Quel desiderio immenso di tradire

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biancoenero

Utente di lunga data
io non faccio la moralista;ognuno sceglie da se' cosa fare nella vita e ne accetta le conseguenze...tradire significa mancare di rispetto agli altri,a chi crede in noi e si fida di noi...ma alllora nesuno rispetta nessuno?O il rispetto in questo senso non è piu considerato un valore importante?Se ci sono tanti traditori e altrettanti traditi vuol dire forse che la concezione di rispetto è cambiata?O si pensa per primi al proprio rispetto,e dopo a quello degli altri?Io tradisco,quindi..non ho rispetto;se ho rispetto dell'altro gli dico tutto oppure lo lascio per fare cio' che mi pare...eppure ci sono tanti divorzi in giro,ma non per una questione di rispetto verso il nostro compagno ma perchè in un modo o nell'altro non tolleriamo piu vivergli accanto...chi tradisce non pensa al rispetto altrui,e non smette di tradire per il rispetto....oggi ho confessato ad un mio caro amico il mio tradimento,e ho sbagliato,perchè lui è il classico tipo che crede nel rispetto assoluto per chi ci sta accanto...me ne ha dette di tutti i colori;non mi aspettavo mi dicesse "brava" ma speravo che capisse il mio punto di vista,pur non condividendolo...invece mi ha caricato di definizioni poco carine che mi hanno fatto male...se neanche i nostri amici ci capiscono e su un forum del genere veniamo criticati cosa dobbiamo fare?tenerci tutto dentro?
 

AnnaBlume

capziosina random
Naaaahhh :D Per me con un semplice Pisellami tutta (cit e voglio vedere chi la coglie) porti il risultato a casa :D
google recita: Ben Stiller, Lo Spaccacuori. C'ha preso?
 

Sbriciolata

Escluso
dedicato ad AristiPippo

Passer, deliciae meae puellae,
quicum ludere, quem in sinu tenere,
cui primum digitum dare appetenti
et acris solet incitare morsus,
cum desiderio meo nitenti
karum nescio quid libet iocari
et solaciolum sui doloris,
credo ut tum gravis acquiescat ardor:
tecum ludere sicut ipsa possem
et tristis animi levare curas!

Il passero, delizia della mia fanciulla,
con cui suole giocare, e tenerlo in seno,
ed a lui bramoso dare la punta del dito
ed eccitare focosi morsi,
quando alla mia splendida malinconia
piace scherzare a non so che di caro
e piccolo sollievo del suo dolore,
credo perché allora s'acquieti il forte ardore:
teco potessi come lei giocare
ed alleviare le tristi pene del cuore!
Catullo.
 

AnnaBlume

capziosina random

AnnaBlume

capziosina random
Passer, deliciae meae puellae,
quicum ludere, quem in sinu tenere,
cui primum digitum dare appetenti
et acris solet incitare morsus,
cum desiderio meo nitenti
karum nescio quid libet iocari
et solaciolum sui doloris,
credo ut tum gravis acquiescat ardor:
tecum ludere sicut ipsa possem
et tristis animi levare curas!

Il passero, delizia della mia fanciulla,
con cui suole giocare, e tenerlo in seno,
ed a lui bramoso dare la punta del dito
ed eccitare focosi morsi,
quando alla mia splendida malinconia
piace scherzare a non so che di caro
e piccolo sollievo del suo dolore,
credo perché allora s'acquieti il forte ardore:
teco potessi come lei giocare
ed alleviare le tristi pene del cuore!
Catullo.
troppo malinconica e troppo aulica, ce la tira in faccia...
 

AnnaBlume

capziosina random
[SIZE=+3]La sposa infedele[/SIZE]​
[SIZE=+3]La casada infiel[/SIZE]​
E io me la portai al fiume
credendo che fosse ragazza,
invece aveva marito.

Fu la notte di S. Giacomo
e quasi per compromesso
si spensero i lampioni
e si accesero i grilli.
Dopo l'ultima curva
toccai i suoi seni addormentati,
e mi si aprirono subito
come rami di giacinti.
L'amido della sua sottana
mi suonava nell'orecchio,
come una pezza di seta
lacerata da dieci coltelli.

Senza luce d'argento sulle loro cime
sono cresciuti gli alberi,
e un orizzonte di cani
latra molto lontano dal fiume.

Passati i rovi,
i giunchi e gli spini,
sotto la chioma dei suoi capelli
feci una buca nella sabbia.
Io mi levai la cravatta.
Lei si levò il vestito.
Io il cinturone con la pistola.
Lei i suoi quattro corpetti.
Né tuberose né chiocciole
hanno la pelle tanto sottile,
né cristalli sotto la luna
risplendono con questa luce.

