Leggere o interpretare

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Eratò

Utente di lunga data
Vulve?
Ci sono racconti di naviganti Portoghesi del XV secolo che dicono di averne avvistate talune a largo di del capo di Buona Speranza nelle notti di tempesta, tra le onde che quasi ribaltavano la loro caracca...
Erano gigantesche e spaventose...
Pochi sono rimasti in vita di quelli che sono riusciti a vederle coi propri occhi...
E la loro salute mentale ne risultava spesso compromessa...
Poooooveri ginecologi:rotfl:
 
Scusa ma io o altri ci siamo mai permessi di dirti a chi è cosa devi scrivere qui o in mp? Machisenefrega.

Vedi che sei tu a cercare polemiche.

Non mi serve un avvocato o un difensore qui.

ED io pazienza ne ho ma un minimo di autocritica no?

Non ho trovato la tua risposta a Buscopann, ho letto tutto ma non capisco a quale ti riferisci.

Troppo comodo prima polemizzare e poi senza ammettere di aver cannato in pieno, dire lasciamo perdere.

Se io ti interpreto male, forse e' perche' scrivi in modo ambiguo o no?
A no, sono scema io!
va bene , ok .se è possibile la finirei qui
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
ma sì, il bello è questo.
in realtà alla fine la vera emotiva sono io che metto in chiaro ogni pensiero.
io non so se ve ne accorgete ma mentre voi andate in privato a manifestare qualche disagio o incomprensione io scrivo tutto ma proprio tutto quello che penso .
in questo modo a volte sembro, forse sono provocatoria .
tanto è vero che un tempo dicevano che lo facevo apposta per scatenare putiferi.
invece mi succede che non riesca a rimanere seria più di tanto e finisca tutto in caciara
Manca un "anche" alla frase
Per il resto a me sembri una che manifesta le sue emozioni e anche se a volte non siamo in accordo hai la mia stima. a me arriva molto di te, poi magari l'idea che ho è totalmente sbagliata ma per me l'importante è che un utente riesca a trasmettermi qualcosa
Ricordo che una volta scrissi che ti invidiavo per come ti leggo. Partì un fraintendimento mai visto. Confermo la "sana" invidia.
Sugli mp è un peccato tu li tenga chiusi non per evitare petegolezzi ma perchè a volte ci sono cose che una persona preferisce dire in privato
Per esempio questo mio post
So che sono assolutamente OT
 
Insomma dopo Goffman viene Buttman...

