Capisco la finalità del film ma voglio chiederti se il bambino che contribuiva non so come era sempre un bambino o un combattente? Domanda brutta e lo so ma se chiunque si trovasse di fronte un ragazzino armato e pronto a ucciderti cosa faresti? È ovvio che la colpa è totalmente di chi li arma e li porta a combattere ma in un reale caso è un nemico o un bambino che va tutelato anche a costo della tua vita? È un dilemma morale ed etico oppure altro? Non dare una risposta da "Europeo". Questo è quello che spesso avviene in quei maledetti posti.
TI dico che probabilmente l'abbiamo vissuto anche noi, i fratelli Taviani non erano giovanissimi, la memoria degli avvenimenti l'avevano.
Il bambino avrà avuto 12 anni, in quel film.
La scena è straziante, come tutto il film.
I ragazzini odiano quanto e più degli adulti.
Noi a 12 anni ci sentivamo grandi, ricordo un mio amico delle medie che adorava le armi, suo padre era cacciatore, gli piaceva uccidere animali.
(Hai letto "Il signore delle mosche"?)
A 12 anni mi sono trovato di fronte un coetaneo col coltello. Voleva che mi tirassi giù le mutande.
E se è per questo, i bambini si rivelano, se cresciuti in ambienti sfavorevoli, assai più spietati degli adulti.
In Brasile chi assalì mio padre furono proprio dei bambini.
Sono molto pericolosi.
Difatti venivano sterminati senza pietà dalla polizia locale.
Il Brasile è un altro mondo, rispetto al nostro.
it.wikipedia.org
Spariti già 370 ragazzi in Brasile: «Operazione di pulizia» nelle strade di Rio. Per le Olimpiadi si temono nuove brutalità. ED
www.avvenire.it
Ma d'altronde basta leggere i report di Save the children per rendersi conto delle condizioni in cui crescono e vivono i minori in molte parti del mondo.
Si allarga il coinvolgimento dei minori in aree di crisi con più parti in conflitto
www.savethechildren.it
Riporto dal link
"Nella sola Repubblica Centrafricana, si stima siano tra gli 8.000 e i 10.000 i bambini e le bambine reclutati come soldati dai gruppi armati o diventati vittime di abusi e sfruttamento sessuale. Nel Sud Sudan più di 13.000 bambini sono stati reclutati dalle parti in conflitto, e, secondo le testimonianze, nell’escalation del maggio 2015 nello Unity State molti bambini sotto i 10 anni sono stati reclutati con la forza e obbligati a combattere, coinvolti, in abiti militari o civili, in attacchi, violenze e uccisioni anche di civili. Solo in Italia, nel 2015, sono sbarcati 3.089 minori soli eritrei fuggiti dal rischio di una leva militare praticamente a vita imposta dalla dittatura del loro Paese, e la fuga per il rischio di arruolamento in gruppi armati riguarda, secondo le loro testimonianze, anche alcuni dei 1.296 minori non accompagnati somali arrivati lo scorso anno sulle nostre coste.
Nei 5 anni di conflitto sanguinoso in Siria, i bambini sono stati utilizzati da più parti come scudi umani, combattenti o staffette al fronte, e molti sono esposti ogni giorno al rischio di rapimento o arruolamento dopo essersi ritrovati soli per aver perso i genitori uccisi o smarriti nelle fughe precipitose delle aree colpite dai bombardamenti o sotto assedio. Lo stesso rischio corso nel giugno 2015 da più di 2.300 bambini fuggiti da soli dal Burundi a causa dell’escalation delle violenze per cercare di raggiungere, in gran parte a piedi e in mezzo ai pericoli, i campi profughi temporanei in Ruanda, Tanzania, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e in Uganda. "