ipazia
Utente disorientante (ma anche disorientata)
ti sei allungata. una volta eri un metro ed un pinolo
Imbroglio...i tacchi...shhh
ti sei allungata. una volta eri un metro ed un pinolo
Ma si parlava di risorse psichiche che sono più modificabili di quelle fisiche.Lo ribadisco.
Riconoscere il limite è osservazione.
Giudicarlo, che è quello che fai per attribuzione, è morale.
Sono alta un metro e una banana. È un fatto. Ed è un limite.
Non posso fare la hostess.
È un fatto
Sono donna. La mia muscolatura è inferiore in potenza a quella di un uomo. Non posso confrontarmi a questo livello.
È un fatto.
Tutto il resto è paura.
Edit: se non ci arrivi per mancanza di risorse, quel limite non cambierà.
Con tutta la mia forza di volontà non mi allungo oltre la banana. Anche desiderandolo moltissimo.
Hai ragione ..infatti la maggior parte di chi ha problemi col.cibo ha avuto un "qualcosa" nella prima infanzia in famiglia...Sottovalutiamo sempre il peso dei primi apprendimenti affettivi.
Ma non è solo questione di traumi.Hai ragione ..infatti la maggior parte di chi ha problemi col.cibo ha avuto un "qualcosa" nella prima infanzia in famiglia...
A me invece... è bastato vedere non è la rai
Non sono diventata anoressia semplicemente perché odio le dipendenze...
Poi mi è rimasta cmq l idea che magro è meglio..
Anche perché , e chi mi conosce lo può dire, ho un fisico non filiforme...quindi se ingrasso si vede...
Ho una buona massa muscolare che fa aumentare ovviamente le dimensioni del corpo...
Ai miei figli cerco semplicemente di trasmettere il concetto che il cibo fa bene...senza ovviamente esagerare . .ma al momento nessuno di loro ha problemi... anzi......
Non concordo...non vedo tutto questa vantarsi al lavoro straordinario ...o di essere super efficienti...Ma non è solo questione di traumi.
Se avevo il mal di testa, mia madre mi faceva lo zabaioneresta il mio dessert preferito.
Fortunatamente accoglieva ogni mio stato emotivo.
Poi dipende anche dai traumi che ci toccano nella vita. Siamo in una epoca in cui si fa a gara con il vittimismo e non si sopporta nessun dolore e nel contempo vi è una pressione fortissima all’efficientismo lavorativo. L’etica prevalentemente sessuale si è trasformata in etica del lavoro. Se le nostre mamme e nonne si vantavano delle proprie virtù (indipendentemente dal fatto che l’indifferenza nei confronti del sesso fosse reale) oggi ci vantiamo di fare straordinari.
È una realtà che famiglie perfette non esistono. Poi quando una persona sviluppa dei problemi si cercano e così si trovano ragioni nella famiglia. Ma ci sono famiglie terribili che producono geni e santi.Non concordo...non vedo tutto questa vantarsi al lavoro straordinario ...o di essere super efficienti...
Io quelli che ho visto con problemi di alimentazione ( o dipendenze da alcool droga )arrivavano bene o male da famiglie disfunzionali o con uno dei genitori assenti o malati..
E di tossici ne ho conosciuti...(e visti morire...)
Ma non si può fare di tutta l erba un fascio ..
I poveri e gli ignoranti mangiano male e spesso mangiano al ristorante per non sentirsi poveri. Sono i primi a cadere vittime di pubblicità di cibo spazzatura,notoriamente il cibo meno caro. Anni fa sul giornale locale uscì un articolo su una coppia con 4 figli e incinta del quinto. Era un appello di disperazione in quanto erano entrambi senza lavoro e senza soldi. Non mi ha dato fastidio che entrambi sembrassero dei manatee,ne l’idea che forse era il caso che qualcuno tappasse le tube alla signora prima che facesse altri danni, è stato vedere la bottiglia di Coca Cola da due litri sul tavolo che mi ha fatto uscire dai gangheri…ma a volte non c'è bisogno che ci siano per forza problemi, a volte semplicemente si mangia male e si impara a mangiare male, poi quando si entra in un circolo vizioso si fa fatica ad uscirne, non ci si rende conto di quale sia l'errore che si fa, come ti giri poi vedi tante cose da mangiare e chi non sa gestire la gola si trova a mangiare senza neanche rendersene conto
Il cervello si modifica, neuroplasticità.Ma si parlava di risorse psichiche che sono più modificabili di quelle fisiche.
Non parlavo di illusioni.
Cosa c’entra con la difficoltà nel seguire una dieta salutare?Il cervello si modifica, neuroplasticità.
Ma, per esempio, la mancanza di una certa proteina, a livello genetico, provoca deficit di memoria ed attenzione associati a difetti morfologici delle sinapsi eccitatorie dell'ippocampo che appaiono (alle rilevazioni) immature e incapaci di aumentare di numero.