In particolare, questa sociologia della vita quotidiana si domanda come si comportino due persone quando si incontrano, indipendentemente da chi siano o dal motivo per il quale si incontrano. Il presupposto che la sorregge è che continuamente comunichiamo con gli altri non solo a parole o a gesti, ma anche col modo in cui ci vestiamo o con gli oggetti che utilizziamo. Gli altri hanno bisogno di informazioni su di noi e noi trasmettiamo immagini di noi stessi, ricevendone altre in cambio. Fedele alle teorie dell’interazione, Goffman è tuttavia convinto che essa avvenga non a caso ma sempre secondo regole precise. Per spiegare la propria concezione interattiva, Goffman fa ricorso a una metafora assai efficace, la “metafora drammaturgica”: nella vita sociale, che come abbiamo detto è incentrata sull’interazione, l’attore è sempre intento a porre se stesso in scena sul palco della società. E così nell’impianto teorico di Goffman veniamo a trovare attori, palcoscenici, pubblico: quel che manca è, a ben vedere, un copione fisso. L’idea di Goffman (frutto sia di una ricerca empirica sia di una speculazione teorica) è che i gruppi sociali si dividano in due categorie: i gruppi di “performance” e i gruppi di “audience”.
La vita sociale è, appunto, una rappresentazione che i gruppi sociali mettono in scena di fronte ad altri gruppi. Goffman cita l’esempio dei camerieri in un hotel delle isole Shetland (dove aveva svolto la sua ricerca): verificando che il gruppo di performance dei camerieri, di fronte al proprio pubblico (ovvero i clienti del ristorante), inscena una rappresentazione, mostrandosi deferente, rispettoso, discreto, e così via. Questo accade in uno spazio di palcoscenico (cioè dove il pubblico è presente): mentre nello spazio di retroscena, nascosto al pubblico, i camerieri hanno un comportamento del tutto diverso, molto più informale e irrispettoso. La vita sociale, quindi, si divide in spazi di palcoscenico e di retroscena, cioè in spazi privati, in cui gli individui non “recitano”, e spazi pubblici in cui inscenano invece una precisa rappresentazione. Naturalmente, il comportamento nel retroscena contraddice il comportamento pubblico: una persona insicura, ad esempio, può assumere in pubblico un atteggiamento spavaldo, e mostrarsi invece vulnerabile soltanto nel suo retroscena (ad esempio in famiglia). Secondo Goffman, quindi, la vita sociale si fonda sulla demarcazione dei confini tra palcoscenico e retroscena: infatti il gruppo di audience non deve accedere alle situazioni di retroscena che contraddicono il comportamento pubblico. L’interazione sociale, così intesa, è un dramma che si svolge su una scena, dove gli attori (la compagnia) cercano di controllare le idee che gli altri (il pubblico) si fanno di loro, per presentarsi nella miglior luce possibile e in un modo che sia credibile. Per Goffman, come affiora dalla vicenda dei camerieri dell’hotel, esistono luoghi di ribalta, nei quali ci si deve vestire e comportare con certe formalità, e luoghi di retroscena, dove ci si può rilassare. Scambiare gli uni per gli altri può avere conseguenze nefaste per una relazione sociale. L’interazione sociale può avvenire tra persone che si conoscono o tra estranei che si trovano casualmente insieme in un luogo pubblico. Nei due casi, i modi di comportarsi sono differenti: ma in tutti e due i casi si ha un’interazione. Pensiamo a due persone che si trovino casualmente nello stesso scompartimento del treno senza conoscersi: a tutta prima, pare che si ignorino, ma in realtà essi si scambiano senza sosta messaggi e orientano reciprocamente il loro agire (cercano di non disturbare, di non essere invadenti, non allarmare gli altri con gesti strambi, ecc). Ma nella rappresentazione i rapporti fra attori e pubblico possono anche essere diversi da quelli che paiono: si hanno in questo caso i “ruoli incongruenti”. Così, il “delatore” è chi finge presso gli attori di essere un membro del gruppo, avendo così accesso al retroscena e riportando al pubblico informazioni riservate. Il “compare” è chi si accorda segretamente con gli attori e si mescola tra il pubblico per orientarlo. Lo “spettatore puro” è un professionista riconosciuto come spettatore qualificato (ad esempio, un critico teatrale). L’“intermediario” appartiene a due compagnie che sono l’una il pubblico dell’altra e può mettere in atto giochi di triade. La “non persona” è chi, benché presente, non fa parte della rappresentazione e viene ignorata (ad esempio, il conducente del taxi). Come dicevamo, per Goffman nulla è abbandonato al caso: esistono regole di etichetta e rituali coi quali si sperimenta l’accesso agli altri e si misurano le possibilità e i limiti di un reciproco coinvolgimento. Anche la più anonima e fugace delle relazioni, un incontro in strada con un estraneo, è già un’interazione assai complessa, densa di messaggi; è un tipo di rituale che Goffman chiama “disattenzione civile”. Le due persone si avvicinano, si guardano, stabiliscono a cenni che lato della strada ciascuno dei due seguirà e, quando si incontrano, abbassano lo sguardo – “una specie di abbassamento delle luci” –, col che affermano implicitamente di non aver nulla da temere dall’altro. In Goffman il “self” (cioè l’Io, l’autocoscienza) è concepito come un elemento contingente, tutt’altro che stabile: esso è stabilito dalla situazione, dal palcoscenico su cui si recita, dagli spettatori che assistono allo spettacolo. Come abbiamo avuto già modo di accennare, per Goffman gli individui, più o meno consapevolmente, inviano senza sosta segnali (il modo di vestire, di parlare, di gesticolare, ecc) che vengono recepiti da altri come informazioni utili per coordinare il proprio agire. Sulla base di questi segnali, gli individui sviluppano una “definizione della situazione” che consente loro di orientare il loro agire. In particolare, la presentazione del “self” segue una specifica dinamica, scandita nei seguenti punti: in primo luogo, c’è quello che Goffman chiama “front” e che noi possiamo tradurre con “facciata”. Nel “front” rientrano tutte quelle cose (vestiti, mobili, ecc) che contribuiscono a creare la nostra “facciata”, ovvero la nostra superficie dinanzi agli altri: in definitiva, il “front” è l’immagine superficiale di noi che trasmettiamo agli altri. Nel “front” rientra pure l’equipaggiamento espressivo (i sentimenti), il quale sottolinea la nostra posizione sociale e il nostro modo di atteggiarsi concreto. Come regola generale, vale che gli individui si attendono da noi un “front” coerente: Goffman è convinto che esista un numero limitato di possibili “fronts” e che, in genere, gli individui li conoscano tutti; per di più, essi sono istituzionalizzati e compaiono nella forma di stereotipi, sicché individui aventi ruoli specifici possono far ricorso a un ben preciso repertorio di “fronts”. Il secondo aspetto della presentazione del “self” è quella che Goffman definisce come “dramatic realisation”: si tratta dell’impiego di espedienti drammaturgici, impiego che è tanto maggiore quanto più è difficoltosa la costruzione di un determinato “front”. V’è poi la “idealisation”, che è lo sforzo per presentarsi come qualcuno che abbia interiorizzato certi valori riconosciuti dalla comunità. Troviamo poi quello che Goffman chiama “mantenimento del controllo espressivo”: alla bse v’è l’idea che alla definizione della situazione contribuiscano in maniera decisiva anche piccoli segni, con la conseguenza che l’attore sociale deve controllare e coordinare il proprio comportamento (tipo esempio è il “self control”). Successivamente troviamo la “mistification”, la mistificazione: specie le persone di alto rango, cercano di mantenere le distanze dagli altri e di tenere in piedi una certa definizione della situazione. C’è poi la “autenticità”: ad avviso di Goffman, le persone cercano di apparire autentiche, senza far sorgere l’impressione che il loro comportamento sia frutto di artificiosità. È, in sostanza, il concetto di “sprezzatura” (l’arte di nascondere l’arte) quale era stato elaborato da Baldesar Castiglione. Troviamo poi il “frame”: l’idea è che gli individui impieghino schemi interpretativi al fine di inquadrare ciò che avviene intorno a loro. Tutte le forme d’interazione fanno ricorso al “framing”. Infine, il concetto di “primary framework” all’interno di un gruppo sociale designa un elemento centrale della cultura di questo gruppo: l’idea di Goffman è che ogni gruppo abbia un suo codice specifico che lo caratterizza e lo distingue dagli altri (ad esempio, nel gruppo dei barboni è il rifiuto sistematico del lavoro). I “frames”, nota Goffman, possono venir trasformati attraverso il “keying”, quel procedimento in virtù del quale certe attività possono venir definite in modi diversi (ad esempio una situazione che può essere definita sia come sport sia come lavoro); si tratta di situazioni che mutano al mutar della prospettiva assunta.
 
