Non sono una visiva. Apprendo il mondo attraverso il tatto, l'odorato e il gusto.
In particolare il tatto, non inteso in senso stretto, inteso come "pelle".
Memorizzo fondamentalmente attraverso quei sensi.
La vista è un ausilio. E tendenzialmente la dedico alle parole. Di cui sono innamorata fin da bambina.
Mi piace proprio la calligrafia. Pensa che sono una mancina, di quelle a cui ancora la mano veniva obbligata dietro la schiena per imporre la destra. Secondo le leggende metropolitane i mancini scrivono malissimo, io ho da sempre curato la mia calligrafia in ossequio alle parole. Le mie parole preferite le disegno con attenzione e cura. Ho sempre scritto direttamente in bella fin dalle scuole perchè finiva che copiando dalla brutta (che brutta non era proprio per questo mio ossequio alle parole) riscrivevo completamente il testo che avevo già prodotto e finiva che consegnavo due temi invece che uno

Nelle foto, che non comprendo bene cosa significhino e cosa comunichino e che mi sembrano muri impenetrabili, non mi vedo.
Quella che vedo non la riconosco.
Riconosco la mia forma fisica, ma non vedo me.
E mi rimandano indietro una separazione che mi mette a disagio.
C'è da dire che non mi riconosco nello sguardo dell'altro praticamente mai.

In una foto questo mi è evidente.
Non ho approfondito più di così per ora...ma in effetti è un aspetto curioso.
Oggi come oggi, in cui si comunica visivamente...pensa un po'
Per contro, sono piuttosto brava ad usare il linguaggio visivo e a tradurre gli altri sensi nel visivo.
Non sono così brava a tradurre il visivo invece.