mi accorgo solo adesso che

danny

Utente di lunga data
Dipende: il dirimpettaio di pianerottolo di mia mamma, vedovo pure lui da pochi mesi, ha 94 anni, si muove con le stampelle e la carrozzina, esce tutti i giorni mattina e pomeriggio con l'auto per andare al circolo a giocare a carte con gli amici. Mangia e beve che io ogni volta che vado a trovarlo sono in difficoltà :LOL:
Un nostro amico ha fatto nudismo fino a 93.
Innamorato nemmeno tanto segretamente di mia moglie.
Sicuramente vedere tante patate più giovani lo avrà tenuto più vivo a lungo.
Penso sia morto quest'anno, non avendo figli non sappiamo a chi chiederlo, ma è sparito.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il suicidio assistito risolve il problema di come realizzare il desiderio di mettere fine alla vita, per l’eccesso di sofferenza (è sofferenza anche non vedere senso) senza mettere in atto procedure complicate o dolorose.
Io ho pensato come potrei fare in un lampo di lucidità, se mi rendessi conto di non volere continuare.
La paura di finire come Madame Bovary (si può fare spoiler dopo più di 150 anni?) mi fa escludere l’avvelenamento, anche se adesso la farmacologia è più avanzata, ma pure l’idea di spiaccicarmi in cortile, non è attraente. È ovvio che, pensarci quando non ci sono ragioni, è solo uno stratagemma per allontanare il pensiero della impotenza.
Ma una legge per il suicidio assistito (geniale non chiamarlo eutanasia) deve prevedere delle condizioni che stabiliscano che non si tratta solo di depressione. La depressione non è solo depressione, è la morte del piacere di respirare. Ed impensabile quando si respira.
Quando qualcuno di noi pensa a chi ha visto morire, come @bravagiulia75 o @Nocciola , pensa a chi era nella fase terminale di una grave percorso di malattia e sofferenza, ma in realtà pensa alla sospensione delle terapie, perché non si realizzi accanimento terapeutico, ma ormai è prassi anche la sedazione negli hospice. Certamente per i parenti è penoso anche assistere a questa fase finale priva di dolore. Ma ha anche la funzione per molti per elaborare il lutto.
Le condizioni per concedere invece il suicidio assistito sono sempre inquietanti, perché si pensa come condizione sufficiente, come si può evincere da questa discussione, la mancanza di voglia di vivere (non si chiama appunto solitudine o depressione?) o, più diffuso, una condizione di vita che rende la vita indegna di essere vissuta.
Da questo discende la considerazione che potrebbe essere poi, senza un grande sforzo logico, considerato desiderabile la morte per i bambini e le persone con grave disabilità. Non si sta parlando di persone come Eluana, che era tenuta in vita forzatamente da vent’anni.
Penso a persone con tetraplegiche che consideriamo vive solo se hanno la mente di Stephen Hawking (senza considerare che la maggior parte di noi nemmeno è in grado di capire le sue teorie e che se fosse nato solo qualche decennio prima non avrebbe mai potuto comunicare ciò che pensava) altrimenti, per quello che io chiamo “eccesso di empatia“, che ci fa considerare inaccettabile ciò che non accettiamo noi, se la mente non la vediamo così brillante, togliamo senso alla vita.
Temo che ci stiamo assuefacendo all’idea che ci siano persone che vivono una vita senza valore e che possano essere eliminate.
Del resto l’orrore del nazismo è ormai lontano, come i giochi dei gladiatori (insomma) e siamo forse pronti all’idea di poter eliminare chi non è efficiente?
 

danny

Utente di lunga data
Secondo me il fatto che la nostra società si occupi di garantire la morte più che di amare la vita non è assolutamente un buon segno.
Vuol dire che stiamo diventando sostanzialmente inutili per chi ha potere.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Secondo me il fatto che la nostra società si occupi di garantire la morte più che di amare la vita non è assolutamente un buon segno.
Vuol dire che stiamo diventando sostanzialmente inutili per chi ha potere.
Ma col pieno consenso dei morituri.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Secondo me il fatto che la nostra società si occupi di garantire la morte più che di amare la vita non è assolutamente un buon segno.
Vuol dire che stiamo diventando sostanzialmente inutili per chi ha potere.
Ma perché devi obbligare qualcuno ad amare una vita che gli risulta insostenibile. Chi siamo noi per obbligare qualcuno a vivere nella sofferenza
Penso si malati terminali, ai malati di sla, a chi deve dipendere in tutto e per tutto dagli altri.
Si chiede solo di poter scegliere. A me non sembra una richiesta così assurda. Non capisco il problema per chi invece fa una scelta diversa
 

