Eccomi qui con l'aggiornamento di quanto accaduto giovedì scorso.
Allora sembrava decisissimo a separarsi. Anzi, aveva già chiesto se c'erano avvocati che potevano seguirci. Non so se abbia telefonato, a me il numero non l'ha chiesto, e io non glielo fornisco.
Poi domenica usciamo insieme a pranzo e complice un paio di bicchieri di vino, pur ribadendo il concetto della separazione entra il dubbio:"non so se mi conviene", e dal contesto ho dedotto che non si tratta solo di una questione finanziaria, ma il timore di viver da solo.
Più che la mediazione, è stato utile il pranzo. Ha ammesso di essere geloso e invidioso per la mia capacità di socializzare, tanto da essere stato infastidito quando qualche giorno prima, entrando in un negozio a prendere una focaccia intera, la tipa al di là del banco gli dice:"Mi saluti sua moglie!". Era scocciato perché lui aveva pagato un botto per la focaccia, ma questa cosa era passata in secondo piano rispetto al fatto che io non c'ero.
E' talmente infastidito che nel corso degli anni lo ha portato a isolarmi dalle amicizie, lo ha portato a non voler avere niente a che fare con me.
Ma è un problema suo. E gliel'ho detto: trovati qualcuno e fatti seguire.
E poi continuano i punzecchiamenti: ieri alla fine del pranzo, mi dice:"stasera esco". Accuso il colpo, ma rispondo "fai pure". E' però rimasto a casa. Così ho rilanciato: "domani sera usciamo al cinema cucciola?".
E stasera usciamo a vedere Vita di Pi.
Se continua a punzecchiare, si ritrova in mutande fuori dalla porta.
Nel mio caso la mediazione è stata utile: ho sbollito un pò di rabbia, e ha smosso qualcosa in lui. Prendere coscienza della gelosia e invidia non mi è sembrato poco. Io mi sento più forte, infatti gli ho risposto, e se voglio fare qualcosa finalmente la faccio, mentre prima per non ferirlo tendevo a non fare. Comincia ora la guerra di logoramento, però.