Quando c'è di mezzo il lavoro... cosa si fa?

Ulisse

Utente di lunga data
ho qualche dubbio per come l'ha raccontata.

Se però, anche a preservativo indossato, si è tirata indietro e lui ha continuato allora si che è stupro.
Ogni donna ha il diritto di cambiare idea in qualsiasi momento e va rispettata all'istante.
Diversamente, è stupro.
Pochi giri di parole.
 

JON

Utente di lunga data
ho qualche dubbio per come l'ha raccontata.

Se però, anche a preservativo indossato, si è tirata indietro e lui ha continuato allora si che è stupro.
Ogni donna ha il diritto di cambiare idea in qualsiasi momento e va rispettata all'istante.
Diversamente, è stupro.
Pochi giri di parole.
Lo stupro, se proprio vogliamo parlarne in questi termini, ci può stare.
Di solito lo si associa ad una forma di prevaricazione principalmente di carattere fisico, ma qui, o perlomeno in casi come questo, è anche peggio. Perché qui la prevaricazione inizia sin da subito in un rapporto, che diviene presto confidenziale, dove lei da subalterna addirittura arriva a dubitare dei riconoscimenti sulla bravura del suo operato temendo che in realtà fossero falsi e opportunisti. La sottomissione qui inizia ben presto e pur non essendo di natura fisica è ben peggiore perché psicologia. Finire in una trappola simile non è poi così difficile come si possa pensare, sono i timori e il quieto vivere che fanno il gioco del lavoro sporco. Non a caso lei dice di aver ben presente come il tizio possa essere ostile quando taluni non gli vanno a genio, allo stesso modo l'adulazione che riserva a lei si chiama manipolazione. Può sembrare strano che l'abbia snobbata quando apparentemente si è ritirato, invece anche lì l'aveva in pugno, tanto che quando si sono sfortunatamente incrociati di nuovo usa un atteggiamento diametralmente opposto da "amicone" come nulla fosse. Cioè, ditemi, come so chiama questa roba.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Lo stupro, se proprio vogliamo parlarne in questi termini, ci può stare.
Di solito lo si associa ad una forma di prevaricazione principalmente di carattere fisico, ma qui, o perlomeno in casi come questo, è anche peggio. Perché qui la prevaricazione inizia sin da subito in un rapporto, che diviene presto confidenziale, dove lei da subalterna addirittura arriva a dubitare dei riconoscimenti sulla bravura del suo operato temendo che in realtà fossero falsi e opportunisti. La sottomissione qui inizia ben presto e pur non essendo di natura fisica è ben peggiore perché psicologia. Finire in una trappola simile non è poi così difficile come si possa pensare, sono i timori e il quieto vivere che fanno il gioco del lavoro sporco. Non a caso lei dice di aver ben presente come il tizio possa essere ostile quando taluni non gli vanno a genio, allo stesso modo l'adulazione che riserva a lei si chiama manipolazione. Può sembrare strano che l'abbia snobbata quando apparentemente si è ritirato, invece anche lì l'aveva in pugno, tanto che quando si sono sfortunatamente incrociati di nuovo usa un atteggiamento diametralmente opposto da "amicone" come nulla fosse. Cioè, ditemi, come so chiama questa roba.
Io avrei un nome per quello che farei ad un tipo del genere. :cool:
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
ho qualche dubbio per come l'ha raccontata.

Se però, anche a preservativo indossato, si è tirata indietro e lui ha continuato allora si che è stupro.
Ogni donna ha il diritto di cambiare idea in qualsiasi momento e va rispettata all'istante.
Diversamente, è stupro.
Pochi giri di parole.
Lo stupro c'entra praticamente nulla col sesso e praticamente tutto col potere.

Lo stupro non è semplicemente un cazzo a forza nella figa o in culo. O l'uso di strumenti per penetrazioni forzate.

Lo stupro è imposizione del potere, ANCHE attraverso il cazzo e la figa.
Ma il cazzo e la figa sono semplicemente strumenti. Non hanno una valenza strettamente sessuale.

E la penetrazione, semplificando di molto è l'atto finale.
L'atto che fa prendere consapevolezza del percorso attraverso cui si è giunti lì.

Che poi, la legge si limiti a punire l'atto della penetrazione forzata è una riduzione legata alla storia dell'abuso del potere.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Io lo so cosa intendi, e di solito sarebbe la via più diretta ed efficace.

Già.

Ma non in questo e in molti altri casi come questo.
Purtroppo, dice una me, per fortuna risponde l'altra.

Però quando leggo di queste cose mi sale il veleno :)

EDIT: senza arrivare alle vie dirette, in ogni caso, oggi come oggi, con un minimo di strategia si può rivoltare la manipolazione.
Certo...serve vedere il percorso di manipolazione e riconoscersi come vittima.

E penso che in questa narrazione uno dei fulcri sia esattamente questo.
Lei non si riconosce come vittima.

Lei si riconosce come colpevole.

Ed è un problema annoso.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
in sala mensa c'è la crocifissione su croce di Sant'Andrea.

il concetto di consenso resterà sempre uno sconosciuto, tocca prenderne atto
Non rovinarmi gli immaginari sulla Croce di Sant'Andrea. :mad::mad:

Riguardo a quel sempre...faccio il calabrone! :p
 

JON

Utente di lunga data
Già.

Ma non in questo e in molti altri casi come questo.
Purtroppo, dice una me, per fortuna risponde l'altra.

Però quando leggo di queste cose mi sale il veleno :)

EDIT: senza arrivare alle vie dirette, in ogni caso, oggi come oggi, con un minimo di strategia si può rivoltare la manipolazione.
Certo...serve vedere il percorso di manipolazione e riconoscersi come vittima.