danny

Utente di lunga data
Ma perché devi obbligare qualcuno ad amare una vita che gli risulta insostenibile. Chi siamo noi per obbligare qualcuno a vivere nella sofferenza
Penso si malati terminali, ai malati di sla, a chi deve dipendere in tutto e per tutto dagli altri.
Si chiede solo di poter scegliere. A me non sembra una richiesta così assurda. Non capisco il problema per chi invece fa una scelta diversa
Io penso ai depressi.
Sono malati che necessitano di assistenza e mi rendo conto che devono pagarsela, perché se necessitano di uno psicologo devono andare a trovarlo nel privato.
Un depresso è una persona che tendenzialmente è portata al suicidio.
Se non curato, non è la sua volontà quella di interrompere la vita, ma la manifestazione della malattia.
Così fu per mio nonno.
Diciamo che prima del diritto di poter scegliere di morire dovrebbe valere il diritto a essere curati.
Visto che quest'ultimo sta venendo meno ho il sospetto che si voglia risolvere il problema semplicemente spingendo le persone non curate a uccidersi.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma perché devi obbligare qualcuno ad amare una vita che gli risulta insostenibile. Chi siamo noi per obbligare qualcuno a vivere nella sofferenza
Penso si malati terminali, ai malati di sla, a chi deve dipendere in tutto e per tutto dagli altri.
Si chiede solo di poter scegliere. A me non sembra una richiesta così assurda. Non capisco il problema per chi invece fa una scelta diversa
Certo che non è assurda, se no come farebbero a far passare il messaggio?
 

hammer

Utente di lunga data
Il suicidio assistito risolve il problema di come realizzare il desiderio di mettere fine alla vita, per l’eccesso di sofferenza (è sofferenza anche non vedere senso) senza mettere in atto procedure complicate o dolorose.
Io ho pensato come potrei fare in un lampo di lucidità, se mi rendessi conto di non volere continuare.
La paura di finire come Madame Bovary (si può fare spoiler dopo più di 150 anni?) mi fa escludere l’avvelenamento, anche se adesso la farmacologia è più avanzata, ma pure l’idea di spiaccicarmi in cortile, non è attraente. È ovvio che, pensarci quando non ci sono ragioni, è solo uno stratagemma per allontanare il pensiero della impotenza.
Ma una legge per il suicidio assistito (geniale non chiamarlo eutanasia) deve prevedere delle condizioni che stabiliscano che non si tratta solo di depressione. La depressione non è solo depressione, è la morte del piacere di respirare. Ed impensabile quando si respira.
Quando qualcuno di noi pensa a chi ha visto morire, come @bravagiulia75 o @Nocciola , pensa a chi era nella fase terminale di una grave percorso di malattia e sofferenza, ma in realtà pensa alla sospensione delle terapie, perché non si realizzi accanimento terapeutico, ma ormai è prassi anche la sedazione negli hospice. Certamente per i parenti è penoso anche assistere a questa fase finale priva di dolore. Ma ha anche la funzione per molti per elaborare il lutto.
Le condizioni per concedere invece il suicidio assistito sono sempre inquietanti, perché si pensa come condizione sufficiente, come si può evincere da questa discussione, la mancanza di voglia di vivere (non si chiama appunto solitudine o depressione?) o, più diffuso, una condizione di vita che rende la vita indegna di essere vissuta.
Da questo discende la considerazione che potrebbe essere poi, senza un grande sforzo logico, considerato desiderabile la morte per i bambini e le persone con grave disabilità. Non si sta parlando di persone come Eluana, che era tenuta in vita forzatamente da vent’anni.
Penso a persone con tetraplegiche che consideriamo vive solo se hanno la mente di Stephen Hawking (senza considerare che la maggior parte di noi nemmeno è in grado di capire le sue teorie e che se fosse nato solo qualche decennio prima non avrebbe mai potuto comunicare ciò che pensava) altrimenti, per quello che io chiamo “eccesso di empatia“, che ci fa considerare inaccettabile ciò che non accettiamo noi, se la mente non la vediamo così brillante, togliamo senso alla vita.
Temo che ci stiamo assuefacendo all’idea che ci siano persone che vivono una vita senza valore e che possano essere eliminate.
Del resto l’orrore del nazismo è ormai lontano, come i giochi dei gladiatori (insomma) e siamo forse pronti all’idea di poter eliminare chi non è efficiente?
Temere che ci si stia abituando all’idea che alcune vite abbiano meno valore e possano essere eliminate, come se fossimo pronti a rimuovere chi è considerato inefficiente, non è una riflessione banale.
 

