Mps rischio bail-in, ispezioni BCE e necessità di soddisfare altre banche

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Mps rischio bail-in, ispezioni BCE e necessità di soddisfare altre banche

MILANO - E' entrata nel vivo la prima fase della ricapitalizzazione/salvataggio del Montepaschi, con la conversione volontaria (in nuove azioni del Monte) di 4,289 miliardi nominali di bond: è solo uno dei tasselli e, per andare in porto, alla fine il bilancio complessivo della manovra deve portare nelle casse della banca più antica del mondo 5 miliardi di mezzi freschi, considerando anche l'aumento di capitale vero e proprio e l'intervento - per ora solo auspicato - di investitori forti, i cosiddetti "anchor investor" (che mettano mano al portafoglio per cifre importanti). Dalla conversione dei bond la banca si aspetta grosso modo un miliardo, potrebbe arrivare fino ad un miliardo e mezzo. Intanto il mercato continua a portare il titolo del Monte sulle montagne russe: dopo le forti vendite di lunedì, in coincidenza con l'avvio dell'operazione di conversione, oggi l'azione Mps trova il rimbalzo con un +17% finale.

Il rischio bail-in. Le incognite non sono poche e le ricorda lo stesso Prospetto di conversione dei bond, rivolto ai risparmiatori che negli anni hanno sottoscritto le obbligazioni subordinate del Monte. La principale è che se l'intera manovra non avrà successo, c'è il rischio che la banca sia soggetta alle misure di risoluzione, l'ormai tristemente nota Direttiva comunitaria che prevede il coinvolgimento di azionisti prima e a seguire degli obbligazionisti nel ripianamento delle perdite; la più grave di queste misure è quella del "bail in". Ma non è l'unica incognita: le avvertenze ai risparmiatori ricordano che è ancora in corso l'ispezione della Bce sui crediti del Monte. Le conclusioni arriveranno solo nel primo semestre del 2017, dunque ad aumento di capitale già realizzato, ma a seconda di quello che certificherà Francoforte, potrebbe ancora esserci "un impatto rilevante sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della banca", persino con "riflessi sulla continuità aziendale".

Le incognite del piano. Del resto, anche realizzato il rafforzamento patrimoniale, la banca deve mettere in pratica il passaggio successivo e cioè la realizzazione del Piano industriale (presentato a fine ottobre). Su cui, per definizione non ci sono certezze e anzi il Monte ammette che "alcune assunzioni risultano sfidanti rispetto ai risultati conseguiti dal gruppo" mentre altre voci sono fuori il controllo della banca. Che, in effetti, ha più di qualche qualche problema: la stessa Bce nel giugno scorso aveva sottolineato che il Monte ha vissuto momenti difficili sul fronte della liquidità ("situazioni di liquidity stress") nei primi mesi del 2016; alcune misure sono state nel frattempo prese ma, ricorda ancora il Prospetto dei bond, al 30 settembre la raccolta diretta era inferiore di 14 miliardi rispetto ai valori di fine 2015. La banca tra l'altro è gravata da cause civili miliardarie: circa 8,5 miliardi (di cui 3,9 per la causa promossa da Adusbef e Codacons) a fronte delle quali Mps ha accantonato 627 milioni al fondo rischi.

Le incertezze del consorzio. Per ora, come noto, 13 banche hanno firmato un accordo di pre-underwriting. Per diventare un vero e proprio consorzio di garanzia occorre che ci sia un'altra condizione: che le tre fasi di cui si compone il processo di rafforzamento del capitale abbiano avuto un "andamento soddisfacente" a giudizio delle banche che costituiscono il consorzio. Dunque, che sia stata "soddisfacente" la conversione delle obbligazioni in azioni, e che altrettanto sia stata l'attività di marketing presso gli investitori, così come che sia ben avviata l'attività di deconsolidamento deicrediti in sofferenza. Il Prospetto sottolinea che non sono stati indicati parametri qualitativi né quantitativi per individuare "l'entità del grado di soddisfazione" da parte di ognuno dei membri del consorzio.

