Minerva
io
Dura, ansiogena, nervosa, psicologicamente agonizzante appare l'arte "degenerata" di Schiele che infonde tensione disumana nelle sue femmine imberbi - ragazzine, spudorate lolite tutte ossa, occhi e genitali, dedite all'autoerotismo maniacalmente immortalato come esercizio solitario che diventa per Schiele un gesto estremo di desolazione e inerzia - nei nudi femminili condannati a pose quasi innaturali, negli autoritratti (splendido l'Autoritratto con alchechengi del 1912) e nei ritratti animaleschi, struggenti, disadattati, picchi di virtuosismo psicologico, così come nei meno noti paesaggi dove Schiele rinuncia a qualsiasi connotazione topografica, rinnegando la prospettiva, tanto da ridurli a una giustapposizione di forme geometriche. Opere che sanno raccontare la compassionevole condizione umana, attraverso una figurazione emotivamente carica.
Opere, quelle di Schiele, che disgregano crudelmente il linguaggio morbido, ambiguo, esoterico e sensuale della secessione, per caricarlo di angoscia esistenziale. Opere il cui punto di svolta cruciale è il 1905, segnato dalla morte del padre, che già da qualche anno soffriva di stati allucinatori dovuti, forse, alla sifilide. La sua sensibilità nevrotica ne rimarrà inevitabilmente marchiata a fondo. Proprio da questa esperienza nasceranno i temi dominanti della sua opera, l'associazione tra sesso, colpa, espiazione, e l'ossessione della morte e del declino. "Come Freud - commentano i curatori - anche Schiele si addentra nell'animo umano. Prima di lui, nessun altro artista era stato così spregiudicato nel ritrarre le pulsioni più intime delle proprie modelle".
di Laura Larcan
Opere, quelle di Schiele, che disgregano crudelmente il linguaggio morbido, ambiguo, esoterico e sensuale della secessione, per caricarlo di angoscia esistenziale. Opere il cui punto di svolta cruciale è il 1905, segnato dalla morte del padre, che già da qualche anno soffriva di stati allucinatori dovuti, forse, alla sifilide. La sua sensibilità nevrotica ne rimarrà inevitabilmente marchiata a fondo. Proprio da questa esperienza nasceranno i temi dominanti della sua opera, l'associazione tra sesso, colpa, espiazione, e l'ossessione della morte e del declino. "Come Freud - commentano i curatori - anche Schiele si addentra nell'animo umano. Prima di lui, nessun altro artista era stato così spregiudicato nel ritrarre le pulsioni più intime delle proprie modelle".
di Laura Larcan