Quello che a me fa mordere le dita, è la prematura scomparsa del grande erving.
Muore a soli sessant'anni nel 1982...

Non fece a tempo ad assistere alla rivoluzione del mondo di internet, dei cellulari, dei sms ecc..ecc..ecc...

Sebbene e quantunque l'opera il rituale dell'interazione sia precedente, ma a ridosso, di una rivoluzione come quella del 68'...

resta comunque illuminante, anzi folgorante...e pone in nuce, la via del testo forme del parlare...

Insomma già prima dell'avvento di internet, Goffman indica come e quali siano i limiti di una cosa scritta rispetto ad una cosa detta...

E fa una disanima con esempi di quanti strafalcioni semantici, semiologici, comporti la lettura di una frase scritta...

Io non ci credevo, fino a quando non iniziai a giocattolare io con le parole...

SONO SICURO
CHe oggidì avrebbe scritto un testo dal titolo: forme del postare nei forum!:)
 
arrivati ad un certo punto ho 'impressione che si tenda a dare sempre la stessa lettura di quello che scrive una persona attribuendola ad un atteggiamento che la caratterizza .
sei sono "la snob" tutti i miei messaggi avranno quell'impronta.
Però per te dovrebbe essere stimolante tentare di capire...
1) come sei divenuta la snob
2) cogliere le espressioni che ti hanno non resa, ma "deformata" come tale...

Per esempio quotidianamente assistiamo a trasmissioni tv, tipo blob, o striscia la notizia che giocano molto su queste cose eh?

Il gioco non sta mai nel capire fischi per fiaschi...
Me nel dire fiaschi e far intendere fischi...
 
Quello che a me fa mordere le dita, è la prematura scomparsa del grande erving.
Muore a soli sessant'anni nel 1982...

Non fece a tempo ad assistere alla rivoluzione del mondo di internet, dei cellulari, dei sms ecc..ecc..ecc...

Sebbene e quantunque l'opera il rituale dell'interazione sia precedente, ma a ridosso, di una rivoluzione come quella del 68'...

resta comunque illuminante, anzi folgorante...e pone in nuce, la via del testo forme del parlare...

Insomma già prima dell'avvento di internet, Goffman indica come e quali siano i limiti di una cosa scritta rispetto ad una cosa detta...

