Renzi resto fino al si alla manovra

Nobody

Utente di lunga data
http://www.repubblica.it/politica/2...o_questa_arma_a_grillo_-153542718/?ref=HREA-1

Poi legge elettorale ( semore si mettano d'accordo ) e voto presumibilmente a febbraio
intanto l'emergenza è l'italicum e le banche
Restare per chiudere la finanziaria è il minimo. Sarebbe stato folle il contrario... dubito che gli concedano di andare al voto così presto, anche se sarebbe la scelta migliore per tutti. Ma bisogna fare una legge elettorale anche per il Senato che garantisca una maggioranza finalmente omogenea tra le due camere. E poi vinca chi vinca, si governi!
Un altro anno di governicchio tecnico (magari a guida Padoan teleguidato dalla Merkel) e la gente poi voterà pure un Hitler :unhappy:
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Restare per chiudere la finanziaria è il minimo. Sarebbe stato folle il contrario... dubito che gli concedano di andare al voto così presto, anche se sarebbe la scelta migliore per tutti. Ma bisogna fare una legge elettorale anche per il Senato che garantisca una maggioranza finalmente omogenea tra le due camere. E poi vinca chi vinca, si governi!
Un altro anno di governicchio tecnico (magari a guida Padoan teleguidato dalla Merkel) e la gente poi voterà pure un Hitler :unhappy:
Boh non so che dirti, ieri mi son persa porta a porta con il mellifluo vespa che aveva raccolto vari esponenti di partito per verificare se almeno in una discussione ci fossero punti di incontro per la legge elettorale
non so cosa ne è venuto fuori
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Temo che ora tutto sia subordinato al "regolamento di conti" nel PD...

Tanto x cambiare.......
 

Buscopann

Utente non raggiungibile
Ci vorrebbe l'esorcista per l'Italia :sorriso:

Buscopann

PS (@Perplesso, metti l'emoticon :carneval: )
 

brenin

Utente
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http://www.repubblica.it/politica/2...o_questa_arma_a_grillo_-153542718/?ref=HREA-1

Poi legge elettorale ( semore si mettano d'accordo ) e voto presumibilmente a febbraio
intanto l'emergenza è l'italicum e le banche
Montepaschi è in bilico. Negoziato con la Bce per rinviare il salvataggio.
Per una poltrona che salta, c’è una banca che trema. Con l’addio di Renzi, per il Monte dei Paschi torna d’attualità la conversione obbligatoria dei titoli subordinati con l’intervento successivo dello Stato. Ma la parola fine del progetto di ricapitalizzare la banca con denari privati non è ancora stata scritta. Salvo rinvii dell’ultimo minuto, oggi l’ad Marco Morelli volerà a Francoforte negli uffici della Vigilanza della Bce. Ufficialmente si tratterà di un incontro per ragguagliare Danièle Nouy sull’andamento dell’operazione di ricapitalizzazione. Ma il numero uno del Monte si presenterà anche per sondare la possibilità di fare slittare di qualche giorno l’avvio della seconda parte del progetto, dopo la conversione volontaria dei subordinati: quella dell’aumento di capitale. Anziché lunedì, l’operazione potrebbe partire più avanti, sforando in gennaio. Per questo serve però l’ok preventivo della Bce, che chiedeva di chiudere il tutto entro il 2016. Ed è il motivo per cui il cda di Mps, inizialmente previsto per oggi, è stato spostato a domani.
Il problema è la scarsa visibilità istituzionale che rende oltremodo nervosi gli emiri del Qatar che hanno legato l’impegno da un miliardo e rotti del loro fondo sovrano alla presenza dell’ex sindaco di Firenze a Palazzo Chigi. Basteranno loro le rassicurazioni che potranno arrivare dalla presenza, nel futuro esecutivo, di Pier Carlo Padoan, in sostanziale continuità con l’attuale esecutivo? Il pessimismo cresce, ma il lavoro per il momento prosegue. Ieri, per dire, le banche del consorzio di garanzia da mezzogiorno alle tre del pomeriggio hanno tenuto una riunione presso la sede di Mediobanca, capofila dell’operazione insieme con JpMorgan. Con loro esponenti, tra gli altri, di BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank, Santander, il gotha della finanza mondiale riunito al capezzale della più antica banca del globo, rappresentata nell’occasione dal direttore finanziario Francesco Mele. Un giro di tavolo senza alcuna decisione presa: gli istituti prima di gettare la spugna o confermare la possibilità di intraprendere l’aumento di capitale con soldi privati si sono presi tre-quattro giorni. Tutto congelato, in attesa di capire l’evoluzione della situazione politica. E la conseguente reazione di Doha. Ma sia chiaro: se il Qatar si ritira, salta tutto. Dopo il miliardo raccolto con la conversione volontaria, servono almeno 1-1,5 miliardi prima di chiedere il resto al mercato e totalizzare i 5 miliardi di fabbisogno. Il d-day sarà probabilmente tra sabato e domenica prossimi. È per allora che, nella peggiore delle ipotesi, dovrebbe scattare la cosiddetta «ricapitalizzazione precauzionale» che comporta la conversione, questa volta obbligatoria, in un «bail-in» leggero, di tutti i titoli obbligazionari subordinati (circa 4,3 miliardi) più l’intervento dello Stato per arrivare a 5 miliardi. Il tutto con un «paracadute» a tutela del pubblico, visto che 2,1 miliardi di bond subordinati sono in mano a piccoli risparmiatori. Al ministero dell’Economia, pur nel mezzo della crisi politica, si stanno preparando. Il mercato pure. Dicono gli analisti di Morgan Stanley: «Gli aiuti di Stato al Monte dei Paschi appaiono sempre più probabili». Sullo sfondo resta il «salvataggio interno» classico, senza aiuti di Stato, che però tutti vogliono evitare. In Borsa per il momento il titolo ha contenuto i danni, chiudendo con un ribasso del 4,21%. Che, per il titolo in questione, non significa panico. Non ancora.

