Divì
Utente senza meta
Questo e' il vero dono della sintesi!In pratica a te piace il mezzo più che il messaggio in sè.
Questo e' il vero dono della sintesi!In pratica a te piace il mezzo più che il messaggio in sè.
In pratica a te piace il mezzo più che il messaggio in sè.
Jb ha il dono della sintesi non oltre sintetizzabile. Dissacrando priva degli orpelli e arriva al nucleo irredimibile, quello nascosto, la verita' nucleare che, se fosse nuda e cruda, sarebbe cosi'. Per fortunala verita' poi si nutre e si veste e si accudisce e giustamente diventastoria piu' articolata, ma il suo e' un altro modo di additare la commedia umana.Questo e' il vero dono della sintesi!
In media io quando leggo cerco concetti. Gli esercizi di stile francemente non mi interessano. E puttanate tipo "nonsense della commedia umana" scritte da chi non solo ne è parte integrante ma anche una di quelle parti che la rendono, eventualmente, grottesca mi fa pure abbastanza schifo. Parlo di Rabarbaro e non di te.Che il messaggio del clamoroso nonsense della commedia umana spiazzi puo' frastornare e quindi non piacere; in questo caso il mezzo lo trovo in qualche modo formidabile. Ricorrere a metafore come "la gozzoviglia delle svenevolezze" ,o, spingendosi nel collegamento botanico per rappresentare certi comportamenti, dire "sfoderare il platano" o "arieggiare la petunia", mi pare un omaggio di collegamento trasversale al mondo-universo, per quanto valoroso o barbino e spesso incomprensibile come le sue locuzioni sia. E mi piace, si'.
E quindi preferisci la leggenda al fatto. Basta che sia orpellata a tuo gradimento.Jb ha il dono della sintesi non oltre sintetizzabile. Dissacrando priva degli orpelli e arriva al nucleo irredimibile, quello nascosto, la verita' nucleare che, se fosse nuda e cruda, sarebbe cosi'. Per fortunala verita' poi si nutre e si veste e si accudisce e giustamente diventastoria piu' articolata, ma il suo e' un altro modo di additare la commedia umana.
Concordo. E concordo anche che quel che si mette in scena qui alla fin fine e' piu' spesso commedia che tragedia....Jb ha il dono della sintesi non oltre sintetizzabile. Dissacrando priva degli orpelli e arriva al nucleo irredimibile, quello nascosto, la verita' nucleare che, se fosse nuda e cruda, sarebbe cosi'. Per fortunala verita' poi si nutre e si veste e si accudisce e giustamente diventastoria piu' articolata, ma il suo e' un altro modo di additare la commedia umana.
Ma no, sto dicendo che fatti e leggende mi piacciono orpellati e anche deprivati brutalmente dagli orpelli, come accade nel tuo caso. Nel tuo caso spesso non e' mero insulto (quando sei in forma), nel caso di Rabarbaro non l'ho mai trovato mero orpello, anzi.E quindi preferisci la leggenda al fatto. Basta che sia orpellata a tuo gradimento.
Lo credo ti esprimi quasi come lui , ci arzigogolate sopra ma come dimo a roma e penso anche tu " ma parla come magni"!!!!!!!!!Ma no, sto dicendo che fatti e leggende mi piacciono orpellati e anche deprivati brutalmente dagli orpelli, come accade nel tuo caso. Nel tuo caso spesso non e' mero insulto (quando sei in forma), nel caso di Rabarbaro non l'ho mai trovato mero orpello, anzi.
secondo me, parlando in generale, se invece ci si mette anche il narratore nella commedia umana, ovvero se ride anch'egli di se stesso cogliendo le bizzarrie dei casi della vita, il risultato può rimanere grottesco ma apprezzabilissimoIn media io quando leggo cerco concetti. Gli esercizi di stile francemente non mi interessano. E puttanate tipo "nonsense della commedia umana" scritte da chi non solo ne è parte integrante ma anche una di quelle parti che la rendono, eventualmente, grottesca mi fa pure abbastanza schifo. Parlo di Rabarbaro e non di te.
A) io sono sempre in forma (...) e B) Rabarbaro è tutto orpello, dove tutto vuol dire proprio tutto.Ma no, sto dicendo che fatti e leggende mi piacciono orpellati e anche deprivati brutalmente dagli orpelli, come accade nel tuo caso. Nel tuo caso spesso non e' mero insulto (quando sei in forma), nel caso di Rabarbaro non l'ho mai trovato mero orpello, anzi.
Non nello specifico di Rabarbaro, no. Eventualmente. Se poi parliamo in generale ovvio che è come dici tu.secondo me, parlando in generale, se invece ci si mette anche il narratore nella commedia umana, ovvero se ride anch'egli di se stesso cogliendo le bizzarrie dei casi della vita, il risultato può rimanere grottesco ma apprezzabilissimo
E se deve vede' in effetti come magno ioLo credo ti esprimi quasi come lui , ci arzigogolate sopra ma come dimo a roma e penso anche tu " ma parla come magni"!!!!!!!!!
