HP72
Utente di lunga data
Eccomi qua, prima di tutto un saluto a tutti voi, dopo tanto leggere mi trovo adesso a scrivervi la mia storia, niente di nuovo, niente di mai visto ma sempre pesantissima per chi la vive.
Io e mia moglie ci conosciamo fin da ragazzini, siamo sposati da 15 anni e abbiamo due figli di 9 e 12 anni. Dopo anni passati in serenità e facendo progetti insieme l’estate del 2017 era iniziata con un momento di crisi nei nostri rapporti, nulla (almeno così la leggevo all’epoca) che facesse trasparire il casino che sarebbe scoppiato da lì a pochi mesi, infatti alla fine di Luglio durante una vacanza con amici, comincio ad avere dei dubbi a causa di alcuni messaggi scoperti per caso sul cellulare di lei.
Passa una settimana e ho le prove che fra mia moglie ed un collega di lavoro c’era una relazione, un “flirt”, non avevo ne ho prove di contatti sessuali fra loro … ma non mi sento di escluderlo ovviamente.
Dopo due tre giorni di inferno decido di affrontarla, solite scuse, si sentiva trascurata (può essere, non voglio scaricare tutte le colpe su di lei) era oberata dagli impegni familiari (ma io in questo senso sono sempre stato estremamente attento, forse pure troppo …) insomma tutto il solito corollario di giustificazioni.
Proviamo a continuare, lei chiarisce subito la fine del rapporto con il collega e iniziamo una terapia di coppia ma sempre con ritrosia da parte sua. Mi accorgo però che i messaggi continuano e che lei stavolta li cancella, motivazione? Lui insiste e lei non vuole che la ripresa del nostro rapporto venga intaccata. Nuova crisi mia, io inizio un periodo di depressione, prendo farmaci e inizio una terapia da solo stavolta. A Natale ancora messaggi da fidanzatini, stavolta è lei di nuovo ad essersi avvicinata a lui (ancora niente prove di rapporti fisici fra loro ma …) visto il mio periodo a dir poco difficile… questa è l’ennesima scusa ovviamente ma sapendo quanto la depressione possa coinvolgere e sconvolgere l’intera famiglia provo a continuare, lei sembra cambiata ma … dopo una settimana i messaggi non sono terminati, messaggi fra amici stavolta ma sempre indicatori di una intesa e di un rapporto non chiuso definitivamente.
Questa volta ci vado giù pesante a parole (mai toccato nessuno in vita) e a minacce di lasciarla, di separarmi. Da quel momento la mia voglia di controllo diventa mania, scopro ancora scambi di messaggi cancellati ma stavolta sembrano essere solo di lui verso mia moglie, nessuna risposta da parte di lei. Lei invece è tornata ad essermi molto vicina, si è sempre detta dispiaciuta (ma va?) e mai aveva pensato di lasciarmi per lui (mai nei messaggi ho trovato parole di amore nei confronti dell’altro ne denigrazioni nei miei confronti).
Adesso mi ritrovo in quella situazione di stallo che molte volte ho letto nel forum, quella situazione di schifo e di impotenza, ma anche di indecisione sul da farsi, tentare di salvare quel che resta o riporre da una parte questo rapporto e ripartire di nuovo?
Unica nota positiva ormai la voglia di controllarla è passata, il problema sta a monte, e mi sto rendendo conto che in caso di fine del nostro rapporto sarei in grado di “sopravvivere”, soffrirei ma sarei in grado di vivere da solo (e non parlo di lavare e stirare).
Io e mia moglie ci conosciamo fin da ragazzini, siamo sposati da 15 anni e abbiamo due figli di 9 e 12 anni. Dopo anni passati in serenità e facendo progetti insieme l’estate del 2017 era iniziata con un momento di crisi nei nostri rapporti, nulla (almeno così la leggevo all’epoca) che facesse trasparire il casino che sarebbe scoppiato da lì a pochi mesi, infatti alla fine di Luglio durante una vacanza con amici, comincio ad avere dei dubbi a causa di alcuni messaggi scoperti per caso sul cellulare di lei.
Passa una settimana e ho le prove che fra mia moglie ed un collega di lavoro c’era una relazione, un “flirt”, non avevo ne ho prove di contatti sessuali fra loro … ma non mi sento di escluderlo ovviamente.
Dopo due tre giorni di inferno decido di affrontarla, solite scuse, si sentiva trascurata (può essere, non voglio scaricare tutte le colpe su di lei) era oberata dagli impegni familiari (ma io in questo senso sono sempre stato estremamente attento, forse pure troppo …) insomma tutto il solito corollario di giustificazioni.
Proviamo a continuare, lei chiarisce subito la fine del rapporto con il collega e iniziamo una terapia di coppia ma sempre con ritrosia da parte sua. Mi accorgo però che i messaggi continuano e che lei stavolta li cancella, motivazione? Lui insiste e lei non vuole che la ripresa del nostro rapporto venga intaccata. Nuova crisi mia, io inizio un periodo di depressione, prendo farmaci e inizio una terapia da solo stavolta. A Natale ancora messaggi da fidanzatini, stavolta è lei di nuovo ad essersi avvicinata a lui (ancora niente prove di rapporti fisici fra loro ma …) visto il mio periodo a dir poco difficile… questa è l’ennesima scusa ovviamente ma sapendo quanto la depressione possa coinvolgere e sconvolgere l’intera famiglia provo a continuare, lei sembra cambiata ma … dopo una settimana i messaggi non sono terminati, messaggi fra amici stavolta ma sempre indicatori di una intesa e di un rapporto non chiuso definitivamente.
Questa volta ci vado giù pesante a parole (mai toccato nessuno in vita) e a minacce di lasciarla, di separarmi. Da quel momento la mia voglia di controllo diventa mania, scopro ancora scambi di messaggi cancellati ma stavolta sembrano essere solo di lui verso mia moglie, nessuna risposta da parte di lei. Lei invece è tornata ad essermi molto vicina, si è sempre detta dispiaciuta (ma va?) e mai aveva pensato di lasciarmi per lui (mai nei messaggi ho trovato parole di amore nei confronti dell’altro ne denigrazioni nei miei confronti).
Adesso mi ritrovo in quella situazione di stallo che molte volte ho letto nel forum, quella situazione di schifo e di impotenza, ma anche di indecisione sul da farsi, tentare di salvare quel che resta o riporre da una parte questo rapporto e ripartire di nuovo?
Unica nota positiva ormai la voglia di controllarla è passata, il problema sta a monte, e mi sto rendendo conto che in caso di fine del nostro rapporto sarei in grado di “sopravvivere”, soffrirei ma sarei in grado di vivere da solo (e non parlo di lavare e stirare).