Fino a che punto arriveranno l'incompetenza, le ruberie a danno dei piccoli risparmiatori, il letargo della magistratura, le ingerenze politiche, il tornaconto personale, l'ego smisurato di chi avrebbe dovuto fare e non ha fatto ? In altri paesi per nefandezze simili avrebbero commutato peme molto severe . O che forse i nostri magistrati, senza il Berlusca, non sappiano più che pesci pigliare ?
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
a che sistemino la legge elettorale per febbraio non ci crede nessuno.
nemmeno io :p:p

Montepaschi è in bilico. Negoziato con la Bce per rinviare il salvataggio.
Per una poltrona che salta, c’è una banca che trema. Con l’addio di Renzi, per il Monte dei Paschi torna d’attualità la conversione obbligatoria dei titoli subordinati con l’intervento successivo dello Stato. Ma la parola fine del progetto di ricapitalizzare la banca con denari privati non è ancora stata scritta. Salvo rinvii dell’ultimo minuto, oggi l’ad Marco Morelli volerà a Francoforte negli uffici della Vigilanza della Bce. Ufficialmente si tratterà di un incontro per ragguagliare Danièle Nouy sull’andamento dell’operazione di ricapitalizzazione. Ma il numero uno del Monte si presenterà anche per sondare la possibilità di fare slittare di qualche giorno l’avvio della seconda parte del progetto, dopo la conversione volontaria dei subordinati: quella dell’aumento di capitale. Anziché lunedì, l’operazione potrebbe partire più avanti, sforando in gennaio. Per questo serve però l’ok preventivo della Bce, che chiedeva di chiudere il tutto entro il 2016. Ed è il motivo per cui il cda di Mps, inizialmente previsto per oggi, è stato spostato a domani.
Il problema è la scarsa visibilità istituzionale che rende oltremodo nervosi gli emiri del Qatar che hanno legato l’impegno da un miliardo e rotti del loro fondo sovrano alla presenza dell’ex sindaco di Firenze a Palazzo Chigi. Basteranno loro le rassicurazioni che potranno arrivare dalla presenza, nel futuro esecutivo, di Pier Carlo Padoan, in sostanziale continuità con l’attuale esecutivo? Il pessimismo cresce, ma il lavoro per il momento prosegue. Ieri, per dire, le banche del consorzio di garanzia da mezzogiorno alle tre del pomeriggio hanno tenuto una riunione presso la sede di Mediobanca, capofila dell’operazione insieme con JpMorgan. Con loro esponenti, tra gli altri, di BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank, Santander, il gotha della finanza mondiale riunito al capezzale della più antica banca del globo, rappresentata nell’occasione dal direttore finanziario Francesco Mele. Un giro di tavolo senza alcuna decisione presa: gli istituti prima di gettare la spugna o confermare la possibilità di intraprendere l’aumento di capitale con soldi privati si sono presi tre-quattro giorni. Tutto congelato, in attesa di capire l’evoluzione della situazione politica. E la conseguente reazione di Doha. Ma sia chiaro: se il Qatar si ritira, salta tutto. Dopo il miliardo raccolto con la conversione volontaria, servono almeno 1-1,5 miliardi prima di chiedere il resto al mercato e totalizzare i 5 miliardi di fabbisogno. Il d-day sarà probabilmente tra sabato e domenica prossimi. È per allora che, nella peggiore delle ipotesi, dovrebbe scattare la cosiddetta «ricapitalizzazione precauzionale» che comporta la conversione, questa volta obbligatoria, in un «bail-in» leggero, di tutti i titoli obbligazionari subordinati (circa 4,3 miliardi) più l’intervento dello Stato per arrivare a 5 miliardi. Il tutto con un «paracadute» a tutela del pubblico, visto che 2,1 miliardi di bond subordinati sono in mano a piccoli risparmiatori. Al ministero dell’Economia, pur nel mezzo della crisi politica, si stanno preparando. Il mercato pure. Dicono gli analisti di Morgan Stanley: «Gli aiuti di Stato al Monte dei Paschi appaiono sempre più probabili». Sullo sfondo resta il «salvataggio interno» classico, senza aiuti di Stato, che però tutti vogliono evitare. In Borsa per il momento il titolo ha contenuto i danni, chiudendo con un ribasso del 4,21%. Che, per il titolo in questione, non significa panico. Non ancora.