Che è quanto avviene, per esempio, nel cervello di chi è affetto da autismo o disabilità mentale.
La mancanza di quella proteina influenza la plasticità neuronale.
Limite.
E' un fatto, non una colpevolizzazione.
E trovo estremamente irrispettoso non rimandare il piano di realtà.
In nome di un garantismo peloso e, a mio parere, bigotto, nel senso che discende dal concetto di "saremo tutti salvi".
La genetica se ne fotte della salvezza.
Questo intendo.
E noi siamo fondamentalmente genetica.
Quanto alle risorse psichiche, direi non modificabili, semmai compensabili.
Che è tutto un altro discorso. E su cui ci sarebbe parecchio da dire nei termini della valutazione della capacità (e non della performance).
Ma, anche con la compensazione del tacco, giustamente non potrò fare la hostess...sono troppo bassa.
Che è il motivo per cui ritengo che il non riconoscimento dei limiti, in nome di garantismo perbenista e salvifico che vuole tutti uguali e soprattutto tutti adatti a tutto (salvo poi lamentarsi del capitalismo etc etc), sia una enorme forma di ingratitudine per la fortuna di essere semplicemente nati dalla parte del mondo dove il welfare c'è.faccio un po' fatica a capire il tuo discorso, lo capisco e condivido per la prima parte.
Si chiama welfare ed è una grande conquista... anche perché è grazie a questo che porti a casa uno stipendio.
Ragazzi è tutto nella testa! Se non parte da lì difficilmente risolvi qualcosa, intervento o meno… finché te ne freghi anche della tua salute perché “è bell o mangià” non vai molto lontano
Non colpevolizzare chi non ce la fa.
Condanni te stessa.
Guarda che è vero....
È tutto nella testa...
Se non ti parte da lì...non ce la farai mai...
Hai mai fumato?sei riuscita a smettere?
Non colpevolizzo, assolutamente… ci sono passata e parlo con cognizione di causa… quando ho iniziato a farmi schifo pure col pigiama è scattata la molla in me
Sono riuscita a non cominciare e non è stato facile.
So bene che parte tutto dalla testa, ma non è che chi non riesce ha scarsa volontà. Vedi quello che ho già scritto.
Non siamo un tribunale e nessuno è madre natura. Chi non ha le risorse oggi le avrà magari domani. Non disprezzare chi ha limiti è solo rispetto.
Si parlava del limite.Cosa c’entra con la difficoltà nel seguire una dieta salutare?
Non parlavo di persone con patologie.
Ma, in chi non ha una patologia, il limite è provvisorio.Si parlava del limite.
La patologia è un esempio di limite. (se ci si guarda senza moralismo e senza dover di conseguenza spostarsi nel dominio del "è malato però"...)
E del giudizio colpevolizzante.
Che hai attribuito ad una evidenza.
Ossia che davvero parte tutto dall'intenzione a cui poi segue la capacità di trasformare l'intenzione in azione. (ed è qui che entrano in gioco i limiti).
A cui hai aggiunto la speranza per quel che sarà.
Io ho semplicemente sottolineato che rilevare ed osservare il limite non è colpevolizzare e men che meno disprezzare.
Il limite esiste.
Ed è spesso oggettivo. (dopo che si scopre da dover deriva...prima anche l'autismo era colpa della madre frigorifero per dire).
La dieta adeguata, è spesso legata, fra l'altro, alla capacità della persona di scegliere le informazioni e aver cura di sè.
Oltre ad esser legata all'intelligenza cinestetica e all'intelligenza relazionale e affettiva.
I limiti sono limiti.Ma, in chi non ha una patologia, il limite è provvisorio.
Non dipende da non capire. Tu capisci benissimo che ti farebbe bene non fumare, eppure fumi. Non hai cura di te?
No, semplicemente non vuoi o non riesci a smettere.
Il perché sono affari tuoi.
Ugualmente sono affari suoi il perché una persona non riesce ad avere una alimentazione e uno stile di vita che in quel periodo della sua vita l’ha fatta ingrassare e non la fa dimagrire. Non sostegno che non vi sia il limite, ma che sia provvisorio. Mentre l’autismo non passa e nessun adulto cresce.
imbrogliare i sensi ti riesce bene![]()
![]()
Imbroglio...i tacchi...shhh![]()
Mi sembra che ti sia prodigata troppo per spiegarmi.I limiti sono limiti.
Possono essere soggettivi oppure oggettivi.
Non mi addentro neanche nello spiegone.
C'è chi ne scrive meglio e più di me.
La domanda di fondo è "è un limite"? oppure "è un mio limite"?
Già il farsi questa domanda comporta l'attivazione di processi cognitivi di analisi.
La loro limitazione - dei processi cognitivi - è innanzitutto strutturale.
Ognuno di noi, diversamente uno dall'altro, ha limiti oggettivi strutturali.
Al pari dello stop della crescita in altezza.
