Mi è difficile spiegarti qualcosa che non ho proprio recepito. Diciamo che se colgo qualcosa che fa uscire la parola "migliore" mi sa di opportunità per migliorare me (che comunque non vuol dire copiare).
Ho trovato interessante quando hai parlato di "vivere con il virus" e non convivere. Quello che noto è che molti non ci vogliono proprio convivere (e ritengono che viverci sia accettare norme che porteranno alla dittatura), percui prima storia per il confinamento, ora che si esce storie per la mascherina, ma purtroppo il virus è ancora qua, non è che se n'è andato altrove. Non sarà facile portare d'estate la mascherina (ho provato una in tessuto -poliestere- e devo dire che rispetto alla chirurgica veramente non si respira) ma se da una parte non si vuole che siano rotte le palle a chi decide di non usarla (pure se ci sono le multe) d'altra parte rompe pure sentire sto coro continuo che si lamenta e rogna.
Riguardo il ridisegnare la vita in ogni suo settore, le città, i trasporti, ect. solo considerando il virus, dove dietro ogni ridisegnare ci sono soldi, e tanti, quando poi si dice che non ce n'è per nessuno sento un poco stridere. Uno dei grandi problemi che ci troveremo ad affrontare rimane quello dei cambiamenti climatici (mentre noi si discuteva del lockdown ci siamo fottuti un altro pezzo di foresta amazzonica), sarebbe forse da considerare. Si parla tanto di tecnologia, ad esempio ogni ragazzo dovrà avere un proprio computer, magari anche una stampante, spero allora si consideri di creare macchine che non siano dei macinini con la data di scadenza considerando che sarà una spesa di ogni italiano che figlia e una spesa per chi è anziano e non ne ha mai avuto necessità. Non so come si possa portare avanti una società basata sul consumo, sull'usa e getta, considerando a cosa andiamo incontro (a meno che non continuamo a fare negazionismo e di nuovo aspettiamo l'ennesima ecatombe e poi parliamo di cosa si doveva fare prima).
Grazie per la spiegazione
Condivido con te il grassetto, per me è uno dei parametri attraverso cui scelgo anche le mie frequentazioni.
O in una relazione c'è uno scarto, a qualunque livello di saperi (a partir da come si piantano le patate), o la relazione non mi è interessante.
Per quanto riguarda informazioni riguardo la prevenzione, hai colto esattamente il mio intento.
Ossia semplicemente dire, ma motivando il dire rifacendomi a fonti che servono a dare la possibilità di validazione dei contenuti per chi vuole.
per riflettere ulteriormente sulle misure di prevenzione (e l'ottica non è giusto o sbagliato)...questo è un documento del 2009
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1034_allegato.pdf
Le misure che sono state prescritte per il corona non sono una novità.
Sono state solamente adattate in base alle (poche) nuove informazioni su questo specifico virus.
Ci sono diversi documenti ufficiali (compresi quelli che erano sui tavoli istituzionali dal 2006 come minimo, se fai una ricerca li trovi) in cui sono spiegate norme e precauzioni e obblighi che sarebbero spettati ai governi.
Questo virus, dal punto di vista organizzativo, non è stato trattato in modo innovativo.
Per l'asiatica si sono usate le stesse misure eh (mascherine, distanziamento, chiusure. Mia zia ricorda uno stop alle scuole, non ho verificato i suoi ricordi potrebbe anche essere di no). AI tempi della peste si usava la quarantena, la chiusura dei confini, il confinamento dei malati.
Non ci siamo particolarmente evoluti da questo punto di vista.
L'impreparazione riguardo all'aspetto organizzativo che è emersa non è frutto di ignoranza.
E' frutto di incredulità e di pigrizia (volendo fare un complimento).
A partire dai governanti.
Non è una novità la situazione del sistema sanitario italiano.
Da nord a sud.
Ed è il motivo per cui era assolutamente prevedibile l'intasamento degli ospedali - vista la destrutturazione capillare della medicina di territorio -, era prevedibile l'impreparazione e
soprattutto la solitudine degli operatori sanitari (che pubblicamente possono fare alcune affermazioni ma fuor di orecchio di riflessioni a riguardo ne fanno eh...)
La situazione RSA è scandalosa da anni. (se non le si confonde con gli ospizi).