Fino a che punto arriveranno l'incompetenza, le ruberie a danno dei piccoli risparmiatori, il letargo della magistratura, le ingerenze politiche, il tornaconto personale, l'ego smisurato di chi avrebbe dovuto fare e non ha fatto ? In altri paesi per nefandezze simili avrebbero commutato peme molto severe . O che forse i nostri magistrati, senza il Berlusca, non sappiano più che pesci pigliare ?
Direi che si va verso il bail-in
sempre puntuale [MENTION=5903]brenin[/MENTION] :)

Vero, sulla vicenda erano coinvolti diversi soggetti politici e non, fino a Santa Romana Chiesa e in questi casi difficile che venga affrontato un vero processo
 

brenin

Utente
Staff Forum
nemmeno io :p:p



Direi che si va verso il bail-in
sempre puntuale @brenin :)

Vero, sulla vicenda erano coinvolti diversi soggetti politici e non, fino a Santa Romana Chiesa e in questi casi difficile che venga affrontato un vero processo
sul primo grassetto... avrei tanto voluto non esserlo,viste le circostanze....
sul secondo grassetto.... meglio non scoperchiare l'enorme calderone, dello Ior ci sarebbe da scrivere per giorni ( almeno dagli ultimi 40 anni ai giorni nostri,per rendere l'idea )....:)
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
sul primo grassetto... avrei tanto voluto non esserlo,viste le circostanze....
sul secondo grassetto.... meglio non scoperchiare l'enorme calderone, dello Ior ci sarebbe da scrivere per giorni ( almeno dagli ultimi 40 anni ai giorni nostri,per rendere l'idea )....:)
Invece a me piacerebbe scoperchiare il calderone che è noto sia piuttosto corposo e bollente :D
 

brenin

Utente
Staff Forum
Invece a me piacerebbe scoperchiare il calderone che è noto sia piuttosto corposo e bollente :D
e si, proprio corposo e tuttora in cottura.....

tornando a Renzi ed ai nostri governanti, posto alcune delle frasi a suo tempo dette da Ronald Reagan che secondo me potrebbero "calzere" a pennello per i nostri politicanti....

- 1. "Government's view of the economy could be summed up in a few short phrases: If it moves, tax it. If it keeps moving, regulate it. And if it stops moving, subsidize it."
- 2. "Surround yourself with the best people you can find, delegate authority, and don't interfere as long as the policy you've decided upon is being carried out."
- 3. "The best minds are not in government. If any were, business would steal them away."
- 4. "When you can't make them see the light, make them feel the heat."
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
e si, proprio corposo e tuttora in cottura.....

tornando a Renzi ed ai nostri governanti, posto alcune delle frasi a suo tempo dette da Ronald Reagan che secondo me potrebbero "calzere" a pennello per i nostri politicanti....