Le tutele per i risparmiatori. Consapevole della delicatezza dell'operazione - chiedere ai risparmiatori di trasformare obbligazioni in azioni - la banca ha comunque adottato una serie di tutele particolari, tra cui l'impossibilità di cambiare il proprio profilo
Mifid (fa fede il questionario compilato entro il 30 settembre o quello successivo, se è più restrittivo) e il fatto che il Monte si è impegnato ad avere "un atteggiamento non proattivo, astenendosi dal raccomandare o consigliare l'adesione all'Offerta


fonte repubblica.it
 
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brenin

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[MENTION=4905]Fiammetta[/MENTION] sarò un post un po' lungo, ma spero possa interessare almeno a qualcuno..... ( prima parte )

Esiste una procedura di risoluzione del problema - ben definita a livello europeo, concordata da vari governi italiani e dall'Italia regolarmente accettata - ma il sistema politico italiano non è in grado di accettare le conseguenze di una rigorosa e ben amministrata applicazione del bail-in. Per una semplicissima ragione: porterebbe all'azzeramento del capitale delle fondazioni bancarie e alla cancellazione dell'intreccio di potere politico-economico che controlla e governa il sistema bancario italiano da almeno 40 anni. Con esso se ne andrebbe una buona parte del controllo che i vari partiti esercitano su quella (residua) parte dell'economia italiana che non è già, ufficialmente o di fatto, controllata dal potere politico;
Questo del MPS mi sembra sia il classico "compromesso politico" a carico dei contribuenti, perchè nel più tradizionale degli schemi le perdite verranno socializzate (quando scopriremo quanto "non di mercato" è il prezzo di cessione, oltre ad ulteriori eventuali necessità di intervento nell'azionariato), mentre i potenziali utili verranno raccolti dai privati ( in particolar modo investitori stranieri ) a cui verrà permesso di entrare come nuovi azionisti, una volta ripulita la situazione. Una soluzione duratura e non a carico dei contribuenti NON passa da escamotage "creativi", tipo utilizzare la CDP facendo finta che non sia un'emanazione del Ministero del Tesoro, o armando con la garanzia del Tesoro la longa manu delle fondazioni bancarie.
Riassumendo: una nazionalizzazione dell'istituto, soggetta al vincolo esterno ESM, con percorso di risanamento chiaro e successiva cessione consentirebbe di

  1. Limitare l'impiego di capitali pubblici: azzerando azionisti e obbligazionisti l'unico esborso immediato sarebbe stato quello inerente l'eventuale indennizzo per i piccoli obbligazionisti. Il resto del capitale lo mette l'EMS e glielo si restituisce mano a mano che si privatizza, come stan facendo gli spagnoli.
  2. Valorizzare senza fretta eccessiva il portafoglio delle sofferenze scegliendo in modo razionale quale parte è più conveniente dismettere quale mantenere in gestione.
  3. Portare a termine una ristrutturazione credibile gestendone riduzioni del personale e dimissione di asset non core.
  4. Procedere alla rivendita dell'istituto con tempi e modalità tali da consentirne una valorizzazione adeguata.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
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@Fiammetta sarò un post un po' lungo, ma spero possa interessare almeno a qualcuno..... ( prima parte )

