Referendum

danny

Utente di lunga data
Io invece apprezzo il quorum.

Secondo me ha un significato ben preciso: è stato messo lì per garantire che l'istituto del referendum sia usato solo per grandi temi etici sui quali chiunque si può esprimere e non per piccoli codicilli, spesso molto tecnici, sui quali si deve esprimere il legislatore. Il quorum è pertanto un monito a non abusare dei referendum, e ben venga, perché anche così se ne abusa già.

Considera inoltre che chi vuole che vinca il No fa comunque un azzardo: è vero che sfrutta il non voto che fisiologicamente c'è sempre, però è anche vero che se il quorum viene superato di poco allora tutta la gente che non è andata a votare per sostenere il No, di fatto può aver paradossalmente favorito il Sì: se il sì vince di poco, i voti che non ha avuto il no causa "astensione furba" diventano determinanti. È quindi molto rischioso fare campagna per l'astensione ed è già successo che qualcuno si sia scottato.

Quello che invece andrebbe modificato è il limite necessario per promuovere un referendum: raccogliere 500.000 aveva un senso nel 1945, quando in Italia c'erano 40.000.000 di persone e la raccolta andava fatta a mano e con scarsa pubblicità.
Adesso, con 60.000.000 di persone e i mezzi moderni, chiunque è in grado di raccogliere 500.000 firme per qualsiasi stupidaggine.

Per restituire dignità al referendum bisognerebbe quindi, IMHO, aumentare (e di parecchio!) il numero di firme necessarie per proporlo.
Questo mi trova d'accordo. Eviterebbe la strumentalizzazione del referendum.
A parte ciò, in questo caso l'azzardo per chi fa politica a un certo livello non c'era.
Non avevo dubbi nemmeno io sul fatto che facesse numeri bassi e non sono nessuno.
 

cipolino

Utente di lunga data
Però il principio è che una minoranza di persone non può abrogare una norma approvata da una maggioranza parlamentare, sarebbe del tutto destabilizzante
Secondo me non è questo il principio alla base del quorum.
Chi non vota semplicemente se ne lava le mani e lascia che siano gli altri a decidere: non ha pertanto diritto di lamentarsi e non c'è niente di destabilizzante nel fatto che siano gli altri a decidere, se qualcuno non si mostra interessato a decidere.

Il punto è proprio quello che dicevo: riesci a immaginare il diluvio di referendum che verrebbero proposti se non ci fosse il quorum? Sarebbe il delirio totale. Ma proprio un delirio delirante...
 

cipolino

Utente di lunga data
Questo mi trova d'accordo. Eviterebbe la strumentalizzazione del referendum.
A parte ciò, in questo caso l'azzardo per chi fa politica a un certo livello non c'era.
Non avevo dubbi nemmeno io sul fatto che facesse numeri bassi e non sono nessuno.
Sì, l'azzardo c'era: pensa se il quorum si fosse raggiunto al 51% e al quesito sulla cittadinanza avesse vinto il Sì per il 60%.

È chiaro che in questo caso la volontà popolare, teoricamente, sarebbe stata per il no, però tutti si sarebbero dovuti prendere il sì, zitti e mosca.
È stato un grande azzardo, secondo me.
 

danny

Utente di lunga data
Sì, l'azzardo c'era: pensa se il quorum si fosse raggiunto al 51% e al quesito sulla cittadinanza avesse vinto il Sì per il 60%.

È chiaro che in questo caso la volontà popolare, teoricamente, sarebbe stata per il no, però tutti si sarebbero dovuti prendere il sì, zitti e mosca.
È stato un grande azzardo, secondo me.
Credo che chi fa politica abbia il polso della situazione.
Il referendum sulla cittadinanza era osteggiato in maggioranza.
Quello sul lavoro interessa una parte importante ma non consistente dei lavoratori.
L'avere alle spalle la sinistra, l'unica componente politica che ha legittimato l'ascesa di una destra moscia altrimenti destinata all'oblio, poi garantiva numeri limitati.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sì, l'azzardo c'era: pensa se il quorum si fosse raggiunto al 51% e al quesito sulla cittadinanza avesse vinto il Sì per il 60%.

È chiaro che in questo caso la volontà popolare, teoricamente, sarebbe stata per il no, però tutti si sarebbero dovuti prendere il sì, zitti e mosca.
È stato un grande azzardo, secondo me.
Ma non era un argomento da referendum in quella forma.
 

Nono

Utente di lunga data
C'è una ragione del perché il quorum non può essere sotto il 50%, come correttamente previsto in costituzione.
Infatti, è il parlamento la sede preposta a legiferare.
Il referendum è uno strumento che ha lo scopo di abrogare o deliberare un decreto legge sostenuto dal parlamento.
Essendo che il parlamento è eletto dai cittadini, per poter intervenire su una legge è necessario il consenso o dissenso del 50% + 1 dei votanti, che disconosca le decisioni del parlamento che già dovrebbe essere rappresentanza della maggioranza.

Astenersi al voto è come sostenere che l'argomento posto non è materia di consultazione popolare, ma la responsabilità decisionale è stata già delegata alla sede preposta a tali scelte, spesso troppo tecniche per essere correttamente comprese al di là della mera propaganda.
 
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ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Secondo me non è questo il principio alla base del quorum.
Chi non vota semplicemente se ne lava le mani e lascia che siano gli altri a decidere: non ha pertanto diritto di lamentarsi e non c'è niente di destabilizzante nel fatto che siano gli altri a decidere, se qualcuno non si mostra interessato a decidere.

Il punto è proprio quello che dicevo: riesci a immaginare il diluvio di referendum che verrebbero proposti se non ci fosse il quorum? Sarebbe il delirio totale. Ma proprio un delirio delirante...
Esatto e le norme del parlamento sarebbero continuamente messe in discussione da qualche influencer che può raccogliere un sufficiente numero di pecoroni
 

cipolino

Utente di lunga data
C'è una ragione del perché il quorum non può essere sotto il 50%, come correttamente previsto in costituzione.
Infatti, è il parlamento la sede preposta a legiferare.
Il referendum è uno strumento che ha lo scopo di abrogare o deliberare un decreto legge sostenuto dal parlamento.
Essendo che il parlamento è eletto dai cittadini, per poter intervenire su una legge è necessario il consenso o dissenso del 50% + 1 dei votanti, che disconosca le decisioni del parlamento che già dovrebbe essere rappresentanza della maggioranza.

Astenersi al voto è come sostenere che l'argomento posto non è oggetto di consultazione popolare, ma la responsabilità decisionale è stata già delegata alla sede preposta a tali scelte, spesso troppo tecniche per essere correttamente comprese al di là della mera propaganda.

Un referendum è valido se vota almeno il 50% +1 degli aventi diritto.

In tal caso, il referendum abroga la legge di cui parla se almeno il 50% dei VOTI ESPRESSI è sì.

Nel caso limite in cui vota la metà degli elettori e la metà di questi dice sì, la legge viene abrogata, in modo perfettamente legittimo, con un consenso che è del 25% (più uno) dei potenziali elettori.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Un referendum è valido se vota almeno il 50% +1 degli aventi diritto.

In tal caso, il referendum abroga la legge di cui parla se almeno il 50% dei VOTI ESPRESSI è sì.

Nel caso limite in cui vota la metà degli elettori e la metà di questi dice sì, la legge viene abrogata, in modo perfettamente legittimo, con un consenso che è del 25% (più uno) dei potenziali elettori.
Quindi non viene nemmeno discusso in parlamento? Si abroga e basta? Casso non smetto mai di imparare! 👍
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
ripropongo, pare che le idee siano confuse


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