- 1. "Government's view of the economy could be summed up in a few short phrases: If it moves, tax it. If it keeps moving, regulate it. And if it stops moving, subsidize it."
- 2. "Surround yourself with the best people you can find, delegate authority, and don't interfere as long as the policy you've decided upon is being carried out."
- 3. "The best minds are not in government. If any were, business would steal them away."
- 4. "When you can't make them see the light, make them feel the heat."
Mi sembra più una filosofia di vita :p
 

MariLea

Utente di lunga data
e si, proprio corposo e tuttora in cottura.....

tornando a Renzi ed ai nostri governanti, posto alcune delle frasi a suo tempo dette da Ronald Reagan che secondo me potrebbero "calzere" a pennello per i nostri politicanti....

- 1. "Government's view of the economy could be summed up in a few short phrases: If it moves, tax it. If it keeps moving, regulate it. And if it stops moving, subsidize it."
- 2. "Surround yourself with the best people you can find, delegate authority, and don't interfere as long as the policy you've decided upon is being carried out."
- 3. "The best minds are not in government. If any were, business would steal them away."
- 4. "When you can't make them see the light, make them feel the heat."
E quando fu eletto, pare fossero tutti scettici verso un attoruncolo... e chiamalo fesso direbbe Totò.
Trovo la terza micidiale quanto vera :up:
 
Ultima modifica:

brenin

Utente
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nemmeno io :p:p



Direi che si va verso il bail-in
sempre puntuale @brenin :)

Vero, sulla vicenda erano coinvolti diversi soggetti politici e non, fino a Santa Romana Chiesa e in questi casi difficile che venga affrontato un vero processo
Direi proprio di si.... riporto articolo odierno de " La Stampa "

Padoan chiederà all’Ue un prestito per salvare Mps e gli altri istituti. Pronto un decreto per l’intervento del fondo Esm.
( Fondo salva Stati )

«Fino al referendum solo buone notizie...». La battuta raccolta quest’estate nei corridoi di via XX settembre spiegava bene perché il 4 dicembre sarebbe stato uno spartiacque. Il piano B del Tesoro per risolvere drasticamente il problema banche è sui tavoli della Commissione europea da mesi, ma finora era prevalsa la ragion politica. Il caso Etruria, le pesanti conseguenze sui soci della trasformazione delle due popolari venete in società per azioni, il timore di dover rispondere all’opinione pubblica del salvataggio di una banca toscana.

Finché ha potuto, Matteo Renzi ha rinviato il redde rationem sapendo che il costo della decisione sarebbe stato troppo alto, a partire dal taglio delle obbligazioni subordinate come previsto dalle nuove regole Ue. La vittoria del no e le dimissioni hanno fatto piazza pulita delle incertezze. Non c’è solo Mps, distrutta da anni di malgoverno e con il più alto tasso di crediti deteriorati d’Europa. Il tentativo di Jp Morgan di trovare una soluzione di mercato sta naufragando sotto i colpi dell’incertezza politica e la richiesta del numero uno Marco Morelli di avere dalla Banca centrale europea il sì ad una ulteriore dilazione del piano non andrà in porto. Del resto la lista degli istituti in difficoltà è lungo: le già citate Popolare di Vicenza e Veneto Banca, finora tenute in vita dal Fondo Atlante.

E poi Etruria, Banca Marche, Carichieti, Cariferrara, di fatto fallite un anno fa e rimaste invendute. E ancora Ubi, con troppi crediti deteriorati per potersi fare carico dell’acquisto delle suddette banche, o il caso Carige. Insomma, un intervento dello Stato per mettere in sicurezza l’intero sistema è inevitabile. Il mercato ci crede, e non a caso ieri la Borsa di Milano e i titoli bancari sono volati.

Ma il solo salvataggio di Siena sarebbe come chiudere una falla in una vasca piena di buchi. Il decreto a cui lavora il Tesoro vale ben di più dei tre-cinque miliardi invocati al mercato per Siena, e al momento non prevede l’intervento diretto dello Stato, bensì quello dell’Europa attraverso il fondo Salva-Stati Esm. La cifra in ballo indicata da due fonti concordanti del Tesoro è di 15 miliardi di euro.

Lo schema è quello applicato dalla Spagna nel 2012 per evitare il crac degli istituti iberici e che il governo Monti rifiutò, preoccupato di non dare fiato alle trombe del grillismo. Allora l’Europa sborsò quaranta miliardi che furono trasferiti a un Fondo nazionale. La richiesta italiana vale meno della metà di quello spagnolo, e di per sé conferma la delicatezza della scelta. I fondi dell’Esm sono formalmente un prestito e per questo comportano la firma di un accordo con l’Europa che impone quelle che nel gergo tecnico si chiamano «condizionalità».

