Provo un lieve imbarazzo per una discussione che si è arenata nell’invidia. Ci manca solo di arrivare a “laureate al classico con la borsa di Livorno“.
Ogni società, cerco di sintetizzare, si inizia a studiare alle elementari con la piramide sociale degli egizi, ha una struttura sociale che comprende molte persone che svolgono attività pagate meno e poche persone che svolgono attività pagate molto o moltissimo.
È intuibile che il Marchionne di turno guadagna moltissimo in virtù del lavoro di chi guadagna poco, a volte in virtù di chi viene proprio licenziato.
È evidente che ognuno di noi o dei nostri figli preferirebbe essere chi occupa il posto di Marchionne e dei suoi “collaboratori”, piuttosto di quello dell’operaio alla linea e, ancor di più, di quello licenziato.
Certamente tra chi si trova nel tronco di piramide più vicino al vertice vi sono persone di valore, non solo intelligenti, ma che hanno studiato, ma a volte no, ma che hanno acquisito competenze adeguate a quel ruolo, un po’ come gli scribi tra gli egizi.
Ma senza il resto della piramide, soprattutto la base, crollerebbe tutto.
@patroclo non c’è bisogno di essere marxista per vederlo.
Pensare che, se si impegnassero, tutti potrebbero fare parte del tronco di piramide alto dove si hanno soddisfazioni personali ed economiche, è evidentemente ridicolo.
Non capisco perché debba essere detto.
Ovviamente ognuno per sé e i propri figli si augura almeno di non essere proprio la base, ma, se ha un minimo di senso di realtà, si rende conto che lì qualcuno ci deve stare, perché senza saldatori non ci sarebbe la propria auto ecc (credo che sia superfluo dire che senza chi munge le mucche tra il letame, non avremmo i cappuccini nella pasticceria elegante ecc)
Per questo dire che “con quegli stipendi si fa la fame” o “poverini non hanno potuto studiare“ è classista .
Non è invidia e non è una accusa nei confronti di chi invece sta abbastanza su nella piramide da star tranquillo, dire che se si dice che chi ha gli stipendi che ha la stragrande maggioranza della popolazione, fa la fame , inconsapevolmente sta dicendo una cosa classista. Essere classista significa credere che il proprio tenore di vita sia normale e pure esprimere un empatica solidarietà nei confronti dei meno fortunati (quasi tutti).
Non è un reato essere classisti, in qualche modo lo siamo tutti talvolta quando ci commuoviamo per i raccoglitori di pomodori, ma poi compriamo le conserve a basso prezzo.