Quindi al contrario di Nocciola, concordi su tutto.
Il fatto (che condivido anch'io) è che non c'è contrapposizione tra essere sicuri di sé e non rompere i coglioni.
Le cose che feriscono, poi, se dall'altra parte si ha un'altra persona sicura di sé (e pronta a discutersi), NON sono le verità (quelle al limite aprono un percorso faticoso, su di sé), ma sono frutto del contrasto tra verità e balle altrui. Non mi ferisci se mi dici che sono una stronza patentata, e mi motivi la tua opinione. Mi ferisci se mi dici Foglia, sei la più dolce che conosca, e poi io scopro che quella frase me la dici per condirmi su, per ottenere quello che vuoi, per dispormi in un certo modo, per non vedere altro. Idem l'indipendenza economica: non è "concessione" dell'uomo, mi spiego? Il fatto che pur indipendenti qualcuno paghi non è in contrasto (caso mai apre altre parentesi sul fatto del sentirsi "debitrici", a lungo andare, ma siccome nessuno dà niente per niente, all'interno di rapporti consolidati questa frase vuol dire tutto e vuol dire niente, se non appunto guardando lo specifico caso). Idem il fatto che sia una persona capace di sognare (a chi piace il genere!

) che non è che contrasta col saper maneggiare una chiave inglese, eh. Non credo che ci sia bisogno di andare avanti....
Chi non vorrebbe il meglio?

Poi, si fa i conti (più concretamente) coi propri bisogni, e i bisogni nel corso del tempo cambiano anche

, e il sapersi accontentare assume un altro significato.
Personalmente posso apprezzare una persona per la sua cultura, ma alla fine della fiera che sappia fare il meccanico, dato che non vive con me, frega poco assai.
Apprezzo senz'altro che non rompa i coglioni, ma del resto non lo faccio nemmeno io

Se uno mi dicesse che mi ama alla follia, il minimo sarebbe non soffocarmi (che quello è tutto fuorché amore), ma in ogni caso considerato che non è mio desiderio condividere la casa con chiunque non sia mio figlio, raramente uno che mi ami alla follia potrebbe stare con me, per lo meno ora

Non vedo perché mi dovrebbe assecondare se la pensa diversamente da me (tanto ripeto: grosse litigate a casa non ce ne sarebbero).
Che "si impone" per me? Ma quando mai!

E su chi o che cosa si dovrebbe imporre? Tengo 45 anni, cavalier serventi proprio anche no, meno che meno nel mio caso attuale, dove questo si potrebbe tradurre in un "se potessi, farei".... da ridere per non piangere proprio, meno male che evita

E via dicendo....
Dovessi pensare a un rapporto diverso, apprezzerei i fatti che mi fanno stare bene, mica le parole. E analogamente dubito che avrei "liste", ma solamente verificherei che quella persona "vale la pena". Ovviamente mi aspetterei il reciproco della verifica, dovesse mancare arrivederci e grazie, che di sicuro in difetto non mi ci voglio sentire