Nel caso della Spagna riguardarono il risanamento e la governance delle banche oltre alle scelte di politica economica: al governo Rajoy fu chiesto di rispettare un obiettivo di deficit per il 2014 del 2,8 per cento. All’Italia, già sotto osservazione per la manovra 2017, potrebbe costare la richiesta di una correzione o quantomeno di una legge di bilancio nel 2018 ben più severa di quella approvata quest’anno. Ecco perché - così si racconta nei palazzi - per dare il senso dell’impegno il decreto dovrebbe essere varato dal nuovo premier e solo dopo il sì al bilancio. O entro il 18 dicembre, data entro cui la Popolare di Bari deve trasformarsi in spa e contro la quale c’è una potente lobby guidata dal presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia; in ogni caso entro la fine dell’anno, perché dopo di allora la Bce non concederà più dilazioni per Etruria.

Come allora, nel decreto ci dovrebbero essere garanzie per gli obbligazionisti subordinati, che verrebbero almeno in parte rimborsati. Chiudere l’accordo con Bruxelles non sarà facile, anche se la storia spagnola ci racconta una verità meno amara: Rajoy se ne guardò bene dal rispettare le richieste europee e il deficit risultò il doppio di quello promesso.

Bail-in

Il «bail-in» è previsto dalla normativa europea recepita in Italia da inizio 2016. Prevede che in caso di crisi di una banca, a pagare per il suo salvataggio devono essere - nell'ordine - gli azionisti, poi gli obbligazionisti subordinati, poi se necessario quelli senior e se non basta anche i correntisti sopra i 100mila euro.
[MENTION=4905]Fiammetta[/MENTION]

Adesso voglio vedere con che faccia tosta Padoan e Renzi ed il loro "entourage" si faranno intervistare in Tv....
e cosa escogiteranno per negare che ci hanno ingannati,tra l'altro perdendo tempo prezioso e collezionando figuracce
davanti ai mercati finanziari di mezzo mondo. Una mezza idea ce l'ho del perchè hanno fatto questo giochino ( da deficienti ) perditempo....
 

brenin

Utente
Staff Forum
E quando fu eletto, pare fossero tutti scettici verso un attoruncolo... e chiamalo fesso direbbe Totò.
Trovo la terza micidiale quanto vera :up:
Assolutamente vero, ma perchè un top manager od un capace professionista dovrebbe lavorare con certa gente ?

qui : http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/marisa-bellisario/ puoi trovare la storia di uno dei più grandi manager che il nostro Paese abbia mai avuto, riconosciuta ed apprezzata all'estero e che il destino purtroppo ci ha tolto
prematuramente.
 

JON

Utente di lunga data
Direi proprio di si.... riporto articolo odierno de " La Stampa "

Padoan chiederà all’Ue un prestito per salvare Mps e gli altri istituti. Pronto un decreto per l’intervento del fondo Esm.
( Fondo salva Stati )

«Fino al referendum solo buone notizie...». La battuta raccolta quest’estate nei corridoi di via XX settembre spiegava bene perché il 4 dicembre sarebbe stato uno spartiacque. Il piano B del Tesoro per risolvere drasticamente il problema banche è sui tavoli della Commissione europea da mesi, ma finora era prevalsa la ragion politica. Il caso Etruria, le pesanti conseguenze sui soci della trasformazione delle due popolari venete in società per azioni, il timore di dover rispondere all’opinione pubblica del salvataggio di una banca toscana.

Finché ha potuto, Matteo Renzi ha rinviato il redde rationem sapendo che il costo della decisione sarebbe stato troppo alto, a partire dal taglio delle obbligazioni subordinate come previsto dalle nuove regole Ue. La vittoria del no e le dimissioni hanno fatto piazza pulita delle incertezze. Non c’è solo Mps, distrutta da anni di malgoverno e con il più alto tasso di crediti deteriorati d’Europa. Il tentativo di Jp Morgan di trovare una soluzione di mercato sta naufragando sotto i colpi dell’incertezza politica e la richiesta del numero uno Marco Morelli di avere dalla Banca centrale europea il sì ad una ulteriore dilazione del piano non andrà in porto. Del resto la lista degli istituti in difficoltà è lungo: le già citate Popolare di Vicenza e Veneto Banca, finora tenute in vita dal Fondo Atlante.

