Progetto happiness

danny

Utente di lunga data
Secondo quel modello c'è una gerarchia. Se hai fame, non ti metti a cercare una fidanzata, ad esempio, perché la fame è un bisogno primario e la fidanzata no.
Ma è una teoria che viene anche criticata.
Quindi teoricamente un povero potrebbe essere felice anche solo godendo di un tetto sulla testa, mentre a un ricco non basterebbe un palazzo con parco e piscina.
Sempre secondo questa teoria i poveri potrebbero essere più facilmente felici dei ricchi.
In teoria quindi un paese povero come il Bangladesh potrebbe essere un paradiso ove nascere rispetto alla Svizzera?
Ho dei dubbi.
L'errore di base è proprio limitare la definizione di felicità al soddisfacimento dei bisogni.
Una teoria molto pericolosa, tra l'altro, perché fortemente critica verso la normale ambizione umana, che è propedeutica all'evoluzione.
 
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Gaia

Utente di lunga data
Quindi teoricamente un povero potrebbe essere felice anche solo godendo di un tetto sulla testa, mentre a un ricco non basterebbe un palazzo con parco e piscina.
Sempre secondo questa teoria i poveri potrebbero essere più facilmente felici dei ricchi.
In teoria quindi un paese povero come il Bangladesh potrebbe essere un paradiso ove nascere rispetto alla Svizzera?
Ho dei dubbi.
L'errore di base è proprio limitare la definizione di felicità al soddisfacimento dei bisogni.
Una teoria molto pericolosa, tra l'altro, perché fortemente critica verso la normale ambizione umana, che è propedeutica all'evoluzione.
I poveri non sono felici? Hai visto i video di quei villaggi in cui basta il cibo a renderli felici?
Certo se togli loro il cibo e’ guerra civile.
 

Nicky

Utente di lunga data
Quindi teoricamente un povero potrebbe essere felice anche solo godendo di un tetto sulla testa, mentre a un ricco non basterebbe un palazzo con parco e piscina.
Sempre secondo questa teoria i poveri potrebbero essere più facilmente felici dei ricchi.
In teoria quindi un paese povero come il Bangladesh potrebbe essere un paradiso ove nascere rispetto alla Svizzera?
Ho dei dubbi.
L'errore di base è proprio limitare la definizione di felicità al soddisfacimento dei bisogni.
Una teoria molto pericolosa, tra l'altro, perché fortemente critica verso la normale ambizione umana, che è propedeutica all'evoluzione.
O forse non si è mai felici perché appena soddisfatto un bisogno c'è quello dopo?
Io sono, in ogni caso, più dell'idea che, a parte le esigenze vitali, la felicità non è il soddisfacimento dei bisogni, ma essere liberi dal bisogno, cosa non facile.
 

Gaia

Utente di lunga data
O forse non si è mai felici perché appena soddisfatto un bisogno c'è quello dopo?
Io sono, in ogni caso, più dell'idea che, a parte le esigenze vitali, la felicità non è il soddisfacimento dei bisogni, ma essere liberi dal bisogno, cosa non facile.
Che è il motivo perché in paesi molto poveri poi li vedi felice.
Maggiore è l’opulenza di una società e maggiori sono i bisogni che nascono.
I nostri vecchi non avevano il televisore. E avevano due solo compiti.
Lavorare e andare a messa la domenica.
E così avevano solo vestiti da lavoro e un vestito della domenica.
Ora abbaimo i telefonini e all’interno di quelli anche la pubblicità .
Non ti puoi permettere tutto e allora soffri.
Oppure fai il criceto sulla ruota.
C’è qualcosa che non va nel nostro modo di vivere
 

gvl

Utente di lunga data
Quindi teoricamente un povero potrebbe essere felice anche solo godendo di un tetto sulla testa, mentre a un ricco non basterebbe un palazzo con parco e piscina.
Sempre secondo questa teoria i poveri potrebbero essere più facilmente felici dei ricchi.
In teoria quindi un paese povero come il Bangladesh potrebbe essere un paradiso ove nascere rispetto alla Svizzera?
Ho dei dubbi.
L'errore di base è proprio limitare la definizione di felicità al soddisfacimento dei bisogni.
Una teoria molto pericolosa, tra l'altro, perché fortemente critica verso la normale ambizione umana, che è propedeutica all'evoluzione.
Sono tutti discorsi astratti e sono d' accordo con te.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
Quindi teoricamente un povero potrebbe essere felice anche solo godendo di un tetto sulla testa, mentre a un ricco non basterebbe un palazzo con parco e piscina.
Sempre secondo questa teoria i poveri potrebbero essere più facilmente felici dei ricchi.
In teoria quindi un paese povero come il Bangladesh potrebbe essere un paradiso ove nascere rispetto alla Svizzera?
Ho dei dubbi.
L'errore di base è proprio limitare la definizione di felicità al soddisfacimento dei bisogni.
Una teoria molto pericolosa, tra l'altro, perché fortemente critica verso la normale ambizione umana, che è propedeutica all'evoluzione.
Ma non credo che la felicità sia dipendente dal soddisfacimento dei bisogni di base nemmeno secondo Maslow.
Maslow è americano e, come dice la loro Costituzione, ogni uomo deve essere libero di perseguire (la ricerca) la felicità. Ma con felicità si intende il benessere che nasce dalla libertà di impresa.
RICERCA della felicità, non raggiungimento.
Si può ricercare seguendo il soddisfacimento di bisogni man mano più complessi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
I poveri non sono felici? Hai visto i video di quei villaggi in cui basta il cibo a renderli felici?
Certo se togli loro il cibo e’ guerra civile.
O forse non si è mai felici perché appena soddisfatto un bisogno c'è quello dopo?
Io sono, in ogni caso, più dell'idea che, a parte le esigenze vitali, la felicità non è il soddisfacimento dei bisogni, ma essere liberi dal bisogno, cosa non facile.
Concordo pienamente con la @Nicky
Occorre liberarsi dal bisogno per trovare la felicità
Oggi stiamo andando sul filosofico.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Quindi teoricamente un povero potrebbe essere felice anche solo godendo di un tetto sulla testa, mentre a un ricco non basterebbe un palazzo con parco e piscina.
Sempre secondo questa teoria i poveri potrebbero essere più facilmente felici dei ricchi.
In teoria quindi un paese povero come il Bangladesh potrebbe essere un paradiso ove nascere rispetto alla Svizzera?
Ho dei dubbi.
L'errore di base è proprio limitare la definizione di felicità al soddisfacimento dei bisogni.
Una teoria molto pericolosa, tra l'altro, perché fortemente critica verso la normale ambizione umana, che è propedeutica all'evoluzione.
In realtà non è del tutto campato per aria e dipende in gran parte dai meccanismi biochimici che regolano le nostre emozioni, dai cicli di dopamina / endorfine e roba simile. Per cui più stai bene più ti occorre per essere "felice", un po' come una droga che dà assuefazione, dipendenza e tolleranza.
 