Esiste una procedura di risoluzione del problema - ben definita a livello europeo, concordata da vari governi italiani e dall'Italia regolarmente accettata - ma il sistema politico italiano non è in grado di accettare le conseguenze di una rigorosa e ben amministrata applicazione del bail-in. Per una semplicissima ragione: porterebbe all'azzeramento del capitale delle fondazioni bancarie e alla cancellazione dell'intreccio di potere politico-economico che controlla e governa il sistema bancario italiano da almeno 40 anni. Con esso se ne andrebbe una buona parte del controllo che i vari partiti esercitano su quella (residua) parte dell'economia italiana che non è già, ufficialmente o di fatto, controllata dal potere politico;
Questo del MPS mi sembra sia il classico "compromesso politico" a carico dei contribuenti, perchè nel più tradizionale degli schemi le perdite verranno socializzate (quando scopriremo quanto "non di mercato" è il prezzo di cessione, oltre ad ulteriori eventuali necessità di intervento nell'azionariato), mentre i potenziali utili verranno raccolti dai privati ( in particolar modo investitori stranieri ) a cui verrà permesso di entrare come nuovi azionisti, una volta ripulita la situazione. Una soluzione duratura e non a carico dei contribuenti NON passa da escamotage "creativi", tipo utilizzare la CDP facendo finta che non sia un'emanazione del Ministero del Tesoro, o armando con la garanzia del Tesoro la longa manu delle fondazioni bancarie.
Riassumendo: una nazionalizzazione dell'istituto, soggetta al vincolo esterno ESM, con percorso di risanamento chiaro e successiva cessione consentirebbe di

  1. Limitare l'impiego di capitali pubblici: azzerando azionisti e obbligazionisti l'unico esborso immediato sarebbe stato quello inerente l'eventuale indennizzo per i piccoli obbligazionisti. Il resto del capitale lo mette l'EMS e glielo si restituisce mano a mano che si privatizza, come stan facendo gli spagnoli.
  2. Valorizzare senza fretta eccessiva il portafoglio delle sofferenze scegliendo in modo razionale quale parte è più conveniente dismettere quale mantenere in gestione.
  3. Portare a termine una ristrutturazione credibile gestendone riduzioni del personale e dimissione di asset non core.
  4. Procedere alla rivendita dell'istituto con tempi e modalità tali da consentirne una valorizzazione adeguata.
Mi sembra di aver letto nei giorni scorsi, non mi ricordo se su repubblica o altro quotidiano, un articolo intitolato : Mps, fondazione by by

insomma la possibilità che la fondazione Mps, che sappiamo benissimo ha determinato più che il CDA le sorti della banca senese ( anche perché fino a pochi anni fa né deteneva la proprietà al 51%), sparisca

p.s io una statalizzazione temporanea per poi poter rivendere al meglio non la considererei negativa, non dimentichiamoci che prima del 1995 la banca era un istituto di diritto pubblico
 

brenin

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La lezione spagnola ( seconda parte )

Bankia nasce nel 2010 dalla fusione di sette istituti assegnandone la proprietà ad una holding company, Banco Financiero y de Ahorros nella quale confluiscono gli asset illiquidi delle banche precedenti assieme ad un contributo di 4,5 miliardi da parte del FROB, il fondo di sostegno interbancario creato dal governo spagnolo per cercare di gestire la crisi delle casse di risparmio spagnole. Il FROB era, mutatis mutandis, la versione spagnola di Atlante-Giasone ed aveva la stessa finalità: lavare i panni sporchi in casa e mantenere il controllo della classe politica spagnola (tutta, da IU a PP, passando per il PSOE) sul sistema delle Cajas de ahorro, ossia il 50% del sistema bancario. Il contributo FROB viene erogato a fronte dell'emissione di azioni privilegiate con rendimento predeterminato al 7,75% e scadenza nel 2015. Successivamente la nuova società viene quotata in borsa riuscendo a raccogliere circa 3 miliardi principalmente sul mercato domestico.

