Chiara intanto piano coi toni, ignoranza dove?
Ho scritto cose dimostrabili(al contrario dei grandi miracoli che si predicano ma qui la pianto sennò dovremmo aprire un discorsetto un po' troppo lungo), non mi sono certo inventata niente, quindi andiamoci piano.
Cristo era l'incarnazione di queste virtù, ma è proprio questo il punto, lo era lui come ce ne sono stati altri non cristiani, guarda Gandhi, non era cristiano eppure è stato un esempio illuminante della non violenza e di come un uomo possa combattere con la propria voce e farne l'arma più grande. Insomma sto dicendo che tutte quelle figure storiche realmente vissute che hanno fatto sul serio del bene per gli altri io le vedo come dei grandi uomini, portatori di grandi valori, ma non perchè cristiani, ok? ma perchè, tanto per citarne uno come San Francesco, hanno saputo spogliarsi di tutto per darlo agli altri, e io credo che questo vada oltre la fede, è insito nell'essere umano come può esserlo la cattiveria stessa, ci viene da dentro, a chi più a chi meno, e voglio credere che lui lo avrebbe fatto anche da ateo, a prescindere dalla sua fede. Se un uno è buono dentro lo è, indipendentemente dal suo credo.
Questo volevo dire.
Per me hai le idee un po' confuse.
San Francesco lo conosco molto bene.
Pare che egli abbia avuto una visione in cui Dio gli disse, vai e ripara la mia chiesa che cade a pezzi.
Lui come al solito non capì il messaggio e si mise a riparare la piccola chiesa della porziuncola oggi custodita entro la basilica si santa Maria degli Angeli in Assisi.
San Francesco non era un prete, ma diceva che considerava più di lui anche il più povero e scalcinato tra i preti, per il semplice fatto che lui, il prete poteva dare a lui l'Eucarestia e non viceversa.
San Francesco giurò obbedienza incondizionata alla Chiesa e andò in pellegrinaggio da Innocenzo III papa, per farsi approvare la regola.
http://www.monasterovirtuale.it/home/classici/francesco/regolabollata.html
Qui trovi il testo della regola bollata 1223.
E posso dirti che i frati francescani sempre fanno riferimento al vescovo della diocesi a cui appartengono.
Gandhi non era uno stupido sempliciotto come lo si dipinge.
Nato il 2 ottobre 1869 a Portbandar in India, dopo aver studiato nelle università di Ahmrdabad e Londra ed essersi laureato in giurisprudenza, esercita brevemente l'avvocatura a Bombay.
Di origini benestanti, nelle ultime generazioni la sua famiglia ricoprì alcune cariche importanti nelle corti del Kathiawar, tanto che il padre Mohandas Kaba Gandhi era stato primo ministro del principe Rajkot. I Gandhi tradizionalmente erano di religione Vaishnava; appartenevano cioè ad una setta Hindù con particolare devozione per Vishnù.
Nel 1893 si reca in Sud Africa con l'incarico di consulente legale per una ditta indiana: vi rimarrà per ventuno anni. Qui si scontra con una realtà terribile, in cui migliaia di immigrati indiani sono vittime della segregazione razziale. L'indignazione per le discriminazioni razziali subite dai suoi connazionali (e da lui stesso) da parte delle autorità britanniche, lo spingono alla lotta politica.
Il Mahatma si batte per il riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti e dal 1906 lancia, a livello di massa, il suo metodo di lotta basato sulla resistenza nonviolenta, denominato anche Satyagraha: una forma di non-collaborazione radicale con il governo britannico, concepita come mezzo di pressione di massa.
Gandhi giunge all'uguaglianza sociale e politica tramite le ribellioni pacifiche e le marce.
Alla fine il governo sudafricano attua importanti riforme a favore dei lavoratori indiani: eliminazione di parte delle vecchie leggi discriminatorie, riconoscimento ai nuovi immigrati della parità dei diritti e validità dei matrimoni religiosi.
Nel 1915 Gandhi torna in India dove circolano già da tempo fermenti di ribellione contro l'arroganza del dominio britannico, in particolare per la nuova legislazione agraria, che prevedeva il sequestro delle terre ai contadini in caso di scarso o mancato raccolto, e per la crisi dell'artigianato.
Diventa il leader del Partito del Congresso, partito che si batte per la liberazione dal colonialismo britannico.
Nel 1919 prende il via la prima grande campagna satyagraha di disobbedienza civile, che prevede il boicottaggio delle merci inglesi e il non-pagamento delle imposte. Il Mahatma subisce un processo ed è arrestato. Viene tenuto in carcere pochi mesi, ma una volta uscito riprende la sua battaglia con altri satyagraha. Nuovamente incarcerato e poi rilasciato, Gandhi partecipa alla Conferenza di Londra sul problema indiano, chiedendo l'indipendenza del suo paese.
Del 1930 è la terza campagna di resistenza. Organizza la marcia del sale: disobbedienza contro la tassa sul sale, la più iniqua perché colpiva soprattutto le classi povere. La campagna si allarga con il boicottaggio dei tessuti provenienti dall'estero. Gli inglesi arrestano Gandhi, sua moglie e altre 50.000 persone. Spesso incarcerato anche negli anni successivi, la "Grande Anima" risponde agli arresti con lunghissimi scioperi della fame (importante è quello che egli intraprende per richiamare l'attenzione sul problema della condizione degli intoccabili, la casta più bassa della società indiana).
La grande anima comunque per evitare casini e disordini, mise tutti gli indiani ospiti non registrati, di fede islamica, in pakistan. Creando appunto uno stato per loro.



