perchè diamo cosi importanza al tradimento?
voglio dire.. siamo traditi ogni santo giorno,
dai nostri politici,
nel lavoro,
nelle amicizie
... dai nostri vicini di casa.
eppure a questo tradimento diamo più forza di un tumore ai polmoni.
perchè?
forse è L'esclusività
che tutti, per "necessariamente" innamorarci,
ad essere stata ingannata?
se perdo l'esclusività di un rapporto, di una storia, perdo me.
l'esclusività è stata ingannata non noi.
Come dire ..il mondo è cosi, ma io ripongo tutto in te.
se cade l'ultima diga, cade tutto.
ma io ti dico che sei sempre tu.
l'essere e sentirsi esclusivi, unici e i soli
per qualcuno,
ci rende liberi o schiavi?
Temo che nei rapporti si possa parlare di esclusività ("amorosa") solo nelle relazioni uomo/donna.
Pensaci bene, nemmeno con i figli attuiamo un simile meccanismo. Anzi, ci rendiamo conto che con loro l'esclusività non è possibile. Tanto che il rispetto sano dei ruoli in quel tipo di rapporto prevede che i figli seguano la loro strada anche quando questa non corrisponde alle nostre aspettative.
Quindi iniziamo col dire che l'esclusività non è amore, non è cosi legata ad esso come pensiamo o vorremo credere.
Il bisogno di esclusività è timore, è paura. Non che ci sia qualcosa di male in questo, in realtà, se vogliamo, nasconde in se un fine buono e buoni propositi. Ma rappresenta paura quando, con l'illusione che l'esclusività sia possibile, intendiamo esorcizzare il male che può colpirci quando in coppia ci apprestiamo a prenderci delle responsabilità presenti e future che vanno amministrate insieme.
E hai detto bene, "il mondo è cosi, ma io ripongo tutto in te". Cioè, il mondo va cosi, abbiamo coscienza della nostra fallibilità, eppure ci basta la "certezza" che qualcuno sia esclusivamente nostro. Per fare cosa? Per delegare qualcuno o qualcosa a far si che questo mondo vada come dovrebbe che vada? Che francamente dove vada questo mondo non lo sapremo mai. E si, il tradimento inganna l'esclusività. Perché, per quanto ci riguarda, noi ci inganniamo da soli con le nostre credenze.
Invece questo mondo è "perfetto" e funziona ancora alla perfezione. Altrimenti non saremmo qui.
L'esclusività, mentre noi non sappiamo bene a cosa serve, lei invece sa bene quali siano i suoi scopi.
Però tu parli di sentirsi esclusivi, non della pretesa di esclusività. Per cui, nel senso in cui vuoi intenderla tu, io ci vedo libertà e gioia di donarsi. Questa sarebbe la mia risposta alla tua domanda, ovvero il contrario della schiavitù. Perché io stesso mi sono reso esclusivo a suo tempo senza che
pretendessi esclusività.
Ma con te preferisco andare al punto cruciale della questione. Ovvero cosa fare quando l'esclusività si pensa sia ormai compromessa. Hai qualche idea?
Iniziamo col dire che in un rapporto l'esclusività non è il fine primario. Cioè, io non credo proprio di essere a questo mondo per arrivare alla morte felice e beato del fatto che abbia ricevuto e offerto pura esclusività.
Per me esiste solo la continuità. Un rapporto non è fatto solo di idillio, ma come ben sai è controbilanciato anche da crisi, e pesanti anche. L'unica speranza che puoi coltivare, che avrebbe un senso almeno a differenza della fedeltà integralista, è quella di avere al tuo fianco una persona intelligente, che la pensi come te, ma che, come te, è anche fallibile. In ogni caso il fine ultimo è ben altro, ed una persona equilibrata modifica ed adatta anche le sue credenze.
Se cade l'ultima diga ti sembrerà che tutto è perduto. Ma se dici "sei sempre tu" allora penso che la pensi come me.
E non rompermi le scatole.:sonar: