Tra l'altro l'espediente della differenza di età rappresenta benissimo le contraddizioni del periodo.
Tognazzi che rappresenta l'Italia tradizionale che tenta di darsi una veste moderna e agganciata ai tempi in questo caso per compiacere la ragazza amata, per tentare di costruire una famiglia secondo canoni nuovi e diversi, apparentemente più moderni, ma divenuti invece solo più fragili e precari, un Tognazzi che si svela, riesce ad essere sè stesso, a mostrarsi vero solo quando si rende conto di avere comunque perso ciò che si illudeva di avere attratto con questo tentativo di restare al passo con i tempi.
Una modernità che lo vede sconfitto.
Ornella Muti è l'Italia che stava cambiando: mamma, moglie, ma anche lavoratrice, infedele, separata, indipendente, e teoricamente responsabile del fallimento dell'idea tradizionale della famiglia. Che alla fine costruisce un mondo sicuramente più vero di quello precedente, meno illusorio, ma più difficile da gestire, più complicato nelle conseguenze dei rapporti e più impegnativo come richiesta di risorse nella vita.
Alla fine di questo film resta l'individuo, che continua a percorrere la sua strada, senza avere più la capacità di legarsi come prima in una struttura familiare che è diventata meno rigida nei ruoli, ma più fragile..
Un individuo più vero, meno ipocrita, senza più maschere, ma in qualche modo più solo.