E poi Etruria, Banca Marche, Carichieti, Cariferrara, di fatto fallite un anno fa e rimaste invendute. E ancora Ubi, con troppi crediti deteriorati per potersi fare carico dell’acquisto delle suddette banche, o il caso Carige. Insomma, un intervento dello Stato per mettere in sicurezza l’intero sistema è inevitabile. Il mercato ci crede, e non a caso ieri la Borsa di Milano e i titoli bancari sono volati.

Ma il solo salvataggio di Siena sarebbe come chiudere una falla in una vasca piena di buchi. Il decreto a cui lavora il Tesoro vale ben di più dei tre-cinque miliardi invocati al mercato per Siena, e al momento non prevede l’intervento diretto dello Stato, bensì quello dell’Europa attraverso il fondo Salva-Stati Esm. La cifra in ballo indicata da due fonti concordanti del Tesoro è di 15 miliardi di euro.

Lo schema è quello applicato dalla Spagna nel 2012 per evitare il crac degli istituti iberici e che il governo Monti rifiutò, preoccupato di non dare fiato alle trombe del grillismo. Allora l’Europa sborsò quaranta miliardi che furono trasferiti a un Fondo nazionale. La richiesta italiana vale meno della metà di quello spagnolo, e di per sé conferma la delicatezza della scelta. I fondi dell’Esm sono formalmente un prestito e per questo comportano la firma di un accordo con l’Europa che impone quelle che nel gergo tecnico si chiamano «condizionalità».

Nel caso della Spagna riguardarono il risanamento e la governance delle banche oltre alle scelte di politica economica: al governo Rajoy fu chiesto di rispettare un obiettivo di deficit per il 2014 del 2,8 per cento. All’Italia, già sotto osservazione per la manovra 2017, potrebbe costare la richiesta di una correzione o quantomeno di una legge di bilancio nel 2018 ben più severa di quella approvata quest’anno. Ecco perché - così si racconta nei palazzi - per dare il senso dell’impegno il decreto dovrebbe essere varato dal nuovo premier e solo dopo il sì al bilancio. O entro il 18 dicembre, data entro cui la Popolare di Bari deve trasformarsi in spa e contro la quale c’è una potente lobby guidata dal presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia; in ogni caso entro la fine dell’anno, perché dopo di allora la Bce non concederà più dilazioni per Etruria.

Come allora, nel decreto ci dovrebbero essere garanzie per gli obbligazionisti subordinati, che verrebbero almeno in parte rimborsati. Chiudere l’accordo con Bruxelles non sarà facile, anche se la storia spagnola ci racconta una verità meno amara: Rajoy se ne guardò bene dal rispettare le richieste europee e il deficit risultò il doppio di quello promesso.

Bail-in

Il «bail-in» è previsto dalla normativa europea recepita in Italia da inizio 2016. Prevede che in caso di crisi di una banca, a pagare per il suo salvataggio devono essere - nell'ordine - gli azionisti, poi gli obbligazionisti subordinati, poi se necessario quelli senior e se non basta anche i correntisti sopra i 100mila euro.
@Fiammetta

Adesso voglio vedere con che faccia tosta Padoan e Renzi ed il loro "entourage" si faranno intervistare in Tv....
e cosa escogiteranno per negare che ci hanno ingannati,tra l'altro perdendo tempo prezioso e collezionando figuracce
davanti ai mercati finanziari di mezzo mondo. Una mezza idea ce l'ho del perchè hanno fatto questo giochino ( da deficienti ) perditempo....
Auspicherei una soluzione diversa dal bail-in per le banche in crisi. Una cosa del genere teoricamente potrebbe destabilizzare l'intero sistema.

Tuttavia l'introduzione del bail-in fa parte del sistema. Sinceramente non saprei cosa pensare.
 

Nobody

Utente di lunga data
La Corte dopo svariati mesi sta ancora ragionando sull'Italicum... prima era ottobre, poi dicembre, ora si finisce a carnevale... e poi parlano della Salerno Reggio Calabria :carneval:
 

Nobody

Utente di lunga data
Comunque è incredibile constatare quante volte la sinistra si sia tagliata le palle da sola.
Socialdemocratici e comunisti facevano a gara a consegnarsi a vicenda nelle mani dei nazisti... e pare che anche Gramsci fu consegnato ai fasci per una spiata di qualche compagniuccio su ordine di Stalin.
 
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