Orgoglio

Leda

utente Olimpi(c)a
Ah, tu pensavi che anch’io fossi una
che si possa dimenticare
e che si butti, pregando e piangendo,
sotto gli zoccoli di un baio.

O prenda a chiedere alle maghe
radichette nell’acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
di un fazzoletto odoroso e fatale.

Sii maledetto. Non sfiorerò con gemiti
o sguardi l’anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso,
sull’icona miracolosa
e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.
*

Anna Achmatova, 1921
 

Monsieur Madeleine

Utente di lunga data
Mah, sono perplesso (no, ok, sono MM, ma con qualcosa che mi perplime).

Queste poesie mi paiono più che altro monologhi teatrali.

Ok, lo so, non capisco una cippa di poesia, ma comunque la mia sensazione è questa, e spero davvero che la cosa sia dovuta alla povertà della traduzione.
 

Leda

utente Olimpi(c)a
Nel caso della Achmatova non credo che il problema stia nella traduzione. La teatralità che sottolinei è esattamente quello che me la fa amare. Le sue poesie sono monologhi teatrali interiori, perchè quello è il suo sentire. E lo si ritrova in ogni suo lavoro o quasi. Ormai riconosco la sua mano anche in poesie che non conosco, quando le incontro. Leggo poche righe e dico tra me e me: "Questa dev'essere l'Achmatova!"
Poi, ovviamente, è una sensibilità che può piacere o no. Se ti fa vibrare qualcosa che appartiene anche a te dentro, probabilmente ti piace, come accade a me; altrimenti la senti molto distante ;)
 

Monsieur Madeleine

Utente di lunga data
Oddio, non ultimo va considerato che questa mi scrive nell'anno in cui è nato mio padre..........

Se non si considerasse il contesto temporale, Dante sarebbe illeggibile :D
 

Leda

utente Olimpi(c)a
Monsieur Madeleine;bt4453 ha detto:
Oddio, non ultimo va considerato che questa mi scrive nell'anno in cui è nato mio padre..........

Se non si considerasse il contesto temporale, Dante sarebbe illeggibile :D
Infatti, non per nulla ho inserito anche la data :up:
 
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