Ma ti ha appena scritto "parla come magni", su. Tu non magni mica così. Innominata alla fine il bandolo della matassa dei discorsi di Rabararo è, al più, risibile nove volte su dieci di quell'una in cui lo leggo. La fiera dell'ovvio. Quindi ne deduco che oltre a piacerti gli orpelli ti titillano anche le ovvietà, dove per ovvietà intendo superficialità assortite che non necessiterebbero per loro stessa, intrinseca natura, di chissà quale paradigma esplicativo.E se deve vede' in effetti come magno io, potrei nutrirmi di membrane di pipistrello
. Il bello è che ognuno ricorre al proprio corredo biologico, biografico, culturale, storico, sensoriale, affettivo ecc. per dire quello che vuole o vorrebbe dire...c'è chi ci arriva per vie traverse, chi per direttissima, chi andando a ritroso recuperando a grandi braccia tutto quello che trova e ritrova, chi spigolando, chi riprendendo un libro, chi bevendo birra e chi tisane di finocchio. Nessun modo è meglio o peggio (io, per esempio, potrei avere, e parlo del mio e solo mio caso, una iperlessicalità autistica, visto che nei geni ho dei mescoloni
), ma nel caso di Rabarbaro se ti dai la pena di sbrogliare il gomitolo, dipanare la sintassi, scostare a destra e a manca come quando entri in una soffitta e ti meravigli di quanta roba sempre dotata di vita autonoma c'è anche se sembra un casino, il bandolo lo trovi. Mi dirai, e quanta fatica devo fare a fare tutte 'ste ricognizioni qua e là per andare a scovare il bandolo? Be', ma se ci pensi (tu ipotetico) nella vita più o meno fai questo. I nonsense e le ridde e le sarabande e i mulinelli in cui spesso non capiamo un ca... ci sono e lui li rappresenta, anche nel loro grottesco e sovrastrutturato, e il modo in cui li rappresenta a me fa piacere:up:.
Sì, le ovvietà mi piacciono, specialmente se illuminate (vengono illuminate). Alla fin fine l'ovvio è una struttura portante mica di trascurabili proporzioni nel mondo. Se per illuminarlo o additarlo o dissacrarlo si usano le luminarie ben venga, poi c'è chi per rappresentare l'ovvio spegne la luce sulle bardature e sugli ammennicoli umani che ci sono sopra e intorno come fai tu, per lasciare l'ovvio tremolante e spogliato delle umane carabattole (egregiamente rappresentate e descritte da Rabarbaro invece) alla luce di uno stoppino, ma è un sistema stilistico-espressivo diverso lontano dalla "superficialità".Ma ti ha appena scritto "parla come magni", su. Tu non magni mica così. Innominata alla fine il bandolo della matassa dei discorsi di Rabararo è, al più, risibile nove volte su dieci di quell'una in cui lo leggo. La fiera dell'ovvio. Quindi ne deduco che oltre a piacerti gli orpelli ti titillano anche le ovvietà, dove per ovvietà intendo superficialità assortite che non necessiterebbero per loro stessa, intrinseca natura, di chissà quale paradigma esplicativo.
Non fa nienteNon nello specifico di Rabarbaro, no. Eventualmente. Se poi parliamo in generale ovvio che è come dici tu.
Non nello specifico di Rabarbaro, no. Eventualmente. Se poi parliamo in generale ovvio che è come dici tu.
Ti amo.boh, non è mica detto, ad es. lui potrebbe essere uno dei protagonisti, autooccultatosi, della commedia, oppure di fatti analoghi che gliela ricordano, chissà...ci sarebbe una logica
Quoto, soprattutto il neretto.E se deve vede' in effetti come magno io, potrei nutrirmi di membrane di pipistrello
. Il bello è che ognuno ricorre al proprio corredo biologico, biografico, culturale, storico, sensoriale, affettivo ecc. per dire quello che vuole o vorrebbe dire...c'è chi ci arriva per vie traverse, chi per direttissima, chi andando a ritroso recuperando a grandi braccia tutto quello che trova e ritrova, chi spigolando, chi riprendendo un libro, chi bevendo birra e chi tisane di finocchio. Nessun modo è meglio o peggio (io, per esempio, potrei avere, e parlo del mio e solo mio caso, una iperlessicalità autistica, visto che nei geni ho dei mescoloni
), ma nel caso di Rabarbaro se ti dai la pena di sbrogliare il gomitolo, dipanare la sintassi, scostare a destra e a manca come quando entri in una soffitta e ti meravigli di quanta roba sempre dotata di vita autonoma c'è anche se sembra un casino, il bandolo lo trovi. Mi dirai, e quanta fatica devo fare a fare tutte 'ste ricognizioni qua e là per andare a scovare il bandolo? Be', ma se ci pensi (tu ipotetico) nella vita più o meno fai questo. I nonsense e le ridde e le sarabande e i mulinelli in cui spesso non capiamo un ca... ci sono e lui li rappresenta, anche nel loro grottesco e sovrastrutturato, e il modo in cui li rappresenta a me fa piacere:up:.