La situazione rimane tuttavia critica e, tra il 2011 ed il 2012, precipita. A fine 2011 cambia il governo, che passa da PSOE a PP (Bankia, nell'ambito spagnolo, era "del PP" che controlla Ayuntamiento e Comunidad de Madrid oltre alle comunidades circostanti) ed il PP tenta l'impossibile per "salvare Bankia" così com'è. Anche perché un pezzo grosso del partito (Rodrigo Rato) ne è a capo ... In ogni caso, nel 2012 il governo è costretto a convertire i propri prestiti obbligazionari in azioni con diritto di voto, arrivando a controllare Bankia con una quota del 45%. Nonostante questo ed altri tentativi simili si arriva a sospendere la quotazione in borsa. Il rating di Bankia viene tagliato da Standard & Poors a livello di junk bond (BB+). A questo punto il governo spagnolo cede ed è costretto, letteralmente, ad accettare l'intervento europeo. Viene quindi reso noto che l'istituto riceverà un ulteriore intervento di salvataggio per 19 miliardi (che si vanno ad aggiungere ai 4,5 versati in precedenza) questa volta facendo ricorso al ESM detto anche Fondo salva stati. A fronte di questo nuovo contributo viene cambiato radicalmente sia il CdA che il gruppo manageriale centrale - con l'arrivo di un team di banchieri professionisti guidato da José Ignazio Goirigolzarri estranei al sistema partitico , e delineato un percorso di ristrutturazione che implica una riduzione del 39% della rete commerciale e del 28% della forza lavoro oltre a una riduzione del capitale sociale con sacrificio degli azionisti e di svariati " grandi " obbligazionisti. I depositanti vengono integralmente preservati.

Grazie al vincolo esterno, il risanamento si rivela efficace:


  • nel 2014 il governo spagnolo ha potuto cominciare a rivendere sul mercato le proprie partecipazioni realizzando un utile, la quota dismessa è pari a 7,5% del capitale ceduto per 1,3 miliardi con un utile di 130 milioni
  • nel 2015 Bankia paga il suo primo dividendo e perfeziona la cessione di City National Bank of Florida per 883 milioni con una plusvalenza di 117 milioni
  • alla fine dello stesso anno tutti gli obbiettivi del programma di risanamento sono stati raggiunti con 2 anni d'anticipo.
 

brenin

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Mi sembra di aver letto nei giorni scorsi, non mi ricordo se su repubblica o altro quotidiano, un articolo intitolato : Mps, fondazione by by

insomma la possibilità che la fondazione Mps, che sappiamo benissimo ha determinato più che il CDA le sorti della banca senese ( anche perché fino a pochi anni fa né deteneva la proprietà al 51%), sparisca

p.s io una statalizzazione temporanea per poi poter rivendere al meglio non la considererei negativa, non dimentichiamoci che prima del 1995 la banca era un istituto di diritto pubblico
Se solo i nostri politicanti avessero l'umiltà di riconoscere che sono finanziariamente incompetenti e volessero davvero fare piazza pulita di 40 anni di schifezze inenarrabili,avrebbero potuto benissimo seguire l'esempio spagnolo di cui al mio post precedente. Per il resto vedrai coma andrà a finire a Siena.... ne riparleremo tra un paio d'anni.
 
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brenin

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[MENTION=4905]Fiammetta[/MENTION] quando sento o leggo la parola statalizzazione mi vien l'orticaria.....:)

Tra l'altro non capisco tutta questa fretta..... MPS ha 6 miliardi di NPL garantiti da ipoteche.... perchè svenderli ? a chi andrà la plusvalenza ? e quest'ultima, come e dove sarà " ripartita " ?
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
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La lezione spagnola ( seconda parte )

Bankia nasce nel 2010 dalla fusione di sette istituti assegnandone la proprietà ad una holding company, Banco Financiero y de Ahorros nella quale confluiscono gli asset illiquidi delle banche precedenti assieme ad un contributo di 4,5 miliardi da parte del FROB, il fondo di sostegno interbancario creato dal governo spagnolo per cercare di gestire la crisi delle casse di risparmio spagnole. Il FROB era, mutatis mutandis, la versione spagnola di Atlante-Giasone ed aveva la stessa finalità: lavare i panni sporchi in casa e mantenere il controllo della classe politica spagnola (tutta, da IU a PP, passando per il PSOE) sul sistema delle Cajas de ahorro, ossia il 50% del sistema bancario. Il contributo FROB viene erogato a fronte dell'emissione di azioni privilegiate con rendimento predeterminato al 7,75% e scadenza nel 2015. Successivamente la nuova società viene quotata in borsa riuscendo a raccogliere circa 3 miliardi principalmente sul mercato domestico.

