente paragonabile all'italiano, diffusissimo tra i figli di immigrati italiani a N. Y..
La lingua (certe inflessioni) dipende molto da quale linguaggio si parla a casa, da piccoli. Certi accenti rimangono e tendono a scomparire dalla terza generazione in poi.

Questo vale, ad esempio, per Danny DeVito (famiglia di origine lucana) lui di terza generazione: spiccica pochissime parole di italiano: ripete sempre "oh ... la famiglia" come ricordo di una litania che gli faceva la nonna (che dormiva in un letto nel sottoscala della casa dei suoi genitori quando era piccolo).
Ho conosciuto una americana proprio di Brooklyn, di origine siciliana, il suo italiano è il dialetto di mamma e papà. L’americano perfetto. Fa l’agente immobiliare di lusso.
Io non so che esperienze tu abbia, ma ormai in Italia è pieno di italiani figli di immigrati che parlano un italiano perfetto, migliore di quello degli italiani di generazioni che hanno difetti dal dialetto, perché lo hanno imparato dagli insegnanti. Si impegnano nello studio e si laureano.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Ho conosciuto una americana proprio di Brooklyn, di origine siciliana, il suo italiano è il dialetto di mamma e papà. L’americano perfetto. Fa l’agente immobiliare di lusso.
Io non so che esperienze tu abbia, ma ormai in Italia è pieno di italiani figli di immigrati che parlano un italiano perfetto, migliore di quello degli italiani di generazioni che hanno difetti dal dialetto, perché lo hanno imparato dagli insegnanti. Si impegnano nello studio e si laureano.
Arcivero, ma dipende da diversi fattori. La scolarizzazione è importante, forse decisiva.
Il mio fisioterapista (sulla trentina) è albanese, parla l'italiano perfettamente. Se non fosse per il nome non crederesti che sia immigrato da bambino.
Il mio idraulico/tuttofare (sulla quarantina) è polacco. Si fa capire in italiano ma ha un terribile accento. Ci divertiamo a parlare di moto, passione che condividiamo.
La mia governante era rumena (over 45) ma parlava con un accento impossibile.
Una mia stretta collaboratrice, nata e cresciuta in Eritrea, parla un italiano elegantissimo oltre all'inglese, francese e spagnolo.
Dipende pure dalle persone.
Mica tutti hanno facilità di apprendimento.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Arcivero, ma dipende da diversi fattori. La scolarizzazione è importante, forse decisiva.
Il mio fisioterapista (sulla trentina) è albanese, parla l'italiano perfettamente. Se non fosse per il nome non crederesti che sia immigrato da bambino.
Il mio idraulico/tuttofare (sulla quarantina) è polacco. Si fa capire in italiano ma ha un terribile accento. Ci divertiamo a parlare di moto, passione che condividiamo.
La mia governante era rumena (over 45) ma parlava con un accento impossibile.
Una mia stretta collaboratrice, nata e cresciuta in Eritrea, parla un italiano elegantissimo oltre all'inglese, francese e spagnolo.
Dipende pure dalle persone.
Mica tutti hanno facilità di apprendimento.
Io parlo dei figli!
E i nipoti sono già alle superiori.
 

danny

Utente di lunga data
Non ho tempo per far questioni, ma permettimi di dire che non concordo sulla stilografica, quando ancora si usava scrivere a mano, era un segno di classe e raffinatezza.
La scrittura con la stilografica è più elegante.




🤷‍♀️
Ho presente, ma nel mio percorso scolastico era già caduta in disuso.
 

danny

Utente di lunga data
Vero, hai ragione in generale.
Però ... Se Sinatra era nato e cresciuto a N.Y. frequentando scuole americane però viveva a Little Italy. Era americano di seconda generazione (padre siciliano, madre ligure).
Parlava malissimo l'italiano, anzi l'italo-cafonico brooccoliniano, che era un dialetto vagamente paragonabile all'italiano, diffusissimo tra i figli di immigrati italiani a N. Y..
La lingua (certe inflessioni) dipende molto da quale linguaggio si parla a casa, da piccoli. Certi accenti rimangono e tendono a scomparire dalla terza generazione in poi.

Questo vale, ad esempio, per Danny DeVito (famiglia di origine lucana) lui di terza generazione: spiccica pochissime parole di italiano: ripete sempre "oh ... la famiglia" come ricordo di una litania che gli faceva la nonna (che dormiva in un letto nel sottoscala della casa dei suoi genitori quando era piccolo).
Però Little Italy c'è Ancora adesso.
Se tutto va bene sarò lì tra tre giorni.
Quella del Bronx, che nelle altre ci son più cinesi adesso
 

Brunetta

Utente di lunga data
Qui ci vorrebbe il Veneranda.
L'articolo dell'Elcan ricorda il mitico personaggio del Manzoni.
Carlo.
Credo che lui avesse un intento satirico. Ma gli è venuto male.
 

patroclo

Utente di lunga data
“Com’è possibile che con tutti gli ebrei brillanti in giro, abbia scelto questo idiota?”
...si dice sia stata pronunciata dall'avvocato
 

Angie17

Utente di lunga data
Però Little Italy c'è Ancora adesso.
Se tutto va bene sarò lì tra tre giorni.
Quella del Bronx, che nelle altre ci son più cinesi adesso
Ti sorprenderai uscendo dalla metro nel vedere molti molti visi orientali.. di Little Italy è rimasto poco , è stata fagocitata quasi completamente da Chinatown
 
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