Horny
Utente di lunga data
La prima che ho scopato non me ne sono accorta.
Conoscevo il sistema riproduttivo a memoria,
come ogni altra parte del corpo.
Sin da quando avevo cinque anni mio padre aveva preso a illustrarmi il funzionamento
dei vari organi. Li riproduceva in disegni a penna, dettagliatissimi, e con la sua grafia precisa e incomprensibile li ricopriva di termini scientifici.
A latere me ne indicava l’etimologia.
Sapevo molte cose, in teoria.
Ingrassai parecchi chili, mi vennero brufoli e mestruazioni.
Mia madre non ritenne necessarie ulteriori spiegazioni.
Mi rimproverò perché non mi lavavo adeguatamente e mi portò alla Vispa Teresa, dove mi fece tagliare i capelli cortissimi.
A 12 anni andai in gita colla scuola.
Fino all’ultimo pensai di fingermi malata.
Mi mancò il coraggio
La sera un gruppo di ragazzini più grandi giocava sempre a Monopoli.
Le mie compagne si stringevano ai tavoli vicini.
Erano innamorate di Pietro, dicevano, uno di terza, biondo e alto, che primeggiava in tutti gli sport e parlava poco.
Ridacchiavano di continuo e leggevano fotoromanzi.
Io stavo sola, e di rado con una ragazzina timidissima, che pareva un maschio
Ero talmente brutta che faticavo già a infilarmi la tuta da sci, la mattina.
A colazione digiunavo e rubavo baratollini di nutella,
Li nascondevo sotto le coperte e la sera ci inzuppavo decine di Loacker al cioccolato.
Saltavo il pranzo e detestavo gli insegnanti, che dopo cena ci obbligavano a socializzare nella sala comune.
Avevo fame.
Una sera, mentre cercavo di mimetizzarmi col divanetto, un ragazzo si avvicinò tendendo una manciata di foglietti colorati:
- Scusa se ti disturbo, ma ho troppi contratti, potresti aiutarmi a tenere i soldi?
Siccome non sapevo cosa rispondere, e mi pareva che tutti mi guardassero, mi alzai e mi avvicinai al tavolo di gioco, affollatissimo.
Mi accorsi subito, e con un certo sollievo, che non c’erano sedie disponibili.
Mentre retrocedevo, troppo lentamente, lui esclamò:
- be’, ma puoi sederti con me!
Ora, comprenderete che io era talmente grassa da sapere con certezza che mai avrei potuto condividere il sedile con qualcun’Altro, per quanto esile fosse.
Tuttavia non sono mai stata capace di rifiutare.
Quando gli insegnanti ci spedirono a letto lui mi invitò ad ascoltare la radio in camera.
La mattina dopo trovai tutti i vasetti aperti, le lenzuola completamente spalmate di nutella e un biglietto delle mie compagne di stanza che evidenziava il mio culo enorme e mi consigliava una dieta.
Tornai nel letto di Pietro.
Conoscevo il sistema riproduttivo a memoria,
come ogni altra parte del corpo.
Sin da quando avevo cinque anni mio padre aveva preso a illustrarmi il funzionamento
dei vari organi. Li riproduceva in disegni a penna, dettagliatissimi, e con la sua grafia precisa e incomprensibile li ricopriva di termini scientifici.
A latere me ne indicava l’etimologia.
Sapevo molte cose, in teoria.
Ingrassai parecchi chili, mi vennero brufoli e mestruazioni.
Mia madre non ritenne necessarie ulteriori spiegazioni.
Mi rimproverò perché non mi lavavo adeguatamente e mi portò alla Vispa Teresa, dove mi fece tagliare i capelli cortissimi.
A 12 anni andai in gita colla scuola.
Fino all’ultimo pensai di fingermi malata.
Mi mancò il coraggio
La sera un gruppo di ragazzini più grandi giocava sempre a Monopoli.
Le mie compagne si stringevano ai tavoli vicini.
Erano innamorate di Pietro, dicevano, uno di terza, biondo e alto, che primeggiava in tutti gli sport e parlava poco.
Ridacchiavano di continuo e leggevano fotoromanzi.
Io stavo sola, e di rado con una ragazzina timidissima, che pareva un maschio
Ero talmente brutta che faticavo già a infilarmi la tuta da sci, la mattina.
A colazione digiunavo e rubavo baratollini di nutella,
Li nascondevo sotto le coperte e la sera ci inzuppavo decine di Loacker al cioccolato.
Saltavo il pranzo e detestavo gli insegnanti, che dopo cena ci obbligavano a socializzare nella sala comune.
Avevo fame.
Una sera, mentre cercavo di mimetizzarmi col divanetto, un ragazzo si avvicinò tendendo una manciata di foglietti colorati:
- Scusa se ti disturbo, ma ho troppi contratti, potresti aiutarmi a tenere i soldi?
Siccome non sapevo cosa rispondere, e mi pareva che tutti mi guardassero, mi alzai e mi avvicinai al tavolo di gioco, affollatissimo.
Mi accorsi subito, e con un certo sollievo, che non c’erano sedie disponibili.
Mentre retrocedevo, troppo lentamente, lui esclamò:
- be’, ma puoi sederti con me!
Ora, comprenderete che io era talmente grassa da sapere con certezza che mai avrei potuto condividere il sedile con qualcun’Altro, per quanto esile fosse.
Tuttavia non sono mai stata capace di rifiutare.
Quando gli insegnanti ci spedirono a letto lui mi invitò ad ascoltare la radio in camera.
La mattina dopo trovai tutti i vasetti aperti, le lenzuola completamente spalmate di nutella e un biglietto delle mie compagne di stanza che evidenziava il mio culo enorme e mi consigliava una dieta.
Tornai nel letto di Pietro.