danny

Utente di lunga data
O forse non si è mai felici perché appena soddisfatto un bisogno c'è quello dopo?
Io sono, in ogni caso, più dell'idea che, a parte le esigenze vitali, la felicità non è il soddisfacimento dei bisogni, ma essere liberi dal bisogno, cosa non facile.
Esattamente.
Ma nel nostro sistema politico ed economico è impossibile, per cui è utopistico pensare che si possa essere felici riducendo le proprie necessità, soprattutto se si tratta di un ridimensionamento delle aspettative.
 

danny

Utente di lunga data
Che è il motivo perché in paesi molto poveri poi li vedi felice.
Maggiore è l’opulenza di una società e maggiori sono i bisogni che nascono.
I nostri vecchi non avevano il televisore. E avevano due solo compiti.
Lavorare e andare a messa la domenica.
E così avevano solo vestiti da lavoro e un vestito della domenica.
Ora abbaimo i telefonini e all’interno di quelli anche la pubblicità .
Non ti puoi permettere tutto e allora soffri.
Oppure fai il criceto sulla ruota.
C’è qualcosa che non va nel nostro modo di vivere
Tu a cosa rinunceresti oggi per essere felice?
 

danny

Utente di lunga data
In realtà non è del tutto campato per aria e dipende in gran parte dai meccanismi biochimici che regolano le nostre emozioni, dai cicli di dopamina / endorfine e roba simile. Per cui più stai bene più ti occorre per essere "felice", un po' come una droga che dà assuefazione, dipendenza e tolleranza.
Esattamente nel nostro contesto, ovvero epoca storica e nazione, alla nostra età, in cosa consistono queste necessità?
Ovvero cosa ci potrebbe bastare?
Saremmo più felici se rinunciassimo all'auto di proprietà, al computer, alla televisione, alle vacanze, agli elettrodomestici, al riscaldamento, alle uscite con gli amici, ai regali di Natale, di compleanno, alle feste, al posto di lavoro, al mutuo, alle rate, allo smartphone...
Anche alla casa, perché no?
Ci sono persona che sempre più scelgono di vivere in roulotte e girare il mondo.
Perché non seguire questo modello?
Non ha nemmeno senso la bici elettrica, perché richiede elettricità.
Io uso una bici del 1935, funziona perfettamente come una bici nuova.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Esattamente nel nostro contesto, ovvero epoca storica e nazione, alla nostra età, in cosa consistono queste necessità?
Ovvero cosa ci potrebbe bastare?
Saremmo più felici se rinunciassimo all'auto di proprietà, al computer, alla televisione, alle vacanze, agli elettrodomestici, al riscaldamento, alle uscite con gli amici, ai regali di Natale, di compleanno, alle feste, al posto di lavoro, al mutuo, alle rate, allo smartphone...
Anche alla casa, perché no?
Ci sono persona che sempre più scelgono di vivere in roulotte e girare il mondo.
Perché non seguire questo modello?
Non ha nemmeno senso la bici elettrica, perché richiede elettricità.
Io uso una bici del 1935, funziona perfettamente come una bici nuova.
Questo è il punto, che siamo programmati per tendere a infinito (non a viver come bruti..), dunque nulla può realmente bastare. E la "felicità" si configura quindi non come uno stato immobile di valore assoluto, ma come una differenza di potenziale fra 2 stati, da uno peggiore a uno migliore. Per cui paradossalmente è più facile che una persona con meno risorse materiali provi felicità o gratitudine per piccoli piaceri, rispetto a chi è cresciuto nell’agio costante. Questo non significa che la povertà renda felici, ma che l’adattamento biochimico e la soglia di gratificazione cambiano profondamente in base all’ambiente e alle abitudini.
 
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