E fa una disanima con esempi di quanti strafalcioni semantici, semiologici, comporti la lettura di una frase scritta...

Io non ci credevo, fino a quando non iniziai a giocattolare io con le parole...

SONO SICURO
CHe oggidì avrebbe scritto un testo dal titolo: forme del postare nei forum!:)
conte, quanto tempo che non lo faccio...ne avevo bisogno

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zzz
z
 

lunaiena

Scemo chi legge
Per favore cambia avatar...
te ne mando uno io...
Perchè mi confondo con quello di brunetta....

E capisci...bene
che il senso di un post
è legato sempre a chi lo scrive no?:rolleyes::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:

bhe ...bhó ...
se ci confondi forse sarebbe meglio
fare una visitina ad un oculista ...
comunque é anzi era mia intenzione cambiare
avatar devo solo avere un momento ed essere su pc...
ma ora che me lo chiedi sarà difficile a breve
altrimenti potrebbe sembrare che faccio ciò che dice il Conte
che ha già compromesso la mia permanenza qui sopra...




io sono sempre del parere
che prima di farmi un'opinione delle persone
devo concretizzare
 

Divì

Utente senza meta
partendo da una riflessione sull'interpretazione di ciò che caratterizza i nick horny diceva che preferiva legittimamente persone che mettevano empatia e partecipazione sul forum rispetto a due come me e jb.
da qui c'è chi ha tenuto a dire quanto per lui sia uno stile sincero e schietto ...
io invece rimanevo una strega antipatica:D
più o meno è così:singleeye:
Minnie, premesso che non ho letto tutto il 3d, io trovo il tuo personaggio deliziosamente ironico, anche nello stile "svampita" che gli hai dato. E secondo me glielo hai dato tu, eh? Non smettere di farlo.

Allo stesso modo adoro Clem e le sue domande.

Se non ci foste, bisognerebbe inventarvi.

Siamo tutti personaggi, in fin dei conti, di quello spettacolo che è un forum ....
 
Minnie, premesso che non ho letto tutto il 3d, io trovo il tuo personaggio deliziosamente ironico, anche nello stile "svampita" che gli hai dato. E secondo me glielo hai dato tu, eh? Non smettere di farlo.

Allo stesso modo adoro Clem e le sue domande.

Se non ci foste, bisognerebbe inventarvi.

Siamo tutti personaggi, in fin dei conti, di quello spettacolo che è un forum ....
scusa ma ogni tanto la menopausa galoppante fa brutti scherzi.porta pazienza
 

Divì

Utente senza meta
Rabarbaro e JB.

Sono personaggi, niente di più. Io li vedo molto a due dimensioni. Questo non significa che non mi piacciano o che non diano il loro legittimo contributo.

Ma quando non sei affatto sorpresa o puoi prevedere praticamente in modo matematico come interverranno, se interverranno, direi che siamo davanti a una "figura".
 

lunaiena

Scemo chi legge
partendo da una riflessione sull'interpretazione di ciò che caratterizza i nick horny diceva che preferiva legittimamente persone che mettevano empatia e partecipazione sul forum rispetto a due come me e jb.
da qui c'è chi ha tenuto a dire quanto per lui sia uno stile sincero e schietto ...
io invece rimanevo una strega antipatica:D
più o meno è così:singleeye:

Se se può consolarti
a me piacciono le streghe antipatiche ...
sono tenere e dei pezzi di burro
 

Joey Blow

Escluso
Rabarbaro e JB.

Sono personaggi, niente di più. Io li vedo molto a due dimensioni. Questo non significa che non mi piacciano o che non diano il loro legittimo contributo.

Ma quando non sei affatto sorpresa o puoi prevedere praticamente in modo matematico come interverranno, se interverranno, direi che siamo davanti a una "figura".
Mentre invece Minni che è una mina vagante no. Lei invece è svampita ma solo perchè ha dato questa "impronta" al suo personaggio. Sorpresa sorpresa. Tu che personaggio saresti?
 

Divì

Utente senza meta
scusa ma ogni tanto la menopausa galoppante fa brutti scherzi.porta pazienza
Ma figurati, capisco benissimo.

Anni fa quando partecipavo ai gruppi di discussione ci stavo perdendo la salute.

Ecco, adesso vorrei evitare :D

Per cui almeno qui vorrei non sbroccare, anche perchè lo stato dei miei nervi non è ancora stabile.

Colgo l'occasione per chiedere scusa a tutti coloro che ho inavvertitamente offeso o che inavvertitamente offenderò in futuro.
 
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