notizie incredibili

Brunetta

Utente di lunga data
@Marjanna la Soncini scrive spesso cose interessanti e risponde e “nostre” domande.
Adesso è appena uscito un suo libro sui cinquantenni e quindi ne parla, anche quando parla di altri. È la strategia che lei stessa chiama del “prosciutto“, per dire che tutto è merce e la produzione culturale non si sottrae a questo mercato e lei apertamente pubblicizza i suoi libri.
Qui recensisce il libro della immunologa Antonella Viola che, giustamente in una economia di mercato, sfrutta la sua notorietà e cerca di fare un po’ di soldi.
Perciò la Soncini critica il libro perché dice banalità, sotto intendendo che il suo libro invece denuncia la stupidità dei cinquantenni.
“Sting. Ligabue. David Bowie. Litfiba. È il diario di Snoopy di una sedicenne degli anni Ottanta? Quasi. È quella sedicenne, finalmente affermata professionista cinquantaequalcosenne, con gli stessi identici penzierini di allora, che pubblica un libro che mi aspetto, la prossima settimana, di trovare nella classifica dei più venduti.
Del libro di Antonella Viola, “La via dell’equilibrio”, avrete se girate per siti italiani sentito parlare. Perché in esso la Viola dice di fare il semidigiuno (cioè: di saltare la colazione o la cena, facendo quindi passare sedici ore tra l’ultimo pasto d’un giorno e il primo del giorno dopo), e per ragioni misteriose ogni volta che una persona nota dice di fare il semidigiuno i giornali reagiscono come fosse una strabiliante novità che nessuno aveva mai sperimentato.
L’ultima volta che ci eravamo armati di titoloni perché uno famoso saltava la cena, il semidigiunatore era Chris Martin (dice che l’idea gliel’ha data Bruce Springsteen), ed era fine marzo. È l’inizio di maggio, e siamo di nuovo qui: il semidigiuno della marmotta.
Poi c’è il fatto che la Viola ha scritto che il vino fa male. Ricopio da pagina 65: «Dire che un paio di bicchieri di vino al giorno non fanno male è falso e pericoloso. L’etanolo, l’alcol che si utilizza in tutti i tipi di bevande alcoliche, è cancerogeno». Apriti cantina.
Avevamo appena finito d’indignarci perché l’Europa vuole scrivere sugli alcolici che gli alcolici fanno male, ed ecco che la Viola fa ripartire i «tu il vino lo lasci stareeee» della marmotta. Ho visto intellettuali fare video non retribuiti di diciotto minuti per redarguire la dottoressa spiegandole che sta uccidendo un intero settore economico.
Ma veramente fate? Ma veramente voi pensate che qualcuno – anche la Viola stessa, al di là delle banalità che le tocca dire in un libro in cui parla di salute – smetta di bere vino perché fa male? Ho una notizia pazzeschissima per voi: gli esseri umani non smettono di fare cose piacevoli perché quelle cose piacevoli sono dannose.
Altrimenti non esisterebbero le statine per abbassare il colesterolo: smetteremmo di mangiare i fritti e il guanciale e i formaggi e le uova e risolveremmo con la privazione delle piacevolezze. Altrimenti avremmo smesso di scopare negli anni dell’Aids (anni in cui quelli della mia generazione e di quella della Viola erano al liceo: come credevate passassimo le serate, a strisciare gente su Tinder dal telefono a disco?).

