Fino al 12 novembre il Coro della Chiesa della Maddalena di Alba ospita l’installazione Holding the Milk della perfomer.
L’INSTALLAZIONE
Marina Abramovic è arrivata ad Alba per inaugurare la propria installazione Holding The Milk – parte del progetto The Kitchen, Homage to Saint Therese – che occuperà il coro della Chiesa della Maddalena (via Vittorio Emanuele II 19,Alba ) , fino al 12 novembre. Un video in cui appare immobile, nerovestita, in una cucina abbandonata – è quella dell’ex convento La Laboral a Gijòn –, in mano un pentolino di latte, alle spalle una finestra, di là da quella, forse, un terremoto.
Così la racconta l’artista, che il 29 settembre scorso ha tenuto un discorso pubblico al Teatro Sociale di Alba: " La cucina di mia nonna è stata il fulcro del mio mondo: tutte le storie venivano raccontate in cucina, ogni consiglio sulla mia vita veniva dato in cucina, il futuro, contenuto nelle tazze di caffè nero, veniva letto e annunciato solo in cucina; quindi è stata davvero il centro del mio universo, e tutti i miei ricordi più belli nascono lì. L’ispirazione di questi lavori nasce dalla combinazione tra la rievocazione della cucina della mia infanzia, la storia di Santa Teresa d’Avila, e questa straordinaria cucina abbandonata piena di bambini, tutto insieme e nello stesso momento ".
LA CENA D’ARTISTA
Enrico Crippa ( 3 stelle Michelin, nominato nel marzo scorso a Parigi miglior chef del mondo per il 2017, chef del Ristorante Piazza Duomo ad Alba ) ha osato l’inosabile: ha dedicato cinque piatti a cinque performance dell’artista. Una cipolla al vapore per The onion; dei fusilli al nero di seppia con foglia d’oro per Golden mask; una cialda nera di liquirizia farcita a forma di scorpione per Portrait with scorpion; una crema con riso soffiato per Counting the rice. Ma il momento più sensazionale e straniante è quando arriva un piatto di ossa di coniglio glassate con purè di olive nere e caprino, con sopra un carpaccio di fassona: è dedicato a Balkan Baroque, la più scioccante delle performance delll’Abramovic, quella in cui per rievocare i massacri della guerra dei Balcani si mise in scena mentre puliva una montagna di ossa insanguinate (progetto che le valse il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1997). Un piatto sopraffino ispirato a una performance artistica che rievoca un massacro: meraviglia o paradosso della contemporaneità.
L’INSTALLAZIONE
Marina Abramovic è arrivata ad Alba per inaugurare la propria installazione Holding The Milk – parte del progetto The Kitchen, Homage to Saint Therese – che occuperà il coro della Chiesa della Maddalena (via Vittorio Emanuele II 19,Alba ) , fino al 12 novembre. Un video in cui appare immobile, nerovestita, in una cucina abbandonata – è quella dell’ex convento La Laboral a Gijòn –, in mano un pentolino di latte, alle spalle una finestra, di là da quella, forse, un terremoto.
Così la racconta l’artista, che il 29 settembre scorso ha tenuto un discorso pubblico al Teatro Sociale di Alba: " La cucina di mia nonna è stata il fulcro del mio mondo: tutte le storie venivano raccontate in cucina, ogni consiglio sulla mia vita veniva dato in cucina, il futuro, contenuto nelle tazze di caffè nero, veniva letto e annunciato solo in cucina; quindi è stata davvero il centro del mio universo, e tutti i miei ricordi più belli nascono lì. L’ispirazione di questi lavori nasce dalla combinazione tra la rievocazione della cucina della mia infanzia, la storia di Santa Teresa d’Avila, e questa straordinaria cucina abbandonata piena di bambini, tutto insieme e nello stesso momento ".
LA CENA D’ARTISTA
Enrico Crippa ( 3 stelle Michelin, nominato nel marzo scorso a Parigi miglior chef del mondo per il 2017, chef del Ristorante Piazza Duomo ad Alba ) ha osato l’inosabile: ha dedicato cinque piatti a cinque performance dell’artista. Una cipolla al vapore per The onion; dei fusilli al nero di seppia con foglia d’oro per Golden mask; una cialda nera di liquirizia farcita a forma di scorpione per Portrait with scorpion; una crema con riso soffiato per Counting the rice. Ma il momento più sensazionale e straniante è quando arriva un piatto di ossa di coniglio glassate con purè di olive nere e caprino, con sopra un carpaccio di fassona: è dedicato a Balkan Baroque, la più scioccante delle performance delll’Abramovic, quella in cui per rievocare i massacri della guerra dei Balcani si mise in scena mentre puliva una montagna di ossa insanguinate (progetto che le valse il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1997). Un piatto sopraffino ispirato a una performance artistica che rievoca un massacro: meraviglia o paradosso della contemporaneità.
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