La delibera che ha portato i covid nelle rsa che hanno accettato il loro ingresso è datata 8 marzo (potrei sbagliare il giorno ma non il mese).
Quando l'ho letta sono saltata sulla sedia, e con me parecchi addetti ai lavori.
Tanto che alcuni direttori di RSA si sono organizzati per dare risposta ufficiale e concreta. Altri no.
Perchè porto queste informazioni?
Perchè sapere le cose significa poter fare con criticità costruttiva e non distruttiva. (giocar con i sassi, se ci sono solo sassi).
Non bersi le cazzate che ci stanno propinando
(a partire dal registro e dal metodo informativo e da nessun percorso trasformativo a riguardo) trasformandoci fondamentalmente in reagenti ai test mancanti.
Per esempio.
Che è poi strategia globale e storica, non solo italiana presente; quella mancanza di coordinamento più volte citata da
@spleen.
Io sono piuttosto convinta che la cittadinanza attiva sia esattamente questo.
Essere informati seriamente sul percorso decisionale (non solo le decisioni) che ci riguardano come cittadini.
Per poter fare scelte di conseguenza.
(sempre meno sono convinta della sua applicabilità generale).
Per esempio sto osservando amaramente divertita gli inni alla ripresa, al facciamo ripartire il paese.
E poi c'è gente che va in giro senza rispettare le ordinanze (probabilmente perchè neppure le conosce e legge il bigino invece dell'ordinanza) senza rendersi conto che al di là dei rischi sanitari mettono a rischio proprio la ripartenza cui inneggiano.
https://www.huffingtonpost.it/entry...c51646c5b676ef3c3e0f18?utm_hp_ref=it-homepage
questo dicono eh.
Se io vado in giro per bar senza mascherina, metto in difficoltà i gestori che rispondono delle misure applicate nel locale.
Lo metto a rischio dal punto di vista legale. E quindi anche dal punto di vista economico. E lo metto in difficoltà anche dal punto di vista relazionale: ossia metto un gestore in condizione di fare il controllore...bella roba per gli affari, no?
Questo è l'aspetto che ancora di più mi basisce nei comportamenti che vedo applicati intorno a me.
(mica mascherina sì o mascherina no, che è semmai un grimaldello per entrare in un discorso un tantinello più complesso e articolato).
A parole l'inno alla ripartenza. Tutti in avanti, via armiamoci e partiamo.
Nei fatti applicazione di comportamenti che tirano in direzione opposta.
Mettendo in difficoltà proprio chi si dichiara di voler aiutare.
E' schizofrenico.
E questa è anche un po' risposta alla seconda parte del tuo post, che condivido parecchio.
Uno stile di vita sostenibile non è soltanto comprare a km zero.
Quella è una azione importante, ma diviene apparenza se non è compreso il percorso che c'è dietro.
Di sostenibilità sociale in primis.
Non mi pare che si stiano aprendo fronti di discussione a partire dalle contingenze a riguardo.
Diffusamente.
A livello ambientale succederà probabilmente quel che è già successo (e anche qui non mancano le informazioni autorevoli).
https://www.internazionale.it/opinione/gabriele-crescente/2020/03/19/coronavirus-clima
Per quanto riguarda le mascherine...se posso permettermi, evita il poliestere.
(se vai a farti una ricerca veloce sul potere filtrante, meglio tagliarti un paio di jeans e costruirti da sola la mascherina, e poi c'è anche la questione della traspirazione che giustamente fai notare.)
Anche qui però diventa questione di raccolta informazioni.
Le mascherine ora come ora sono un business in cui si stan lanciando cani e porci in particolare chi disperatamente sta cercando nuovi sbocchi per non crollare (e io di questi non mi fido perchè non ci si improvvisa in queste cose e il farlo mi dice molto della testa di chi lo fa).
Ci sono anche quelli che però stan facendo seriamente, intraprendendo i percorsi di certificazione per esempio.
Ora come ora con le mascherine il rischio è di farsi più male che bene se non si è attenti (vista l'inattività di chi ci governa a riguardo).
Condivido con
@danny il fatto che usare acriticamente la mascherina, meglio tener la distanza e costruirsela a costo zero con un paio di jeans o con stoffe in cotone.