Sono d'accordoBruja ha detto:Cito:
"L'amicizia in questo caso è tradimento?"
Diciamo che questa domanda me la sono posta tantissime volte con risposte che, a seconda delle circostanze, pendevano ora da una parte ora dall'altra, anche se comunque un'amicizia che fa porre questa domanda è già qualcosa in più.
infatti nel mio caso è stata fatta una riflessione ulteriore (che citavo a Patrizia nell'altra thread): posso gestire questo contatto con serenità, senza che io debba dipendere dagli umori di questa persona, e senza che ciò che ci si dice e come lo si dice vada ad influenzare il "tono" delle mie giornate o il corso della mia vita?
Analoga riflessione vale per "lui", ma credo proprio ognuno debba gestire il proprio cuore, come si gestisce un budget aziendale
Se il piacere (innocente) di sentirsi non è controbilanciato da frustrazioni e dolori, bene, altrimenti è meglio che questa "amicizia" esca dalla finestra e consenta all'aria pura della costruttività e della serenità familiare di entrarvi....
già. Le classiche "domande impossibili"Poi ho capito che la risposta non la poteva dare chi se la poneva ma l'interessato/a; in breve, se sia o venga percepito come tradimento in base alle attenzioni, alla complicità ed alle cure che si riversano in una amicizia, comunque sentimentale, con un altro partner, è solo il nostro compagno di vita che può valutarlo avendone tutti gli estremi............ e sappiamo bene che avere questa rispostao è pressoché impossibile per ovvie ragioni di opportunità.
Questo discorso è verissimo. E si presta ad una controtesi.E se esiste un motivo di opportunità, non può esistere la totale sincerità.
Non è un giudizio sulle persone è solo una riflessione sullo state reale delle cose che non può essere adeguato o mediato dalle nostre opportunità.
Spesso si presta più attenzione al fatto che, sostanzialmente, valutiamo di non fare danni piuttosto che al fatto che già la domenda è una pecca nel bellissimo quadro matrimoniale che cerchiamo di mantenere anche se ci sono stati i presupposti per "trasgredirlo".
La vita è complessità, fiume in piena, cambiamenti. Quello che in teoria è un "matrimonio perfetto" nella pratica diventa tale (o quasi, la perfezione non è meta né raggiungibile né credo auspicabile in un matrimonio) attraverso prove, dossi, ostacoli, mutamenti in corsa.
Io non sono più la persona che ero un anno, o anche solo otto mesi fa. Per tramite delle mie scelte (giuste o sbagliate che fossero) anche mio marito è cambiato, e questo si sente e si vede.
Ci ha fatto bene? O male? Sicuramente è stato scoperchiato il vaso di Pandora, e abbiamo iniziato una nuova fase di un'unione che durava serenamente e senza grossi scossoni da 15 anni.
La nuova persona che sono ha ritrovato nella propria vita una presenza che comunque mi rende più completa, più serena (e penso sia la stessa cosa che prova il mio ex amante, e il motivo di base del suo persistente, talvolta un filo ossessivo, attaccamento). Sto valutando se per me sia meglio integrare questa presenza senza scossoni nella mia vita (ovviamente in modo riservato, per non ferire mio marito), ma conditio sine qua non per la quale ciò sia possibile è che non vada ad intaccare il quadro generale di riferimento che è, e resta, la serenità e solidità del mio matrimonio.
Altra domanda, più perniciosa, è quanto "elastico" sia questo quadro di riferimento
Personalmente mi sono posta il seguente limite invalicabile: i due mondi non devono nemmeno sfiorarsi, e nel momento stesso in cui mi capitasse di mettere in discussione il matrimonio o di "idealizzare" di nuovo quest'amicizia, la stessa finisce nel cesso
esatto, non potevi dirlo meglio!Chissà, forse l'essere umano non è portato alla fedeltà proprio perchè la natura con la spinta della continuazione della specie, lo rende sensibile e suscettibile ad ogni variante e novità; diciamo che sarebbe già una cosa se si riuscisse a salvare la dignità e la correttezza nel rapporto, senza togliere all'altro quel minimo di rispetto e di coerenza che il fatto stesso di essere "famiglia" richiederebbe.
Non mi sento "peggio" per essere cambiata, ed evoluta, anzi!
Ma che ciò non suoni autoassolutorio. Continuo ad essere "pentita" di aver fatto soffrire mio marito.
Però la vita chiama la complessità, bisogna aver rispetto per questo e nel contempo per la persona che vive con noi la sua vita.
Non penso proprio di essere ammirevole, anzi!!!Mi pare che tu in questo, al di là di ogni valutazione di merito, sia riuscita ad ottenerlo.
Il tuo matrimonio funziona, i figli non ne risentono e tu, tutto sommato sei sufficientemente soddisfatta........... peccato non siano più numerosi gli esempi come il tuo.
Però ho sempre assunto le mie responsabilità, e ho cercato di non adottare strade "facili".
Alla fine penso che la coerenza con i propri valori paghi, malgrado le "sbandate".
Un bacio!