Un’altra ragione per cui avreste potuto sentir parlare di questo manuale di buonsenso (non bevete, non fumate, non sfasciatevi ché vi restano ancora molti anni da vivere e il corpo vi serve) e di sedicennitudine, con le frasi delle canzonette in cima a ogni capitolo e in cima a quello sull’importanza del moto, che il dio del letteralismo ci fulmini tutti, «baby, we were born to run», un’altra ragione è il marito dell’autrice, la cui intervista al Corriere fa sembrare il libro della moglie “Essere e tempo”.
«Una rosa tatuata sul bicipite e una frase che racchiude il loro amore: “Solo per pazzi”. Marco Cattalini, 57 anni, marito di Antonella Viola, biologa, immunologa, professoressa di Patologia generale all’Università di Padova, quel tatuaggio dedicato a lei ha scelto di farlo a 50 anni. “Nei nostri primi anni insieme, Antonella mi aveva consigliato di leggere “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse – rivela – poi è diventato una delle nostre letture preferite. La frase che ho voluto per il tatuaggio è riferita a quel libro e alla nostra storia. È un po’ il nostro motto”».
Se vent’anni fa mi avessero detto che andavamo verso un’epoca di adulti che citano Hermann Hesse, avrei riso forte: ventidue anni fa, Muccino usava “Siddharta” come simbolo della sedicennitudine schifata dagli adulti, Martina Stella lo regalava a Stefano Accorsi insofferente perché quella ragazzina voleva minare la sua vita adulta, era stabilito che ci fossero cose – le citazioni di Ligabue, le letture di Hesse, gli struggimenti sentimentali – che a un certo punto crescevi e lasciavi nell’album dei ricordi, cose che ricordavi con affettuoso imbarazzo: com’ero giovane, com’ero scemo.
Poi non so cosa sia andato storto, ma qualcosa è andato storto, e ora che siamo sedicenni perpetui corriamo a comprarci ovvietà rilegate come negli anni Ottanta compravamo Cioè o Ragazza in. A sedici anni anagrafici ci serviva che i giornaletti ci dicessero che no, se avevamo dato un bacio con la lingua non serviva il test di gravidanza. Nella senilità dei sedici anni percepiti, ci serve che un medico scriva centoquarantasette pagine per dirci che fare le scale ci terrà più in forma che prendere l’ascensore.
Venderà tantissimo: è un secolo in cui ha successo chi conosce i limiti dei lettori e non li sopravvaluta, non li tratta come fossero adulti informati, non pensa «no dai, questa cosa non la scrivo, mica son tutti imbecilli». Venderà tantissimo, e passeremo l’estate a dire alla vicina d’ombrellone «ma lo sa che l’alcol è cancerogeno, l’ho letto nel libro della Viola, è tanto brava», e poi a ordinare un mojito, perché che c’entra, è menta e limone, mica è vino.”
 

Brunetta

Utente di lunga data
Che era la stessa degli anni 80...
L infanzia è infanzia identica negli anni se ovviamente le condizioni economiche sociali rimangono invariate ..
Ovviamente l infanzia ora dei bimbi ucraini e differente rispetto a quella di 2 anni fa...
Ma se non avessero avuto la guerra sarebbe rimasta invariata ..
L’infanzia cambia eccome nel tempo.
Perché cambiano i genitori e ciò che ritengono importante e i metodi educativi che credono efficaci.
Fino a una certo decennio i bambini che facevano sport erano solo i “figli di Paola di Liegi” e passano ore infinite in cortile o ai giardini o in campagna o in casa a giocare senza sorveglianza adulta (e l’idea che non fosse pericoloso per auto o maniaci se lo sono messi in testa poi i genitori tremebondi. Se interessa poi racconto qualcosa, ma non interessa) e l’idea che potessero fare attività a pagamento non sfiorava la maggior parte delle persone. Fino a pochi decenni fa i genitori pensavano che picchiare i figli (e i mariti le mogli) non fosse solo possibile, ma anche doveroso. Il lavoro minorile non riguardava i minori di 18 anni, magari in uno stage di pochi giorni, ma era diffusissimo ed era normale andare a lavorare a 14 anni e prima era diffuso.
E le infanzie erano diverse.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
L’infanzia cambia eccome nel tempo.
Perché cambiano i genitori e ciò che ritengono importante e i metodi educativi che credono efficaci.
Fino a una certo decennio i bambini che facevano sport erano solo i “figli di Paola di Liegi” e passano ore infinite in cortile o ai giardini o in campagna o in casa a giocare senza sorveglianza adulta (e l’idea che non fosse pericoloso per auto o maniaci se lo sono messi in testa poi i genitori tremebondi. Se interessa poi racconto qualcosa, ma non interessa) e l’idea che potessero fare attività a pagamento non sfiorava la maggior parte delle persone. Fino a pochi decenni fa i genitori pensavano che picchiare i figli (e i mariti le mogli) non fosse solo possibile, ma anche doveroso. Il lavoro minorile non riguardava i minori di 18 anni, magari in uno stage di pochi giorni, ma era diffusissimo ed era normale andare a lavorare a 14 anni e prima era diffuso.
E le infanzie erano diverse.
Considerato tornando indietro nel tempo si hai ragione....io mi sono soffermato di più sulle arco temporale 80/90 ...visto che ho risposto al forumino che citava l infanzia negli anni 90..io l ho avuta 10 anni prima...
Di ragazzi che sono andati a lavorare a 14 anni dopo la fine delle medie ne conosco...
Ma erano già una minoranza in quegli anni e generalmente provenivano da famiglie disagiate...
Mi ricorderò per sempre di una mia carissima amica ai tempi delle medie che la madre dopo che è stata bocciata in prima superiore l ha mandata a lavorare in fabbrica ..subito senza possibilità di scelta (la madre in quel periodo era molto arrabbiata con la figlia perché stava insieme ad un ragazzo che era un vuoto a perdere...e soprattutto perché era stata presa in una retata e portata poi in caserma...)...
Beh ..ha sempre lavorato....
Magari lavori precari ma cmq ha proseguito nella sua vita ...con grandi sacrifici...ma si è costruita una famiglia (con un altro... ovviamente non con quello che poi a tutti gli effetti è diventato uno dei tossici del paese)...
Ma magari se avesse avuto una madre meno severa avrebbe potuto proseguire gli studi ..
Provare i figli di una seconda possibilità mi sembra veramente ingiusto...
Nella vita...una seconda possibilità ce la meritiamo...