Le sue cosce mi sfuggivano
come pesci sorpresi,
metà piene di fuoco,
metà piene di freddo.
Quella notte percorsi
il migliore dei cammini,
sopra una puledra di madreperla
senza briglie e senza staffe.

Non voglio dire, da uomo,
le cose che lei mi disse.
La luce della ragione
mi fa essere molto discreto.
Sporca di baci e sabbia,
la portai via dal fiume.
Con l'aria si battevano
le spade dei gigli.

Mi comportai da quello che sono.
Come un gitano autentico.
Le regalai un tavolino da lavoro
grande di raso paglierino,
e non volli innamorarmi
perchè avendo marito
mi disse che era ragazza
quando la portavo al fiume.

Y yo que me la lleve al río
creyendo que era mozuela,
pero tenía marido.

Fue la noche de Santiago
y casi por compromiso.
Se apagaron los faroles
y se encendieron los grillos.
En las últimas esquinas
toque sus pechos dormidos,
y se me abrieron de pronto
como ramos de jacintos.
El almidón de su enagua
me sonaba en el oído
como una pieza de seda
rasgada por diez cuchillos.

Sin luz de plata en sus copas
los árboles han crecido
y un horizonte de perros
ladra muy lejos del río.

Pasadas las zarzamoras,
los juncos y los espinos,
bajo su mata de pelo
hice un hoyo sobre el limo.
Yo me quité la corbata.
Ella se quito el vestido.
Yo, el cinturón con revólver.
Ella, sus cuatro corpiños.
Ni nardos ni caracolas
tienen el cutis tan fino,
ni los cristales con luna
relumbran con ese brillo.

Sus muslos se me escapaban
como peces sorprendidos,
la mitad llenos de lumbre,
la mitad llenos de frío.
Aquella noche corrí
el mejor de los caminos,
montado en potra de nácar
sin bridas y sin estribos.

No quiero decir, por hombre,
las cosas que ella me dijo.
La luz del entendimiento
me hace ser muy comedido.
Sucia de besos y arena,
yo me la llevé del río.
Con el aire se batían
las espadas de los lirios.

Me porté como quien soy.
Como un gitano legítimo.
Le regalé un costurero
grande, de raso pajizo,
y no quise enamorarme
porque teniendo marido
me dijo que era mozuela
cuando la llevaba al río.



(Garcia Lorca)
 

Nicka

Capra Espiatrice
Passer, deliciae meae puellae,
quicum ludere, quem in sinu tenere,
cui primum digitum dare appetenti
et acris solet incitare morsus,
cum desiderio meo nitenti
karum nescio quid libet iocari
et solaciolum sui doloris,
credo ut tum gravis acquiescat ardor:
tecum ludere sicut ipsa possem
et tristis animi levare curas!

Il passero, delizia della mia fanciulla,
con cui suole giocare, e tenerlo in seno,
ed a lui bramoso dare la punta del dito
ed eccitare focosi morsi,
quando alla mia splendida malinconia
piace scherzare a non so che di caro
e piccolo sollievo del suo dolore,
credo perché allora s'acquieti il forte ardore:
teco potessi come lei giocare
ed alleviare le tristi pene del cuore!
Catullo.
Catullo quando si impegna può fare di meglio! :D
 

Sbriciolata

Escluso
troppo malinconica e troppo aulica, ce la tira in faccia...
ok, vado giù dura:

Adeste, hendecasyllabi, quot estis
omnes undique, quotquot estis omnes.
Iocum me putat esse moecha turpis
et negat mihi nostra reddituram
pugillaria, si pati potestis.
Persequamur eam, et reflagitemus.
Quae sit, quaeritis: illa, quam videtis
turpe incedere, mimice ac moleste
ridentem catuli ore Gallicani.
Circumsistite eam, et reflagitate:
'Moecha putida, redde codicillos,
redde, putida moecha, codicillos'.
Non assis facis? O lutum, lupanar,
aut si perditius potest quid esse.
Sed non est tamen hoc satis putandum.
Quod si non aliud potest, ruborem
ferreo canis exprimamus ore.
Conclamate iterum altiore voce:
'Moecha putida. redde codicillos,
redde, putida moecha, codicillos'.
Sed nil proficimus, nihil movetur.
Mutanda est ratio modusque nobis,
si quid proficere amplius potestis:
'Pudica et proba, redde codicillos'.
 
Stato
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