La situazione rimane tuttavia critica e, tra il 2011 ed il 2012, precipita. A fine 2011 cambia il governo, che passa da PSOE a PP (Bankia, nell'ambito spagnolo, era "del PP" che controlla Ayuntamiento e Comunidad de Madrid oltre alle comunidades circostanti) ed il PP tenta l'impossibile per "salvare Bankia" così com'è. Anche perché un pezzo grosso del partito (Rodrigo Rato) ne è a capo ... In ogni caso, nel 2012 il governo è costretto a convertire i propri prestiti obbligazionari in azioni con diritto di voto, arrivando a controllare Bankia con una quota del 45%. Nonostante questo ed altri tentativi simili si arriva a sospendere la quotazione in borsa. Il rating di Bankia viene tagliato da Standard & Poors a livello di junk bond (BB+). A questo punto il governo spagnolo cede ed è costretto, letteralmente, ad accettare l'intervento europeo. Viene quindi reso noto che l'istituto riceverà un ulteriore intervento di salvataggio per 19 miliardi (che si vanno ad aggiungere ai 4,5 versati in precedenza) questa volta facendo ricorso al ESM detto anche Fondo salva stati. A fronte di questo nuovo contributo viene cambiato radicalmente sia il CdA che il gruppo manageriale centrale - con l'arrivo di un team di banchieri professionisti guidato da José Ignazio Goirigolzarri estranei al sistema partitico , e delineato un percorso di ristrutturazione che implica una riduzione del 39% della rete commerciale e del 28% della forza lavoro oltre a una riduzione del capitale sociale con sacrificio degli azionisti e di svariati " grandi " obbligazionisti. I depositanti vengono integralmente preservati.

Grazie al vincolo esterno, il risanamento si rivela efficace:


  • nel 2014 il governo spagnolo ha potuto cominciare a rivendere sul mercato le proprie partecipazioni realizzando un utile, la quota dismessa è pari a 7,5% del capitale ceduto per 1,3 miliardi con un utile di 130 milioni
  • nel 2015 Bankia paga il suo primo dividendo e perfeziona la cessione di City National Bank of Florida per 883 milioni con una plusvalenza di 117 milioni
  • alla fine dello stesso anno tutti gli obbiettivi del programma di risanamento sono stati raggiunti con 2 anni d'anticipo.
Ottimo
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
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Se solo i nostri politicanti avessero l'umiltà di riconoscere che sono finanziariamente incompetenti e volessero davvero fare piazza pulita di 40 anni di schifezze inenarrabili,avrebbero potuto benissimo seguire l'esempio spagnolo di cui al mio post precedente. Per il resto vedrai coma andrà a finire a Siena.... ne riparleremo tra un paio d'anni.
Letto, in effetti alla fine hanno,trovato una strada per il risanamento
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
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@Fiammetta quando sento o leggo la parola statalizzazione mi vien l'orticaria.....:)

Tra l'altro non capisco tutta questa fretta..... MPS ha 6 miliardi di NPL garantiti da ipoteche.... perchè svenderli ? a chi andrà la plusvalenza ? e quest'ultima, come e dove sarà " ripartita " ?
I crediti NPL garantiti da ipoteche per buona parte di primo grado saranno svenduti con un realizzo del 25% di media
verranno svenduti letteralmente
alle altre domande non so che risponderti anche perché per ora c'è solo CERVED che fungerà da veicolo per la gestione di una parte dei crediti NOL, ma non sarà effettivo proprietario
 
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