E penso che in questa narrazione uno dei fulcri sia esattamente questo.
Lei non si riconosce come vittima.

Lei si riconosce come colpevole.

Ed è un problema annoso.
Esattamente, non ancora realizza pienamente di essere sottomessa. Tuttavia il suo malessere parla per lei.
 

Ulisse

Utente di lunga data
Lo stupro c'entra praticamente nulla col sesso e praticamente tutto col potere.

Lo stupro non è semplicemente un cazzo a forza nella figa o in culo. O l'uso di strumenti per penetrazioni forzate.

Lo stupro è imposizione del potere, ANCHE attraverso il cazzo e la figa.
Ma il cazzo e la figa sono semplicemente strumenti. Non hanno una valenza strettamente sessuale.

E la penetrazione, semplificando di molto è l'atto finale.
L'atto che fa prendere consapevolezza del percorso attraverso cui si è giunti lì.

Che poi, la legge si limiti a punire l'atto della penetrazione forzata è una riduzione legata alla storia dell'abuso del potere.
mai pensato di circoscrivere lo stupro al mero atto penetrativo.
Parte sempre molto prima.
Quando si esprime un qualsiasi potere coercitivo.
Che sia di natura fisica, lavorativa, gerarchica.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
mai pensato di circoscrivere lo stupro al mero atto penetrativo.
Parte sempre molto prima.
Quando si esprime un qualsiasi potere coercitivo.
Che sia di natura fisica, lavorativa, gerarchica.
è in prima battuta un atto di predazione
 

JON

Utente di lunga data
spero non vi riferite alla legge del taglione o a qualsiasi altra forma di violenza
Non proprio, ma il moto di reazione che istiga a modi più diretti non è certamente improntato al pan per focaccia. Come poi faceva notare @ipazia si tratta di un impulso istintivo, lecito aggiungo, che lascia spazio presto ad una più conveniente razionalità. Però quell'impulso risulta utile ad agire in qualche modo ed è l'elemento che servirebbe a @serena78 per rendersi conto concretamente della sua posizione di vittima inconsapevole. Il punto di inizio.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
spero non vi riferite alla legge del taglione o a qualsiasi altra forma di violenza
@JON ti ha già risposto e condivido ogni singola parola.

Io aggiungo semplicemente che quel moto profondo a cui faccio riferimento è il combattere, impulsivo, non mediato. Istinto vitale.
Questione annosa...moto riservato al maschile, il combattere.
Se non ricordo male, fra il serio ed il faceto, se ne era scritto anche fra me e te, quando suggerivo che gli uomini insegnassero alle donne, quel moto. :)

Che sì, se non governato potrebbe benissimo risolversi in violenza e finire nel pan per focaccia.

Firmo col sangue il fatto che se si finisce prede di quel moto, non solo si cristallizza la violenza in sè ma la si nutre.
Non semplicemente rivolta all'altro, ma finendo in un gioco di specchi depersonalizzante.

Ecco perchè sottolineavo che una me afferma "per fortuna".
Ma serve anche la parte che afferma "purtroppo". Perchè quello è un moto impulsivo fondamentale.

Specialmente per le donne.

Se conosciuto , e non negato, può esser trasformato in azione razionale e pragmatica.

Se disconosciuto e represso...diventa quello che si vede spesso.

Anche in affermazioni del tipo "non vorrei il conflitto", piuttosto che in quelle in cui si lega il proprio valore, anche lavorativo, alla sessualità manifestata...o più spesso "strappata".
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
mai pensato di circoscrivere lo stupro al mero atto penetrativo.
Parte sempre molto prima.
Quando si esprime un qualsiasi potere coercitivo.
Che sia di natura fisica, lavorativa, gerarchica.
Sì.

Come dici, il potere coercitivo è espressione e già per certi versi intellettualizzazione, anche socialmente riconosciuta fra l'altro (la colpevolizzazione, il non si è saputa tirare indietro, la profumiera, l'uomo deciso etc etc )

Quel che vien prima riguarda l'appropriazione di un oggetto.
E prima ancora la spersonalizzazione, l'Oltre l'oggettivazione dell'altro.

Lo stupro è una visione.

Di una preda che ha come unico scopo essere preda, è spogliata e negata, imposta ad essere altro da ciò che è fino ad arrivare all'annullamento della volontà. Nel paradosso dell'esistenza nell'inesistenza.
In quella visione la preda fa la preda, e nutre l'istinto predatorio.

Ecco perchè mi rifaccio spesso al moto del combattere.
A prescindere dal combattere in sè.

Le prede non combattono. Anche quando potrebbero farlo.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Esattamente, non ancora realizza pienamente di essere sottomessa. Tuttavia il suo malessere parla per lei.
Concordo sul grassetto.


Io userei vittima, al posto di sottomessa.

Mi spiace l'uso di sottomessa.
La sottomissione implicherebbe una volontà da parte di chi si sottomette.
E un piacere in quella volontà.
Oltre che, romanticamente, anche un affidamento e uno scambio.

Ma soprattutto, se sottomissione è cedere il potere, allora prima ancora per poterlo cedere serve averlo.

Preferisco vittima, che semplificando è la rappresentazione dello strappare di dosso una qualsiasi forma di potere attraverso l'annullamento della volontà.
che lo si faccia attraverso la manipolazione o attraverso atti più fisici. Il movimento è quello.

Nello stupro non penso si ricerchi la sottomissione...se non nella accezione più arcaica.
E forse neppure in quella...perchè in quella c'era comunque uno scambio di protezione. Di un qualche tipo.

Non so se son riuscita a spiegare.
 
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