PS sempre fatto sport a pagamento....
Non per molto perché mai stata una sportivona 🤣🤣🤣
 

Brunetta

Utente di lunga data
Considerato tornando indietro nel tempo si hai ragione....io mi sono soffermato di più sulle arco temporale 80/90 ...visto che ho risposto al forumino che citava l infanzia negli anni 90..io l ho avuta 10 anni prima...
Di ragazzi che sono andati a lavorare a 14 anni dopo la fine delle medie ne conosco...
Ma erano già una minoranza in quegli anni e generalmente provenivano da famiglie disagiate...
Mi ricorderò per sempre di una mia carissima amica ai tempi delle medie che la madre dopo che è stata bocciata in prima superiore l ha mandata a lavorare in fabbrica ..subito senza possibilità di scelta (la madre in quel periodo era molto arrabbiata con la figlia perché stava insieme ad un ragazzo che era un vuoto a perdere...e soprattutto perché era stata presa in una retata e portata poi in caserma...)...
Beh ..ha sempre lavorato....
Magari lavori precari ma cmq ha proseguito nella sua vita ...con grandi sacrifici...ma si è costruita una famiglia (con un altro... ovviamente non con quello che poi a tutti gli effetti è diventato uno dei tossici del paese)...
Ma magari se avesse avuto una madre meno severa avrebbe potuto proseguire gli studi ..
Provare i figli di una seconda possibilità mi sembra veramente ingiusto...
Nella vita...una seconda possibilità ce la meritiamo...

PS sempre fatto sport a pagamento....
Non per molto perché mai stata una sportivona 🤣🤣🤣
Ma io non ho toccato il tema di cosa sarebbe giusto.
Ho solo evidenziato che vi sono stati cambiamenti tra le diverse decadi.
Poi è ovvio che gli Agnelli abbiano sempre fatto sport mentre i figli di Vito Catozzo* no.


*citazione incomprensibile per i più giovani.
 

spleen

utente ?
Ma io non ho toccato il tema di cosa sarebbe giusto.
Ho solo evidenziato che vi sono stati cambiamenti tra le diverse decadi.
Poi è ovvio che gli Agnelli abbiano sempre fatto sport mentre i figli di Vito Catozzo* no.


*citazione incomprensibile per i più giovani.
Il figlio di Vito Catozzo era omosessuale, il padre credeva si travestisse da donna per adescare le ragazze. Perchè secondo il padre era macho, pardon macchio! 😁
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il figlio di Vito Catozzo era omosessuale, il padre credeva si travestisse da donna per adescare le ragazze. Perchè secondo il padre era macho, pardon macchio! 😁
E questo oggi sarebbe proponibile?
 
D

Deleted member 24372

Guest
La cultura cambia e cambiano le tecnologie, di conseguenza cambiano le persone. Ma cambiano nel bene e nel male.
Tu guardi film vecchi?
Cosa intendi per film vecchio? Su quale piattaforma li vedi?
I film sono una narrazione, ma documentano una mentalità di un’epoca e ciò che era considerato accettabile rappresentare.

Di film vecchi non ho visto molto.
Ma di quel poco che ho guardato ho notato una grande differenza nel linguaggio e nel porsi verso gli altri, tutto più formale.
A me piacciono un sacco quelli degli anni 90 e li guardo in streaming generalmente mentre da bambino compravo/noleggiavo vhs al blockbuster
 

Brunetta

Utente di lunga data
Di film vecchi non ho visto molto.
Ma di quel poco che ho guardato ho notato una grande differenza nel linguaggio e nel porsi verso gli altri, tutto più formale.
A me piacciono un sacco quelli degli anni 90 e li guardo in streaming generalmente mentre da bambino compravo/noleggiavo vhs al blockbuster
Film vecchi anni 90?
Ma consideri il cinema una forma di cultura?
 

