Forse fa intuire che una idea di coppia, se non altro come negazione “no, non sono così!” l’abbiamo.
È un estratto, vi metto il link dell’articolo completo.
”La mistica del matrimonio, più di vent’anni fa, era un’americanata. Solo nei film americani vedevamo il pathos dell’attesa dell’anello, la proposta intorno alla quale venivano costruite intere stagioni della vita di lei, il concetto di
bridezilla, cioè della sposa che impazzisce e per un anno pensa solo ai canapé e alle bomboniere.
Poi c’è stata l’americanizzazione del mondo, e assieme a essa il contraccolpo rispetto all’emancipazione. Quando Susan Faludi pubblicò “Backlash: The undeclared war against American women” (in Italia tradotto come “Contrattacco”) era il 1991, e nessuno – nemmeno lei – aveva idea della direzione in cui stavamo andando. Quella in cui non c’era bisogno di nessuna guerra, giacché le donne erano determinate a rimandarsi in cucina da sole.
Sui social in questi giorni gira molto un minuto di Lucetta Scaraffia che, ospite di Stasera Italia, dice che cinquant’anni fa
Giulia Cecchettin quel ragazzo l’avrebbe sposato, e in quel modo lui non sarebbe diventato il suo assassino. I social, specialisti nel mancare il punto, sono indignati all’idea che per non farti ammazzare tu debba assoggettarti a un matrimonio, e nessuno nota il dettaglio dirimente.
Cinquant’anni fa era il 1973. C’era il post-68, c’era il femminismo, c’era il divorzio, ancora non c’era l’aborto legalizzato ma c’erano le donne che proprio non ci pensavano a non laurearsi per fare le mogli. Persino mia madre, che pure era la meno emancipata del mondo, si rifiutava di cucinare perché le sembrava una cosa da donna poco moderna. Persino mia nonna, che era una vedova molisana che non si toglieva il lutto dal 1950, non una californiana col dottorato di ricerca, aveva mandato all’università la femmina proprio come il maschio.”