Il cervello è corpo.
Trovo molto limitante la concezione per cui chi ha la patologia RICONOSCIUTA sia riconosciuto limitato e chi non ha patologia RICONOSCIUTA sia riconosciuto con limiti provvisori. (e questo è uno dei fondamenti della dicotomia del giudizio, fra l'altro, positivo o negativo non conta niente.)
Oltre ad essere una concezione limitante è pure antiscientifica (non a caso facevo l'esempio per cui, ignoranti del funzionamento cerebrale, fino a non molti anni fa si imputava l'autismo alle madri frigorifero.)
La percezione del rischio, che riguardi il fumo o il cibo o il prendere l'aereo o il guidare la macchina o quel che si vuole, è un processo cognitivo coinvolto in diverse attività quotidiane e che orienta i comportamenti delle persone di fronte a decisioni che coinvolgono dei rischi potenziali. La percezione del rischio coinvolge diverse dimensioni come, per esempio, le conseguenze sia immediate sia future e le loro implicazioni tanto su un piano razionale ed oggettivo quanto su un piano emozionale e soggettivo.
La ricerca ha sottolineato che in molti casi esiste una discrepanza tra la percezione soggettiva del rischio e la valutazione oggettiva (Slovic, 2001).
In poche parole, capita che le persone a volta temano delle attività che non sono in realtà pericolose e non temano, invece, delle attività che potrebbero avere conseguenze molto drammatiche.
Esistono dei meccanismi generali (senza scendere troppo nello specifico) che sottendono al modo in cui le persone elaborano le informazioni provenienti dall'ambiente ed anche quelle che hanno in memoria, sono le euristiche e tendenzialmente lavorano a livello inconsapevole.
Facendola breve, le persone associano limiti di rischio attivando processi cognitivi di analisi.
quindi, la questione non riguarda il capire o il non capire, ma le abilità che ogni individuo possiede in considerazione dei limiti oggettivi e soggettivi per ogni individuo e in una valutazione soggettiva del rapporto rischi/benefici.
Questa dicendola un gran male.
E per dire che no.
Certi limiti non sono semplicemente modificabili. Anche se sono soggettivi ed esternamente potrebbero sembrare superabili
(questa ultima valutazione è frutto di attribuzione e proiezione di chi osserva, quindi è roba dell'osservatore e non dell'osservato. Messa in campo oltre a non servire ad un cazzo è pure un ostacolo...motivo per cui le difficoltà fino ai disturbi alimentari spesso vengono trattati con riferimento al paradigma sistemico).
E questo vale per ogni animale.
Dalla formica all'essere umano.
come dicevo, il resto è paura.
E posso ripeterti allo sfinimento che è solo paura, ma se non hai le capacità di attivare determinati processi cognitivi, quei processi non si attivano.
Come la formica.
E, lo ribadisco ancora una volta, rilevarlo non è un giudizio. E' una osservazione.
Che permette di rilevarne l'attivazione, fra l'altro.
Mentre il negare il limite, lo sminuirlo, il non considerarlo tale per quello che è sposta dal piano di realtà; facendo anche fallire l'osservazione che anticipando una determinata attivazione non ne vede altre che potrebbero esser compensative.
Ma, siccome l'anticipazione aspetta una determinata cosa, non vede altro.
La speranza (tanto quanto il leggere colpevolizzazione) fotte esattamente in questo modo qui, nel tuo discorso.
Ed è il motivo per cui chi è un professionista non si basa sulla speranza ma sull'osservazione.
Tornando IT, il nutrizionista è in grado di fare questo, se è un professionista.
E il suo saperlo fare (diversamente da chi sta lì e incoraggia nella speranza ma senza conoscere i meccanismi) a volte fa ottenere il risultato.
Mio padre quest’anno ha fatto l’orto terrazzato . I pomodori li ha fatti salite fino in cielo .È impossibile farsi tutto home made...
O vivi in campagna e hai un reddito che ti consenta di "lavorare" nel tuo podere 12 ore al GG 7 GG su 7...
Sarebbe fantastico perché si mangerebbe solo cibo sano e naturale...
Ma azz...per me infattibile...
Il mio papà ha l.orto e il pollaio...ma ci passa le ore veramente...ogni tanto se ne viene fuori ohh che bello prendiamo una capretta e un vitellino...al che ...gli togliamo il bancomat per qualche gg
Se fosse per lui vivremmo in una fattoria...
Grandissimo!!!Mio padre quest’anno ha fatto l’orto terrazzato . I pomodori li ha fatti salite fino in cielo .![]()
Ho visto mia madre scuoiarne uno . Appeso ad una scala di legno per le zampette.L’uccisione del coniglio è stato un mio trauma da bambina, da allora non lo mangio più
Non sai che ti perdiHo visto mia madre scuoiarne uno . Appeso ad una scala di legno per le zampette.
non lo mangiavo prima….continuato a non mangiarlo dopo.