Marjanna

Utente di lunga data
@Marjanna la Soncini scrive spesso cose interessanti e risponde e “nostre” domande.
Adesso è appena uscito un suo libro sui cinquantenni e quindi ne parla, anche quando parla di altri. È la strategia che lei stessa chiama del “prosciutto“, per dire che tutto è merce e la produzione culturale non si sottrae a questo mercato e lei apertamente pubblicizza i suoi libri.
Qui recensisce il libro della immunologa Antonella Viola che, giustamente in una economia di mercato, sfrutta la sua notorietà e cerca di fare un po’ di soldi.
Perciò la Soncini critica il libro perché dice banalità, sotto intendendo che il suo libro invece denuncia la stupidità dei cinquantenni.
“Sting. Ligabue. David Bowie. Litfiba. È il diario di Snoopy di una sedicenne degli anni Ottanta? Quasi. È quella sedicenne, finalmente affermata professionista cinquantaequalcosenne, con gli stessi identici penzierini di allora, che pubblica un libro che mi aspetto, la prossima settimana, di trovare nella classifica dei più venduti.
Del libro di Antonella Viola, “La via dell’equilibrio”, avrete se girate per siti italiani sentito parlare. Perché in esso la Viola dice di fare il semidigiuno (cioè: di saltare la colazione o la cena, facendo quindi passare sedici ore tra l’ultimo pasto d’un giorno e il primo del giorno dopo), e per ragioni misteriose ogni volta che una persona nota dice di fare il semidigiuno i giornali reagiscono come fosse una strabiliante novità che nessuno aveva mai sperimentato.
L’ultima volta che ci eravamo armati di titoloni perché uno famoso saltava la cena, il semidigiunatore era Chris Martin (dice che l’idea gliel’ha data Bruce Springsteen), ed era fine marzo. È l’inizio di maggio, e siamo di nuovo qui: il semidigiuno della marmotta.
Poi c’è il fatto che la Viola ha scritto che il vino fa male. Ricopio da pagina 65: «Dire che un paio di bicchieri di vino al giorno non fanno male è falso e pericoloso. L’etanolo, l’alcol che si utilizza in tutti i tipi di bevande alcoliche, è cancerogeno». Apriti cantina.
Avevamo appena finito d’indignarci perché l’Europa vuole scrivere sugli alcolici che gli alcolici fanno male, ed ecco che la Viola fa ripartire i «tu il vino lo lasci stareeee» della marmotta. Ho visto intellettuali fare video non retribuiti di diciotto minuti per redarguire la dottoressa spiegandole che sta uccidendo un intero settore economico.
Ma veramente fate? Ma veramente voi pensate che qualcuno – anche la Viola stessa, al di là delle banalità che le tocca dire in un libro in cui parla di salute – smetta di bere vino perché fa male? Ho una notizia pazzeschissima per voi: gli esseri umani non smettono di fare cose piacevoli perché quelle cose piacevoli sono dannose.
Altrimenti non esisterebbero le statine per abbassare il colesterolo: smetteremmo di mangiare i fritti e il guanciale e i formaggi e le uova e risolveremmo con la privazione delle piacevolezze. Altrimenti avremmo smesso di scopare negli anni dell’Aids (anni in cui quelli della mia generazione e di quella della Viola erano al liceo: come credevate passassimo le serate, a strisciare gente su Tinder dal telefono a disco?).

