Sui capitali stranieri, note molto dolenti.... da un lato qualsiasi investitore estero dotato di un minimo di acume e buonsenso non aprirebbe un'unità produttiva " ex novo " da noi per le ben note problematiche politico/sociali/economiche; dall'altro i grandi gruppi stranieri preferiscono comprare le nostre migliori aziende...Sì.
Senza contare che, a causa del posticipo del raggiungimento dell'età pensionabile, la mia generazione dovrà restare sino a 70 anni e anche oltre, difendendo per quanto possibile il proprio reddito derivante dal posto di lavoro e ovviamente impedendo un adeguato turnover che permetta l'ingresso ai più giovani.
Non credo poi che degli ultrasessantenni possano avere motivazioni sul lavoro equivalenti a quelle di persone più giovani ed essendo allo stesso tempo anche persone che hanno meno propensione al consumo (vuoi perché una casa e tanti oggetti li hanno acquistati anni addietro) sono pessimista per quanto riguarda le possibilità di sviluppo legate alla popolazione italiana.
Probabilmente si tenderà a individuare possibilità di sviluppo altrove, per esempio favorendo il più possibile l'ingresso di capitali stranieri, finché ce n'è la possibilità.
In pratica, la mia sensazione è che non ci considerino neppure più come risorse per lo sviluppo e in questa valutazione innesto la miopia delle riforme del lavoro.
qui puoi trovare alcuni passaggi di proprietà di grandi marchi italiani ad acquirenti stranieri :
http://www.nanopress.it/economia/20...-le-aziende-italiane-vendute-all-estero/3549/
L'assurdo è che , pur in un periodo di stagnazione , lo scorso anno il surplus della bilancia commerciale è stato pari a 51,566 miliardi di euro a fronte dell'avanzo di 41,807 miliardi del 2015, il livello più alto dal 1991, anno di inizio della serie storica .
Secondo Eurostat, nel 2016 il surplus commerciale dell'Italia (che al netto dell'energia sarebbe stato pari a 78 miliardi) è risultato il terzo più alto nell'Ue, dietro a Germania (257,3 miliardi) e Paesi Bassi (59,9). Ultima della lista la Gran Bretagna, con un deficit di 204,5 miliardi di euro.
Fonte Istat : http://it.reuters.com/article/topNews/idITKBN15V13X?pageNumber=1&virtualBrandChannel=0
Sono dati che fanno riflettere, sia perchè raggiunti in periodi di prolungata stagnazione sia perchè ottenuti a scapito della cronica inefficienza ( per non dir peggio ) della classe politica italiana.