Gaia

Utente di lunga data
Temere che ci si stia abituando all’idea che alcune vite abbiano meno valore e possano essere eliminate, come se fossimo pronti a rimuovere chi è considerato inefficiente, non è una riflessione banale.
Ma non è quello che si sta dicendo. Sarò libera di decidere per la mia vita senza che nessuno possa intromettersi. Consigliare lo concepisco. Valutare alternative anche. Ma poi scelgo io.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Ma perché devi obbligare qualcuno ad amare una vita che gli risulta insostenibile. Chi siamo noi per obbligare qualcuno a vivere nella sofferenza
Penso si malati terminali, ai malati di sla, a chi deve dipendere in tutto e per tutto dagli altri.
Si chiede solo di poter scegliere. A me non sembra una richiesta così assurda. Non capisco il problema per chi invece fa una scelta diversa
Come ho già detto questa necessità è nata nel momento che molte malattie che in passato portavano ad una morte abbastanza veloce adesso possono essere curate ritardandole ma facendo vivere il malato in condizioni che non sono spesso di vita decente, è il contrappeso dell'accanimento terapeutico.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma non è quello che si sta dicendo. Sarò libera di decidere per la mia vita senza che nessuno possa intromettersi. Consigliare lo concepisco. Valutare alternative anche. Ma poi scelgo io.
Vediamo se riesco a spiegarmi.
La libertà individuale è sacrosanta, ma non può diventare una assoluta indifferenza alle vite degli altri.
Ideologicamente non ci sono solo due estremi tra la libertà dell’individuo e l’oppressione dittatoriale dello Stato.
Non vi sono solo le sfumature tra gli estremi, ma anche la complessità che potremmo rappresentare come rami di un albero, che non possono essere ridotti ai due estremi.
 

hammer

Utente di lunga data
Ma non è quello che si sta dicendo. Sarò libera di decidere per la mia vita senza che nessuno possa intromettersi. Consigliare lo concepisco. Valutare alternative anche. Ma poi scelgo io.
Non c'è dubbio. Sono anche d'accordo, ma occorre mantenere l'attenzione alta ed essere sempre vigili.
La libertà concessa al singolo potrebbe un giorno, prendersela lo Stato.
E' già successo negli anni trenta in Germania.
 

Gaia

Utente di lunga data
Vediamo se riesco a spiegarmi.
La libertà individuale è sacrosanta, ma non può diventare una assoluta indifferenza alle vite degli altri.
Ideologicamente non ci sono solo due estremi tra la libertà dell’individuo e l’oppressione dittatoriale dello Stato.
Non vi sono solo le sfumature tra gli estremi, ma anche la complessità che potremmo rappresentare come rami di un albero, che non possono essere ridotti ai due estremi.
Ma nessuno credo sia indifferente alla vita altrui. Ma tra essere indifferente ed intromettersi per limitare l’autodeterminazione ce ne passa.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma nessuno credo sia indifferente alla vita altrui. Ma tra essere indifferente ed intromettersi per limitare l’autodeterminazione ce ne passa.
E no! Se non sei indifferente, devi considerare che ci possa essere una possibilità di valutazione delle scelte che consideri le motivazioni delle scelte.
Valutazione non fatta individualmente da ognuno, ma da una istituzione. Se la valutazione viene considerata una limitazione della libertà individuale, si accetta tutto. Se si lascia la scelta alle istituzioni è pure peggio.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma non è quello che si sta dicendo. Sarò libera di decidere per la mia vita senza che nessuno possa intromettersi. Consigliare lo concepisco. Valutare alternative anche. Ma poi scelgo io.
Certo che scegli tu, ma se ad esempio non hai la possibilità di curarti, perchè è verso quella direzione che stiamo andando per chi non ha il grano, e la tua qualità di vita perciò crolla, ti mettono nelle condizioni di preferire tu stessa di levarti dai coglioni invece di vivere
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non c'è dubbio. Sono anche d'accordo, ma occorre mantenere l'attenzione alta ed essere sempre vigili.
La libertà concessa al singolo potrebbe un giorno, prendersela lo Stato.
E' già successo negli anni trenta in Germania.
È proprio ciò a cui accennavo qui
E no! Se non sei indifferente, devi considerare che ci possa essere una possibilità di valutazione delle scelte che consideri le motivazioni delle scelte.
Valutazione non fatta individualmente da ognuno, ma da una istituzione. Se la valutazione viene considerata una limitazione della libertà individuale, si accetta tutto. Se si lascia la scelta alle istituzioni è pure peggio.
Lo Stato etico non è quello che fa scelte morali in senso positivo, ma quello che si arroga il diritto di scegliere per gli altri.
Ma pure lasciare soli i singoli, offrendo solo il servizio, è una scelta etica.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo che scegli tu, ma se ad esempio non hai la possibilità di curarti, perchè è verso quella direzione che stiamo andando per chi non ha il grano, e la tua qualità di vita perciò crolla, ti mettono nelle condizioni di preferire tu stessa di levarti dai coglioni invece di vivere
Ecco lo hai detto tu in modo più brutale, ma chiaro.
Poi eliminiamo pure tutti coloro che vivono una vita indegna di essere vissuta…
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ecco lo hai detto tu in modo più brutale, ma chiaro.
Poi eliminiamo pure tutti coloro che vivono una vita indegna di essere vissuta…
Che si elimineranno da soli, felici della loro finta autodeterminazione del cazzo.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Che si elimineranno da soli felici della loro autodeterminazione del cazzo.
Ma anche quelli che non sono in grado di autodeterminarsi.
A maggior ragione: se non sono in grado, vivono una vita indegna.
Il problema è che stiamo gradualmente accettando questa visione di vita degna solo se efficiente.
La rupe Tarpea è il passato e sarà il futuro?
 
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