Non è una faccenda secondaria, è il vero punto del problema, per quanto esistano delle professioni che oggettivamente impegnano lontano dalla famiglia.
Alla nascita di mio figlio e mia figlia, la moglie ha deciso per un periodo di non lavorare, per seguire i bimbi, grazie al cielo io guadagnavo abbastanza. Quando sono stati grandicelli ha ripreso per sua volontà, sentiva il bisogno di applicarsi in qualcosa, di uscire dalla routine, io ho accettato. Ha trovato lavoro nel settore della ristorazione perciò io mancavo durante la settimana, lei il w.e. Siamo stati comunque una famiglia, i bimbi aiutavano me persino nelle piccole faccende domestiche. Quando si riusciva a stare tutti insieme o ad uscire per qualche cena ci godevamo la nostra reciproca presenza, come cosa insolita e bella, ci godevamo ogni momento insieme. Il vero problema è stato quando lei ha dovuto scegliere su proposta dei titolari del posto dove lavorava se impegnarsi ulteriormente per assumere nuove responsabilità, un ruolo più importante o no. Ha rifiutato, non sarebbe certo stato la fine del nostro matrimonio ma lei avvertiva che la cosa stava prendendo una piega che non le piaceva (parole sue).
Non ho mai cercato di imporle nessuna decisione, le ha sempre prese lei, io mi sono sempre fidato del suo "sentire", i ragazzi sono comunque cresciuti bene, nel senso che i giudizi su di loro sono sempre stati lusinghieri.
Credo che la cosa più importante sia sempre tenere presente il bene della piccola comunità, la famiglia, difronte alla nostra brama economica. La presenza con i figli significa anche, credo, coinvolgerli nel progetto di sentirsi mebri di qualcosa, i miei non si sono mai lamentati, anzi, quando mi aiutavano ad apparecchiare e a caricare la lavatrice si sentivano persino importanti.