Un’altra ragione per cui avreste potuto sentir parlare di questo manuale di buonsenso (non bevete, non fumate, non sfasciatevi ché vi restano ancora molti anni da vivere e il corpo vi serve) e di sedicennitudine, con le frasi delle canzonette in cima a ogni capitolo e in cima a quello sull’importanza del moto, che il dio del letteralismo ci fulmini tutti, «baby, we were born to run», un’altra ragione è il marito dell’autrice, la cui intervista al Corriere fa sembrare il libro della moglie “Essere e tempo”.
«Una rosa tatuata sul bicipite e una frase che racchiude il loro amore: “Solo per pazzi”. Marco Cattalini, 57 anni, marito di Antonella Viola, biologa, immunologa, professoressa di Patologia generale all’Università di Padova, quel tatuaggio dedicato a lei ha scelto di farlo a 50 anni. “Nei nostri primi anni insieme, Antonella mi aveva consigliato di leggere “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse – rivela – poi è diventato una delle nostre letture preferite. La frase che ho voluto per il tatuaggio è riferita a quel libro e alla nostra storia. È un po’ il nostro motto”».
Se vent’anni fa mi avessero detto che andavamo verso un’epoca di adulti che citano Hermann Hesse, avrei riso forte: ventidue anni fa, Muccino usava “Siddharta” come simbolo della sedicennitudine schifata dagli adulti, Martina Stella lo regalava a Stefano Accorsi insofferente perché quella ragazzina voleva minare la sua vita adulta, era stabilito che ci fossero cose – le citazioni di Ligabue, le letture di Hesse, gli struggimenti sentimentali – che a un certo punto crescevi e lasciavi nell’album dei ricordi, cose che ricordavi con affettuoso imbarazzo: com’ero giovane, com’ero scemo.
Poi non so cosa sia andato storto, ma qualcosa è andato storto, e ora che siamo sedicenni perpetui corriamo a comprarci ovvietà rilegate come negli anni Ottanta compravamo Cioè o Ragazza in. A sedici anni anagrafici ci serviva che i giornaletti ci dicessero che no, se avevamo dato un bacio con la lingua non serviva il test di gravidanza. Nella senilità dei sedici anni percepiti, ci serve che un medico scriva centoquarantasette pagine per dirci che fare le scale ci terrà più in forma che prendere l’ascensore.
Venderà tantissimo: è un secolo in cui ha successo chi conosce i limiti dei lettori e non li sopravvaluta, non li tratta come fossero adulti informati, non pensa «no dai, questa cosa non la scrivo, mica son tutti imbecilli». Venderà tantissimo, e passeremo l’estate a dire alla vicina d’ombrellone «ma lo sa che l’alcol è cancerogeno, l’ho letto nel libro della Viola, è tanto brava», e poi a ordinare un mojito, perché che c’entra, è menta e limone, mica è vino.”
Ogni volta che mi citi per farmi leggere la Soncini mi chiedo se tu abbia qualche forma di sadismo. Sappilo :p:LOL:
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ogni volta che mi citi per farmi leggere la Soncini mi chiedo se tu abbia qualche forma di sadismo. Sappilo :p:LOL:
Non ti diverte?
A me molto. A volte dice cazzate o imprecisioni. Ma ha da contratto di scrivere un articolo di costume tutti i giorni.
Non sono sempre d’accordo. È anche reazionaria, rispetto a me. Ma a volte rido anche con Vittorio Feltri.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
I giovani avrebbero bisogno di una bella raddrizzata, perché i ragazzi che si affacciano sul mondo del lavoro vivono in un mondo in cui la disattenzione imbecille, la scialba indifferenza e il lavoro svogliato sembrano la norma...e aggiungo che amano il lusso, sono maleducati, se ne infischiano dell’autorità e non hanno nessun rispetto per gli anziani
Pensa che le stesse parole le sentivo dire da mio zio (che ha 8 anni più di me) sui giovani della mia età, nel 1986
 
D

Deleted member 24372

Guest
Film vecchi anni 90?
Ma consideri il cinema una forma di cultura?
No, non sono vecchi.
Alcuni però non li considero di cultura in senso stretto, ma che riescono a trasmettere certi valori che siano morali o sentimentali
 

Brunetta

Utente di lunga data
No, non sono vecchi.
Alcuni però non li considero di cultura in senso stretto, ma che riescono a trasmettere certi valori che siano morali o sentimentali
Intendevo che sono espressione della cultura del tempo in senso lato.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Di film vecchi non ho visto molto.
Ma di quel poco che ho guardato ho notato una grande differenza nel linguaggio e nel porsi verso gli altri, tutto più formale.
A me piacciono un sacco quelli degli anni 90 e li guardo in streaming generalmente mentre da bambino compravo/noleggiavo vhs al blockbuster
Film vecchi anni 90?
Ma consideri il cinema una forma di cultura?
Consiglio sul tema tipo "si stava meglio quando si stava peggio" "Midnight in Paris" di Woody, che qui non è più ai massimi di un tempo ma è sempre Woody: è un film del 2011 per cui non ancora fossilizzato...
 

Marjanna

Utente di lunga data
Non ti diverte?
A me molto. A volte dice cazzate o imprecisioni. Ma ha da contratto di scrivere un articolo di costume tutti i giorni.
Non sono sempre d’accordo. È anche reazionaria, rispetto a me. Ma a volte rido anche con Vittorio Feltri.
Preferisco Feltri in effetti.
Ho solo un dubbio tra l’originale e la versione di Crozza :LOL:

 
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